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Posts written by moody june

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    Riprendo questa vecchia conversazione, in previsione della bella stagione è previsto qualcosa su Roma e dintorni? :-)
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    Bellissimo, adesso mettiamocela tutta a renderlo di nuovo un posto bellissimo dove passare del tempo piacevole a leggere cose interessanti e scambiarsi opinioni :) buona serata a tutti :bye1.gif:
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    Ciao Tursiops :) concordo con te, occorre necessariamente allargare il campo d'indagine e le definizioni che nel tempo sono state date a dei concetti molto più ampi di quanto sembrino. Traendo spunto dal libro "Metabioevoluzione", percorrendo appunto un approccio metabioevolutivo, da un punto di vista teoretico si potrebbe giungere al concetto di "specie bioelettromagnetica",ovvero un insieme di informazioni biologiche,biochimiche, ecologiche, elettromagnetiche ed etologiche che vanno, di concerto, a conferire alla specie delle precise caratteristiche o per meglio dire una precisa identità. E' possibile quindi ipotizzare ciascun essere vivente, dotato di caratteristiche univoche impresse nel proprio materiale genetico (DNA),come "un'antenna" in grado di recepire un insieme di diversi stimoli bioelettromagnetici che ne definiscono l'unicità. Alla luce di questi spunti di riflessione appare un pò riduttiva l'attuale definizione di specie...
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    Molti batteri intestinali possono produrre composti neuroattivi in grado di influenzare lo stato di salute mentale di una persona. E' questa la conclusione a cui è giunto uno studio di ricercatori dell'Università cattolica di Lovanio, che firmano un articolo su "Nature Microbiology".

    Negli ultimi anni vari studi hanno suggerito l'esistenza di una correlazione fra la composizione della flora batterica intestinale e diversi stati patologici. Lo stesso gruppo di ricerca che ha condotto quest'ultimo lavoro, per esempio, aveva mostrato che la malattia di Crohn, una patologia infiammatoria intestinale, è associata a un microbioma intestinale povero e con una biodiversità ridotta.

    La relazione fra il microbiota e patologie extraintestinali è però più complessa da dimostrare.

    Raes e colleghi hanno studiato la flora intestinale di 1054 soggetti, identificando quelli che avevano ricevuto una diagnosi di depressione.

    Dal confronto dei dati, convalidati su un differente campione di 1063 soggetti, è risultato che alcuni gruppi specifici di microrganismi erano in correlazione con uno stato di benessere oppure di malessere mentale. In particolare, la depressione era sistematicamente associata a una popolazione batterica caratterizzata da un'ampia presenza di Bacteroides dell'enterotipo 2 e dalla carenza di batteri dei generi Coprococcus e Dialister.

    Per chiarire il meccanismo di collegamento fra intestino e cervello i ricercatori hanno quindi cercato di individuare quali prodotti batterici fossero in grado raggiungere il cervello e influenzare l'attività dei neuroni.

    A questo scopo hanno sviluppato un sistema bioinformatico che ha mostrato che il metabolismo della flora intestinale influisce sul metabolismo di
    diverse sostanze che fungono da neuromediatori cerebrali, come il GABA e il triptofano, il precursore della serotonina.

    Confrontando i risultati di questa analisi con quelli di un questionario di autovalutazione della propria qualità della vita, è poi apparsa una stretta relazione fra la qualità della vita percepita dal soggetto e il livello di produzione microbica del metabolita (DOPAC) della dopamina, il principale neurotrasmettitore coinvolto nel circuito cerebrale della gratificazione e della ricompensa.

    Tuttavia, dato che questi ultimi risultati sono stati ottenuti con un modello informatico - sottolineano i ricercatori - sarà necessario confermarli sperimentalmente.

    Fonte: http://www.lescienze.it/news/2019/02/06/ne...entale-4284039/
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    Nel 2007, Joshua Bell, un violinista di fama internazionale, si mise a suonare con uno Stradivari nella metropolitana di Washington. E non fu degnato nemmeno di uno sguardo dai passanti distratti.

    È questo uno dei tanti esempi che dimostrano come l’aspettativa e i pregiudizi plasmano la percezione, influenzando addirittura il funzionamento del cervello. Una nuova conferma del fenomeno viene ora da una sperimentazione in laboratorio condotta da ricercatori dell’Università dell’Arkansas, dell’Arizona State University e dell’Università del Connecticut e descritta sulle pagine di “Scientific Reports”. Gli autori hanno concluso che la semplice informazione su chi sta eseguendo un brano musicale – a prescindere che sia vera o falsa - basta a cambiare il modo in cui il cervello risponde alla musica.

    Nello studio sono stati coinvolti 20 soggetti senza una formazione in campo musicale, impegnati ad ascoltare otto coppie di brani musicali da 70 secondi mentre erano sottoposti a risonanza magnetica funzionale.

    Questa tecnica di imaging cerebrale consente di evidenziale le aree del cervello che si attivano mentre il soggetto è impegnato in un compito. In questo caso, le aree di interesse erano la corteccia uditiva e le regioni cerebrali coinvolte nel piacere e nella ricompensa, ma anche quelle che sovraintendono al controllo cognitivo.

    Prima del test, ai volontari veniva spiegato che uno dei due esecutori della coppia di brani era uno studente di piano al conservatorio e l’altro era un pianista di fama internazionale. Durante il test le attribuzioni delle esecuzioni venivano scambiate, in modo da essere sicuri di studiare l’effetto dell’informazione data ai partecipanti e non della performance dell’esecutore. Al termine dell’ascolto i soggetti dovevano
    classificare il gradimento del brano su una scala da da 1 a 10 e indicare quale dei due esecutori avevano preferito.

    I ricercatori hanno poi confrontato le scansioni cerebrali dei soggetti che preferivano i brani eseguiti dal pianista di fama con quelle dei soggetti che preferivano quelli eseguiti dallo studente di conservatorio. Hanno così scoperto che quando un soggetto preferiva il professionista, l’attività della corteccia uditiva primaria aumentava in modo significativo, così come quella delle regioni associate al piacere e alla ricompensa.

    Quest’attività iniziava quando i partecipanti erano informati che si trattava di un professionista, cioè ancora prima che la musica iniziasse, e rimaneva costante durante tutta l’esecuzione. Gli autori hanno quindi ipotizzato che fosse l’informazione a stimolare il soggetto a una maggiore attenzione, influenzando così l’ascolto del brano sulla base di un pregiudizio.

    Diversi i risultati riscontrati nel cervello dei soggetti che preferivano l’esecuzione dello studente di conservatorio. Quando ascoltavano il brano eseguito dal professionista di fama, le scansioni di risonanza magnetica mostravano una attività più elevata nella regione correlata al controllo cognitivo e al pensiero deliberativo, cioè legato alla decisione, per tutto il corso del brano. Hanno anche scoperto che questi soggetti avevano una maggiore densità di connessioni tra le regioni cerebrali coinvolte nei processi di ricompensa e quelle legate al controllo cognitivo.

    “I dati raccolti dimostrano fino a che punto fattori che non c’entrano nulla con le note, come le informazioni sugli esecutori, possono influenzare ciò che riusciamo a sentire come valutiamo la prestazione musicale”, ha spiegato Elizabeth Margulis, professoressa di teoria musicale dell’ Università dell’Arkansas e coautrice dello studio.

    Fonte: http://www.lescienze.it/news/2018/04/23/ne...musica-3951558/
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    Grazie per questo specchietto davvero utile per poter fare un "salto temporale" facilitato nel mondo dei forum :thumb_yello.gif: ^_^
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    Esattamente! :thumb_yello.gif:
    Il propoli è un materiale resinoso brunastro elaborato dalle api a partire dalle sostanze ceroso-gommose che rivestono le gemme. Le api si servono del propoli per cementare le celle dell'alveare, per imbalsamare gli insetti morti o per bloccare la germinazione di piante e semi introdotti accidentalmente nell'alveare. La composizione si basa su acidi grassi, sesquiterpeni, aldeidi aromatiche, ma soprattutto composti fenolici, quali flavonoidi, fenilpropanoidi e cumarine. Al propoli sono attribuite proprietà antisettiche, antimicrobiche, spalmolitiche ed antinfiammatorie. Apprezzate le capacità di trattare le affezioni cutanee con rapido formarsi di tessuto di granulazione fresco e riformazione dell'epitelio. Tuttavia le cumarine contenute possono causare dermatiti da contatto. Ha attività batteriostatica, battericida, antimicotica, antivirale. Di recente è stata utilizzata per le sue proprietà immunostimolanti e per l'attività cicatrizzante. La complessa composizione del propoli è considerata alla base dell'attività :ai flavonoidi quali pinocembrina e galangina sono attribuite le proprietà antinfiammatorie ed antimicrobiche, agli amminoacidi liberi (arginina) gli effetti stimolatori nei riguardi della mitosi e della biosintesi proteica, nonché della produzione di collagene ed elastina (prolina), infine la dermatite allergica da contatto risulta indotta dagli esteri dell'acido caffeico e cinnamico. L'azione antibatterica presenta inoltre delle particolarità notevoli rispetto ai classici antibiotici, con profonde alterazioni della struttura cellulare dei microorganismi colpiti ed aggregazioni pseudo-multicellulari.

    Fonte : "Farmacognosia generale e applicata", A. Bruni (Piccin)
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    Due nuovi studi spiegano la prima causa di morte dei maschi americani under 50: pensare che la propria vita sia orribile annienta il corpo e la mente. Tra gli effetti più rilevanti c’è la diffusione degli oppioidi.

    "Sindrome della vita di merda" (shit syndrome) è il nome, non finissimo ma espressivo, della nuova epidemia che angoscia l'Occidente. Per ora ne parlano soprattutto gli scienziati anglosassoni, ma è destinata a inquietare l'intera opinione pubblica. Sono stati i medici americani (i primi ad accorgersi della sua diffusione), a chiamarla così. Oggi è la prima causa di morte per i maschi americani sotto ai 50 anni, e il suo forte sviluppo sta ormai riducendo l'aspettativa di vita, dopo più di un secolo di continuo incremento.
    A indicare la nuova tendenza sono stati gli USA, il pesce pilota che segnala sempre dove va il mondo occidentale. È infatti lì che la vita (dei maschi soprattutto) si sta accorciando, già qualche anno. A documentarlo è stato il premio Nobel Angus Deaton, in una ricerca fatta con la moglie Ann Case. La settimana scorsa sono arrivati però anche i dati inglesi, pubblicati dal British Medical Journal. Anche in Inghilterra, dopo gli Usa, la riduzione dell'aspettativa di vita ha raggiunto ormai i bianchi, finora al riparo dalle malattie che prima mettevano a rischio la vita di neri e ispanici.
    A provocare la "shit syndrome" è la percezione e l'esperienza della "vita di merda": l'impressione che la propria vita non valga nulla, sia orribile e stia diventando un insopportabile peso. Questo sentimento di resa riduce progressivamente anche la resistenza del fisico verso le altre malattie, e abbassa le difese immunitarie dell'organismo, assieme a quella psicologiche. Si apre così la strada allo sviluppo di infezioni e a medicinali potenti e spesso tossici per contrastarle, preparando morti precoci.
    La "vita di merda" non è però una fantasia o un'immaginazione: è la condizione di vita di ampi settori della popolazione. Come hanno dimostrato le ricerche: "a uccidere queste persone non è solo la povertà, ma la crescita di una povertà relativa in un'era di crescenti diseguaglianze, con tutti gli effetti ad essa collegati". La frustrazione ha basi materiali, reali, molto visibili. È comunemente riconosciuto che le condizioni sfavorite di vasti gruppi di cittadini siano state fra le cause della Brexit inglese, come dell'elezione di Trump: entrambe spinte dalla diffusa richiesta di cambiamento del modello socio-economico seguito negli ultimi decenni.
    Una delle cause più rilevanti della shit syndrome è l'epidemia da oppiodi che da anni affligge l'occidente, a cominciare dagli Stati Uniti, dove è stata dichiarata dall'amministrazione Trump "emergenza sanitaria nazionale". Si tratta della continua crescita dei decessi per overdose o gravi intossicazioni croniche da farmaci oppioidi come antidolorifici, eroina e fentanyl, assunti dietro prescrizione medica ma anche senza di essa, spesso per dolori gravi ma sempre più anche per "intrattenimento", cioè per sottrarsi ai problemi della vita quotidiana. Le overdose da droghe e farmaci, prima causa di morte nelle persone (soprattutto maschi) con meno di cinquant'anni, uccidono molto più di tutti gli incidenti stradali e i morti da armi da fuoco messe insieme.
    "La nostra gente sta morendo, Presidente", ha ricordato a Donald Trump il Governatore Chris Christie, Presidente della speciale "Commissione sulla crisi da oppiodi". "Più di 175 vite perdute ogni giorno. Se un'organizzazione terroristica uccidesse 175 americani ogni giorno, non dovremmo forse fermarli?" Trump è d'accordo, ma non è semplice. Tra le molte cose fatte, ha chiesto la scorsa settimana una legge per multare alcuni produttori che hanno politiche commerciali spregiudicate, tra le quali aziende cinesi che invadono gli USA con il potente antidolorifico fentanyl. Ma il dipartimento della Giustizia, e molti interessi organizzati, frenano. Il congresso ha calcolato che un intervento serio richiederebbe un investimento di 100 miliardi di $ in 10 anni.
    Ad essere colpiti dalla shit syndrome, che è insieme medica ed esistenziale, sono persone in situazione di "povertà relativa" nel senso che hanno di che sopravvivere, ma un'educazione e formazione insufficienti. È ormai un'importante fetta di americani e inglesi cui l'assenza di competenze professionali consente solo lavori umili e scarsamente remunerati, senza certezze di continuità. Vivono in case e quartieri poveri e malsani e non hanno prospettive di miglioramento. D'altra parte sono continuamente provocati dalla narrazione diffusa da tutti i media e anche da opinionisti e autorità che raccontano di vite ricche, piene di piaceri, fortunate. Anch'essi frequentano le mappe dei consumi, con la vista delle vetrine splendenti nelle strade dello shopping. Ma possono acquistare quasi nulla; né hanno le esperienze educative e culturali e le risorse necessarie a darsi una dignità diversa dai modelli correnti.
    Angus e Anne Deaton descrivono le vittime di questa sindrome come intrappolate in uno "svantaggio cumulativo" rispetto agli altri gruppi sociali in tutti gli aspetti decisivi della vita, dal lavoro alla vita sentimentale e il matrimonio, alla crescita e educazione dei figli. Ciò fa sì che scivolino anche fisicamente in abitudini, stili di vita e soprattutto dipendenze da droghe, sostanze intossicanti, sedentarietà, diffuse e presenti anche in altre fasce di popolazione, ma che nel loro caso portano a rischi più gravi, con gli esiti infausti documentati dalla cronache e dalle statistiche.
    Queste difficoltà esistenziali, insieme alla mancanza di energie capaci di produrre orientamenti diversi, instaurano fin dall'infanzia-adolescenza le prime dipendenze, in genere da alcol e droghe, che producono poi i primi indebolimenti nell'organismo: nella funzione epatica, renale, il sistema nervoso, le capacità cognitive. L'organismo debilitato perde così ogni spinta: si fatica a vedere una vita diversa e si scivola nella sedentarietà. Ci si muove meno, o niente. Ciò condiziona anche l'attività cerebrale, che rallenta e si avvia a una pigrizia ideativa che rende gradualmente impossibile anche solo immaginare una vita diversa. La sedentarietà e la stasi psicologica e affettiva tendono così, gradualmente, ad arrestare la vita delle persone. Il fisico, oltre alla psiche, sviluppa sclerosi e processi degenerativi. Oltre alle patologie epatiche, renali, al diabete e alle altre indotte dalle sostanze e da cibi scadenti, junk food, iperdolcificati e adulterati, prendono così forma i disturbi circolatori, e con essi le reazioni mortali: le overdose da droghe, gli infarti del cuore e degli altri organi che non ce la fanno più.
    Per questo si riduce l'aspettativa di vita, per ora soprattutto nei grandi centri della civiltà occidentale, Usa e Inghilterra. Gli adolescenti che non hanno studiato né lavorato negli anni 80 dell'edonismo trionfante arrancano verso i cinquant'anni, con tutte le gravi ferite fisiche e psichiche della loro esistenza ai margini, e la loro voglia di uscire dalla "vita di merda", cui danno sfogo anche col suicidio, in costante crescita fra i maschi bianchi. Se non viene rapidamente promosso un altro modello di sviluppo la shit syndrome rischia però di coinvolgere fra non molto anche altri paesi, come l'Italia, dove masse di giovani inattivi stanno oggi ripercorrendo le stesse strade passive e senza sbocco degli adolescenti invecchiati dei paesi anglosassoni.
    Occorre cambiare strada: certamente il "modello di sviluppo", ma anche il modo di viverlo. Non si può più sentire la sofferenza, il dolore, l'emarginazione solo come uno scacco da attenuare con droghe e antidolorifici, come hanno fatto i giovani anglosassoni dalla metà degli anni 70. È indispensabile farne una provocazione a diventare più forti. A reagire, per diventare non solo vittime dell'esistente, ma protagonisti di un cambiamento.

    Fonte: www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60906
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    "La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità"

    Nikola Tesla
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    Io fin da piccola sono stata attratta dall'idea dell'esistenza di altre forme di vita nello spazio. Ho sempre fantasticato sulle sembianze, sulla cultura, sulla lingua, e devo dire che il concetto da un lato un po' mi ha sempre creato apprensione,per il fatto che si teme ciò che non si conosce, dall'altro mi ha sempre profondamente affascinata! Se tante persone si sono sempre poste questo dubbio evidentemente la realtà non può essere tanto distante dalla fantasia :visit_kr:
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    Oratori e pensatori itineranti in marcia! Sarebbe originale e interessante, sembrerà strano per chi vedrà questo baldanzoso gruppo disquisire, ma proprio per questo ne sarà attratto e piano piano si apriranno le porte della fiducia... O quelle del rogo per noi "eretici"? Chissà, varrà comunque la pena provare!
    Bene, dopo questa prova da "oratrice" aggiungo, nello slang attuale, siiiii che figo!! :yes:
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    L'essenza che abita il nostro corpo e che ci guida, quando glielo lasciamo fare, verso ciò a cui siamo chiamati in questa vita :wub:
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    Grazie Sam! :winner_first_h4h.gif:
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    Ciao a tutti e bentrovati! Valentina, Egs

    Edited by moody june - 23/9/2018, 23:39
14 replies since 20/9/2018
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