LE LUCI DELLA NATURA

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    BIOLOGO TEORETICO

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    Gaia: 3° pianeta del Sistema Solare

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    Recita una leggenda: “Una volta le lucciole erano tutte nere e non avevano il lumicino. Uscivano solo di giorno e volavano sulle spighe illuminate dal sole. “Qui c’è un tesoro più prezioso dell’oro” – disse un giorno il contadino mentre lavorava nel campo di grano. Una lucciola udì queste parole. Corse dalle compagne e disse loro: “Ho udito un uomo il quale diceva che nel suo campo c’è un favoloso tesoro!”.

    “Andiamo a cercarlo” – proposero le lucciole – e decisero di farlo di notte per non farsi notare dal contadino.

    “Ma come faremo a trovarlo al buio?”

    “Ognuno porterà una piccola lanterna” – disse la lucciola più anziana. E così quella notte, il campo fu invaso da tante lucciole con un lumicino addosso. Si misero a cercare di qua e di là, in ogni direzione.

    Cercano ancor oggi, con il loro lumicino. Non hanno compreso che il tesoro del contadino era il grano e che il grano è più prezioso dell’oro”.

    Durante le stagioni primaverili ed estive, passeggiando di sera tra i parchi e lungo le rogge del nostro territorio, si possono sorprendentemente scorgere dei luccichii tra la bassa vegetazione. Sembravano ormai un ricordo lontano ma le lucciole sono tornate ad illuminare le notti nelle campagne lombarde.

    A Buccinasco ci sono svariati punti di osservazione di questi insetti e precisamente lungo le rogge poste tra via Scarlatti e via Salieri. Nei pressi di quest’area è possibile fare tranquille passeggiate lungo il sentiero che porta al fontanile Battiloca in compagnia proprio di queste simpatiche luminarie naturali.

    La lucciola è un insetto appartenente all’ordine dei coleotteri e alla famiglia dei lampiridi (Lampyridae) comprendente circa 2000 specie.

    In Italia le specie più comuni sono Lampyris noctiluca, L. lusitanica (le cui femmine hanno aspetto larvale) e Luciola italica (con femmine dotate di elitre e ali ridotte).

    Questi insetti sono di piccole dimensioni, di colore scuro, non vivace, e presentano un esoscheletro sottile e flessibile. Una caratteristica particolare è data dal loro dimorfismo sessuale piuttosto spiccato. In lacune specie, mentre il maschio presenta ali ben sviluppate ed elitre che ricoprono l’addome, la femmina spesso è priva di ali e con elitre ridotte. In taluni casi le femmine conservano una struttura da larva ad eccezione dell’apparato riproduttore.

    Caratteristici dei lampiridi sono gli organi luminosi che sono posti all’estremità dell’addome ed emanano la caratteristica luce da cui prendono il nome.

    Mediante tali segnali questi insetti comunicano tra loro la propria presenza e la direzione del volo. In tal modo tra il maschio e la femmina si creano dialoghi di luce assai affascinanti e magici.

    Sia gli esemplari adulti che le larve sono in grado di emettere luci. Tale fenomeno prende il nome di bioluminescenza.

    La bioluminescenza è l’emissione di luce causata da particolari reazioni chimiche che avvengono in determinate porzioni del corpo di alcuni insetti e altri animali.

    Nelle lucciole tale fenomeno svolge la funzione di richiamo sessuale. L’accoppiamento difatti ha luogo quando la femmina risponde sincronizzando la propria segnalazione luminosa a quella del proprio maschio.

    Il lampeggio è di varia durata a seconda della specie.

    La femmina depone 70-100 uova nel periodo estivo mentre in autunno le larve fanno già la loro comparsa, pronte subito per dedicarsi alla ricerca di cibo. Lo stadio larvale si protrae per circa due anni mentre la vita dell’adulto è piuttosto breve (pochi giorni o al più qualche settimana) ed è volta soprattutto alla riproduzione. Allo stadio adulto la lucciola si nutre poco e vive solo delle scorte energetiche accumulate durante la fase larvale o tutt’al più succhiando sostanze vegetali.

    La piccola larva di lucciola è una predatrice formidabile e le sue prede preferite sono costituite da lumache anche quindici volte più grandi di lei riuscendo, grazie al veleno che inietta, a portare alla paralisi la vittima prescelta.

    Da uno studio svolto dal WWF risulta che nei primi anni Sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, sono cominciate a sparire le lucciole. In alcune aree agricole tale decremento è stato provocato anche dall’utilizzo di fitofarmaci e il passaggio ad un’agricoltura di tipo biologico ha favorito il loro ripopolamento.

    La presenza delle lucciole nelle nostre aree verdi è un fattore assai positivo in quanto sono considerate dei buoni indicatori relativi allo stato di salute dell’ambiente in cui si insediano.
     
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