GLI “ALIENI” DI BUCCINASCO

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    BIOLOGO TEORETICO

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    A molte persone sarà capitato di incontrare, sia nelle nostre aree verdi urbane che in pieno Parco Agricolo Sud Milano, animali come fagiani, tartarughe dalle orecchie rosse, conigli selvatici, o piante come ailanti, robinie, etc.

    Forse però non tutti sanno che queste specie sia animali che vegetali sono “aliene” o più precisamente alloctone.

    Si definisce alloctona una specie introdotta in un nuovo areale geografico, differente da quello di origine, per cause naturali (migrazioni, terremoti, ricerca di nuove risorse trofiche), accidentali (attività di trasporto e commercio, scarico dell’acqua di zavorra delle navi) o artificiali (allevamenti di pellicce, attività venatoria, motivi ornamentali, etc.).

    Spesso si sente parlare solo in modo estremamente negativo delle specie alloctone e solo in pochi conoscono il reale fenomeno nel suo complesso. Qualunque organismo che viene inserito in una diversa biocenosi può non sopravvivere, può trovare una nicchia adatta ed inserirsi in modo equilibrato nell’ambiente oppure può trovare condizioni molto favorevoli alla sua espansione trasformando la biocenosi locale ed instaurando un nuovo equilibrio. In questo ultimo caso la popolazione insediatasi può creare alcuni danni alle popolazioni autoctone come il pericolo di estinzione e la competizione per le risorse trofiche.

    L’introduzione di specie animali e vegetali alloctone è però anche alla base della biodiversità e dell’agroecosistema attuale. Basti pensare infatti alle specie vegetali esotiche (mais, riso, soia, patate, pomodori, tabacco, etc.) che sono coltivate da secoli e che costituiscono – e talora caratterizzano – i nostri ambienti.

    Qui di seguito sono elencate alcune delle principali specie che risiedono sul territorio di Buccinasco che è possibile osservare sia nelle aree verdi e zone umide urbane e suburbane che nelle vicine zone agresti e boschive.

    La Nutria (Myocastor coypus) ovvero il castorino, è stato importato dal Sud America per la sua pelliccia ma dopo il fallimento di questo business gli allevatori e i piccoli imprenditori liberarono intenzionalmente questi animali per evitare i costi di abbattimento e smaltimento degli esemplari. Oggi è specie naturalizzata e non cacciabile ai termini della legge nazionale 157/92. Studi recenti hanno dimostrato come questi animali siano generalmente in grado di vivere in armonia con la biocenosi locale.

    Il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) estintosi dopo l’ultima glaciazione da molte regioni dell’Europa, con la sola eccezione della Spagna, è stato da qui importato e allevato fin dai tempi dei Romani. Il Silvilago o minilepre (Sylvilagus floridanus), originario del Centro e Sud America, è stato importato in Italia esclusivamente per fini venatori.

    Il Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), originario dell’America, è stato introdotto anche in Italia per scopi alimentari ma alcuni esemplari fuggirono dagli allevamenti. Ora costituisce una minaccia per alcuni ecosistemi.

    Il Tarlo asiatico o cerambice dalle lunghe antenne (Anoplophora chinensis), originario dell’Asia orientale, è stato importato in Europa attraverso piante (soprattutto aceri) già colpite da questo ospite.

    La Carpa (Cyprinus carpio), proveniente dall’Asia, è stata importata dai romani i quali l’allevarono per scopo alimentare. Ora la si trova in moltissimi corsi d’acqua italiani.

    La Tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) è stata importata dagli Stati Uniti in numero consistente ed è stata venduta (anche tutt’ora) come animale da compagnia. Moltissimi individui morirono durante il trasporto e quelli sopravvissuti riuscirono ad adattarsi abbastanza bene ai nostri ambienti ma entrarono in competizione con le tartarughe nostrane, già in pericolo di estinzione per altri motivi.

    La Robinia pseudoacacia (Robinia pseudoacacia) è stata importata dal Nord America a causa del suo legno pregiato e di alcune caratteristiche quali la resistenza agli incendi e il consolidamento dei terreni. Purtroppo però questa pianta a causa del suo apparato radicale abbastanza profondo tende a competere e “soffocare” piante autoctone come le querce.

    Il Fagiano (Phasianus colchicus) è un uccello di origine asiatica e la sua importazione risale al periodo degli antichi greci.

    L’ Ailanto (Ailanthus altissima) o pianta del Paradiso è stata importata dalla Cina assieme ad un lepidottero per la produzione della seta ma questo investimento non andò a buon fine. Come la Robinia anche l’Ailanto a causa del suo largo apparato radicale tende a competere e soffocare le piante autoctone.

    L’ Ambrosia (Ambrosia artemisiifolia) è una pianta erbacea considerata infestante ed è originaria del Nord America. A causa del suo lungo periodo di fioritura e della sua capacità di produrre molto polline, l’Ambrosia può rappresentare un pericolo, sotto certi aspetti, per la salute pubblica, soprattutto per quanto riguarda l’allergia ai suoi pollini.

    Queste informazioni dimostrano quanto complesso sia il fenomeno degli alloctoni. Non bisogna soffermarsi su un solo aspetto della questione ma occorre osservare i vari ecosistemi nel loro complesso.

    E’ molto importante quindi prevenire, al fine di evitare, l’introduzione volontaria o accidentale di ulteriori specie alloctone nonché valorizzare e salvaguardare la fauna autoctona, approfondendo gli studi sugli equilibri naturali e la biodiversità.
     
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