LA RETE DI HARTMANN

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    BIOLOGO TEORETICO

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    Gaia: 3° pianeta del Sistema Solare

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    di Giuseppe Badalucco
    per Edicolaweb


    Uno dei tanti misteri che fa discutere e scendere in campo decine di studiosi, ognuno nell’intento di dimostrare le proprie ragioni, è quello della Rete di Hartmann, che prende il nome dal Prof. Ernst Hartmann (1915-1992), medico nonché docente presso l’Università di Heidelberg in Germania.

    Il Dott. Hartmann elaborò negli anni '50, dopo aver realizzato degli studi empirici aiutato da metodologie legate alla rabdomanzia, una teoria secondo cui la Terra sarebbe avvolta da una rete o griglia di probabile origine elettromagnetica, le cui linee di forza escono dal sottosuolo, si innalzano in tutta la biosfera e si incrociano in determinati punti detti "Nodi".
    La forma e la struttura spaziale di queste strisce componenti la Rete di Hartmann sarebbe di circa 21 cm di larghezza, con una spaziatura di circa 2-2,5 metri; inoltre la Rete avrebbe una direzione geomagnetica da nord a sud e da est a ovest.
    A onor del vero Hartmann cercò di fornire una sistemazione organica ad un’idea già espressa in passato dallo scienziato francese Peyré che sosteneva l’esistenza di una griglia elettromagnetica uscente dalla Terra e disposta come i meridiani e i paralleli.
    L’origine di questa griglia magnetica, che sarebbe alternativa o complementare al campo magnetico terrestre, tuttavia, non è di facile individuazione in quanto il Prof. Hartmann fece diverse ipotesi che sono passate tutte al vaglio della comunità scientifica.
    Egli dapprima ipotizzò che avessero origine nei fiumi sotterranei, che modificherebbero presumibilmente le linee di forza del campo magnetico del pianeta, e successivamente ipotizzò anche che avessero origine da radiazioni cosmiche (quindi esterne al pianeta) oppure dalla struttura cristallina delle rocce sotterranee presenti negli strati più profondi che avvolgono il nucleo terrestre.
    Inoltre Hartmann fece cadere l’attenzione degli studiosi sul fatto che vi fossero determinati effetti suscettibili di misurazione in relazione ai punti di incrocio della griglia, i cosiddetti Nodi.
    Gli effetti inciderebbero sulla forza muscolare umana, sulla percezione sensoriale degli animali, sulla velocità di accrescimento della vegetazione e in particolare si potrebbero valutare degli effetti negativi sulla salute di un essere vivente, come lo sviluppo di patologie gravissime quali i tumori. Gli effetti negativi sarebbero amplificati dalla presenza sui Nodi di incrocio della griglia di fonti di perturbazione sotterranee, come corsi d’acqua, oppure masse metalliche. Tuttavia all’interno della Rete di Hartmann vi sarebbero delle zone neutre in cui gli esseri umani non sono in pericolo, che possono essere definite zone di microclima ideale.

    Come abbiamo detto più sopra, l’origine della Rete di Hartmann non è di facile individuazione perché lo stesso studioso propugnò diverse ipotesi, ma gli studiosi che abbracciarono la tesi di Hartmann cercarono di spiegare il reticolo in termini elettromagnetici, affermando che la Rete di Hartmann prende origine da perturbazioni del campo magnetico terrestre oppure è un campo magnetico indipendente, sovrapposto a quello terrestre.
    Nel frattempo, grazie allo sviluppo della tecnologia moderna, sono stati approntati degli strumenti in grado di misurare i campi magnetici; tra questi abbiamo il magnetometro a saturazione e il radiomisuratore. Il primo consiste in un nucleo magnetico avvolto in una bobina in cui passa una corrente elettrica triangolare. In essa il nucleo viene saturato dal campo terrestre e viene misurata l’intensità del campo. Il radiomisuratore invece è formato da un trasmettitore di onde radio e un ricevitore a radiofrequenza. Le onde radio emesse dal trasmettitore "rimbalzano" nel luogo in cui avviene la misurazione e vengono rilevate dal ricevitore; in tal modo esse si dispongono nel luogo di osservazione come a formare una griglia regolare e vengono rilevate dal ricevitore come una rete che passa nel luogo di misurazione.
    Il mistero sulla Rete di Hartmann è ancora più difficile da spiegare quando si cerca di comprendere quella che sia la struttura geometrica e spaziale della rete elettromagnetica.
    Presumibilmente i geobiologi ritengono che si tratti di un campo magnetico indipendente da quello terrestre e i nodi potrebbero essere visti come linee di forza radiali e intersecanti che escono dal sottosuolo.
    Un’ulteriore peculiarità che caratterizza la griglia di Hartmann è dovuta al fatto che la Rete e i nodi si spostano in continuazione per effetto di cavità sotterranee, oggetti metallici, faglie telluriche e per effetto dell’inquinamento elettromagnetico; tutti elementi che complicano ulteriormente la sua individuazione spaziale e geometrica.

    È interessante citare ciò che il Dott. Hartmann scrisse nelle sue pubblicazioni a proposito della scoperta della griglia magnetica terrestre:
    "Secondo le osservazioni che ho fatto sussiste una legame fra l'irraggiamento terrestre e la malattia. I raggi della Terra provocano un effetto patogeno soltanto su strisce strette (larghe circa 5-10 cm) che si manifestano come zona di stimolo, ovvero di reazione del rabdomante (...). Queste strisce hanno un certo ritmo e dipendono poco dal sottosuolo: tanto più è profondo il corso d'acqua e tanto più emergono strisce ritmiche parallele (...)."

    Queste osservazioni furono scritte con riferimento ad un suo esperimento con metodi rabdomantici condotto in prossimità di corsi d’acqua in cui era possibile individuare la Rete magnetica. Più oltre egli sottolineò gli effetti e le sensazioni corporee legate a questo esperimento con riferimento alle mani e ad altre parti del corpo. Egli avvertì una sensazione di forte prurito nelle mani che si alternava ad un senso di maggiore o minore calore e freddo. Così si espresse Hartmann:
    "Se sussiste una forte sensazione di prurito sulle mani e c'è una certa penombra, queste strisce ritmiche sono percepibili anche con l'occhio. Su queste strisce compare un fumo simile a nebbia su cui si possono osservare diverse cose (...)."

    Riguardo gli effetti sulla salute Hartmann fece ulteriori osservazioni:
    "Eccetto pochissime malattie, come l'influenza, il morbillo, il raffreddore, eccetera, ci sono poche malattie che non siano causate da una striscia stretta".
    Hartmann raccolse le sue osservazioni in diversi articoli a cui fece seguito qualche anno dopo la pubblicazione di un testo scritto che era la "summa" dei suoi scritti.
    La nuova branca della scienza medica a cui Hartmann diede avvio fu quella della geobiologia, volta allo studio delle geopatie provocate dai nodi della Rete che da lui prese nome e inoltre i risultati delle sue indagini diedero avvio anche allo sviluppo di una nuova branca dell’Architettura che va sotto il nome di bioarchitettura, sviluppatasi soprattutto negli anni '80 e '90.
    Da più parti si è fatta strada l’ipotesi che la Rete di Hartmann sia stata protagonista anche dell’architettura sacra dell’Antichità e del Medio Evo, nel senso che i progetti originari di molte cattedrali gotiche sparse in Europa possano aver tenuto conto del reticolo geomagnetico in modo tale da costruire i punti più importanti di tali cattedrali all’interno delle fasce di microclima ideale, dove era possibile fruire positivamente delle energie cosmiche che scaturiscono dal sottosuolo terrestre (ne parleremo in un successivo articolo) e in modo tale da creare quegli spazi dove era possibile elevare lo spirito degli esseri umani verso l’alto.

    È importante sottolineare il lacerante dibattito cui diede inizio la teoria di Hartmann in uno scontro frontale tra i fisici e i geologi da un lato e i geobiologi dall’altro, poiché l’accusa principale che viene lanciata da parte dei fisici ad Hartmann e ai suoi seguaci è quella di aver stravolto le leggi della fisica e della geofisica, per i motivi che vediamo di seguito.

    COSA DEPONE A FAVORE DI HARTMANN
    Ci sono elementi che possono deporre a favore di Hartmann e dei suoi seguaci?
    Senza ombra di dubbio Hartmann intuì, perché nella sua epoca le conoscenze scientifiche sui campi magnetici erano già avanzate, che vi è qualcosa nell’elettromagnetismo e nei campi magnetici che può creare pericolosi disturbi agli esseri umani.
    Le ricerche moderne sui campi elettromagnetici hanno messo in luce la potenziale pericolosità di impianti e apparecchiature che possono generare campi magnetici, come molti elettrodomestici che conviene utilizzare con la massima attenzione, evitando il contatto con esseri umani per periodi prolungati.
    In particolare l’uso dei telefoni cellulari esporrebbe gli esseri umani ad un bombardamento elettromagnetico che alla lunga può avere effetti nocivi.
    Il problema è che, quando la scienza subisce la commistione di interessi con grandi potentati economici che finanziano in parte la ricerca scientifica, non vi è interesse ad approfondire le ricerche in tal senso in modo da raggiungere un’ effettiva conoscenza delle problematiche di tipo tecnologico legate all’utilizzo di certe apparecchiature di larghissimo uso. Per questo la scienza si è affrettata a smentire l’eccessiva pericolosità di certi elettrodomestici.
    Il problema del rischio di esporre gli esseri umani ad effetti nefasti, se questi sono situati in punti di incrocio del reticolo di Hartmann in cui la fonte di radiazioni potrebbe essere interna alla Terra, fu più che altro una scintilla che fece scoccare l’attenzione degli studiosi sul rischio di esposizione degli esseri umani a fonti elettromagnetiche e radioattive, naturali o artificiali che siano.
    Sicuramente al di là di quelle che possono essere le polemiche di basso profilo fra studiosi che si affannano a scavalcarsi gli uni con gli altri, bisogna ammettere che la presenza, per esempio, di tralicci dell’alta tensione di elettrodotti di proprietà della Società di gestione del servizio elettrico nazionale in prossimità di centri abitati ha generato, in alcuni paesi, una vera e propria questione scientifica nel momento in cui si sono presentati con una certa frequenza casi di leucemia fra la popolazione dei centri abitati coinvolti. In alcuni casi la potenza dei campi elettromagnetici provocati dagli elettrodotti genera disturbi del sonno, emicranie e patologie anche più gravi, anche se non è mai stata provata la relazione di causa effetto.
    I fenomeni descritti dai medici sono in modo impressionante simili a quelli descritti dalla geobiologia come effetti nefasti dell’esposizione degli esseri umani ai Nodi incrociati del reticolo di Hartmann.
    Gli studiosi ribattono che la questione dell’esposizione degli esseri umani a fonti di inquinamento elettromagnetico è tutt’altra cosa rispetto alle teorie di Hartmann, ma senza dubbio il medico tedesco centrò in largo anticipo un problema che sarebbe stato affrontato decine di anni dopo di lui.
    Difficile dire quali possano essere stati i motivi che abbiano spinto Hartmann a sostenere le sue tesi contro le evidenze della scienza. Sicuramente si può dire che egli potrebbe in qualche modo aver cercato di far cadere l’attenzione degli studiosi su alcune differenze esistenti tra i campi elettrici e i campi magnetici.
    Sappiamo infatti che i campi elettrici, che possono essere definiti come una grandezza vettoriale, definita in ogni punto dello spazio da una intensità, da un verso e da una direzione, sono generati da cariche elettriche ferme, mentre i campi magnetici sono generati da correnti elettriche, cioè cariche in movimento.

    Da notare le differenti caratteristiche fisiche dei campi elettrici e magnetici:
    il campo elettrico agisce sulle cariche accelerandone o decelerandone la velocità nel senso del moto, mentre i campi magnetici deviano le cariche in senso perpendicolare alla direzione del moto.
    Inoltre le linee di forza dei campi elettrici (che sono le tangenti in ogni punto al segmento che rappresenta il vettore in quel punto) sono aperte, nel senso che hanno un inizio che corrisponde alla carica positiva ed una fine che corrisponde alla carica negativa mentre le linee di forza dei campi magnetici sono chiuse.
    Nei termini in cui può essere posta la questione Hartmann, lo studioso tedesco potrebbe aver confuso le caratteristiche dei campi elettrici con quelle dei campi magnetici ed aver parlato dell’esistenza di un reticolo prodotto da forze non ben definite, tratto in inganno dalle linee di forza "aperte" dei campi elettrici.




    Sul fatto, invece, che Hartmann possa aver intuito l’esistenza di anomalie nel campo magnetico terrestre, attraverso esperimenti che sfruttano tecniche di rabdomanzia, si può discutere sui metodi che egli impiegò per effettuare tali esperimenti ma non sul fatto che esistano anomalie nel magnetismo terrestre che sono indiscutibili.
    Infatti, nel corso degli studi oceanografici condotti negli anni passati, sono state riscontrate delle importanti anomalie magnetiche nei fondali oceanici, distribuite con delle caratteristiche particolari. Queste anomalie sono date da piccole deviazioni dei valori medi dell’intensità del campo misurata sui fondali.
    In particolare, in zone con anomalia positiva si riscontravano valori maggiori della media, mentre in zone con anomalie negative i valori erano inferiori alla media. Tali anomalie si distribuivano in forma di bande lineari e parallele per centinaia di chilometri nel fondale oceanico, presentando inoltre una distinta simmetria bilaterale rispetto alla conformazione della dorsale oceanica che è stata spiegata con il meccanismo di formazione della nuova crosta oceanica in cui le rocce che si solidificano registrano le inversioni di polarità del magnetismo terrestre.
    Niente esclude che Hartmann abbia potuto individuare anomalie magnetiche di questa portata, registrandole come un insieme di bande in cui si denota un’anomalia magnetica che determina una variazione di intensità del campo terrestre che sarebbe poi divenuto un reticolo; anche se resta un mistero su come possa aver potuto captare tali anomalie.
    Certo, la questione rimane controversa per quanto riguarda la ricerca di indizi che possano portare a nuove scoperte nell’ambito della fisica terrestre che determinino nuove frontiere della conoscenza umana, che per ora sono accantonate nella sfera del mistero e della rabdomanzia.
    Non bisogna però dimenticare che ciò che nel passato sembrava inspiegabile divenne spiegabile successivamente con il progresso della scienza e questo progresso divenne possibile anche superando quelle che sembravano leggi incontrovertibili.
    Noi sappiamo che il grande Einstein aveva ipotizzato, in occasione dei suoi studi che avevano portato all’elaborazione della Teoria generale della relatività (del 1905), che l’Universo avesse caratteristiche geometriche legate allo spazio Riemaniano (immaginiamo di vedere l’Universo come una bolla in espansione, come un palloncino che si gonfia), mentre per esempio il telescopio spaziale Hubble ha dimostrato che l’Universo può essere considerato "piatto", cioè con caratteristiche legate alla geometria euclidea.
    Questo significa che Einstein sbagliò la sua teoria sulla relatività?
    Assolutamente no, la sua teoria è ancora valida.
    Così pure il grande fisico contemporaneo Hawking ha recentemente ammesso di essersi sbagliato in merito ad alcune caratteristiche che dovrebbero avere i buchi neri, ma le sue teorie sono ancora in piedi.
    Semplicemente la questione Hartmann potrebbe comportare il fatto che lo scienziato tedesco possa avere intuito l’esistenza di forze di origine elettromagnetica con caratteristiche ancora sconosciute, la cui manifestazione possa comportare degli effetti sul campo magnetico terrestre e sugli esseri umani.
    Non bisogna dimenticare infatti che anche le conoscenze sul campo magnetico terrestre hanno subito un processo di approfondimento rispetto ai primi studi condotti nel XVII e XVIII secolo.
    Inizialmente si pensava che la Terra potesse essere un grande magnete ma poi si è capito che le temperature all’interno della crosta terrestre non potevano essere tali da permettere l’esistenza dei minerali di ferro e delle rocce allo stato solido. Così, quando si capì che un campo magnetico può essere generato da una corrente elettrica si giunse alla conclusione che il campo magnetico terrestre può essere generato da un flusso di energia elettrica prodotta dai movimenti dello strato di metallo fuso che è presente nello strato più profondo della Terra e che avvolge il nucleo terrestre, attraverso un meccanismo di geodinamo autoalimentata.
    Quindi le conoscenze umane circa la natura del magnetismo terrestre sono di derivazione più recente rispetto alle prime scoperte sul magnetismo; ciò significa che nuove scoperte possono ancora essere realizzate su fenomeni che non sono ancora stati del tutto chiariti.
    Senza ombra di dubbio possiamo dire che le anomalie e le perturbazioni che si registrano regolarmente nel campo magnetico terrestre (si veda il precedente articolo), come le tempeste magnetiche, provocano nella loro prima fase una distorsione locale, nella zona in cui si verificano, delle linee di forza del campo principale, che tendono a divenire contorte.
    Quando si verificano tempeste magnetiche è possibile osservare un aumento dell’intensità della componente orizzontale del campo principale (fino a 30 nT), per poi regredire a valori inferiori a quelli di partenza, con un recupero dei valori pre-tempesta nel giro di qualche giorno. In questo contesto il campo è molto irregolare, infatti l’equatore e i meridiani magnetici risultano linee contorte.
    Si potrebbe pensare che Hartmann abbia osservato fenomeni di distorsione delle linee di forza del campo magnetico, dovute a perturbazione del campo stesso provocate da tempeste e successivamente si sia formata l’idea di reticolo magnetico globale.
    Ancora è importante ricordare, ai fini di una effettiva comprensione dei problemi che scaturiscono dallo studio del campo magnetico terrestre, che la tesi di Edward Bullard dell’origine del campo magnetico terrestre sulla base del meccanismo di geodinamo autoalimentata è stata ulteriormente perfezionata dalla tesi secondo cui tale meccanismo avrebbe comunque bisogno di un piccolo campo magnetico iniziale, che potrebbe essere generato dal nucleo terrestre fluido e ricco di ferro i cui continui movimenti sarebbero provocati dai moti convettivi prodotti dal calore generato dal nucleo stesso e su cui inciderebbe la rotazione stessa del pianeta.
    Il campo magnetico iniziale interagisce con lo strato di metallo fluido che avvolge il nucleo terrestre provocando delle correnti elettriche che generano un ulteriore campo magnetico, con un meccanismo che si autoalimenta a catena e che determina l’esistenza del campo stesso.
    È proprio dalla considerazione della struttura interna della Terra che si è giunti alla conclusione che le repentine variazioni e la velocità stessa di variazione del campo magnetico della Terra possa essere legata proprio alla fluidità dello strato più profondo che avvolge il nucleo terrestre perché, mentre i fenomeni geologici legati alle rocce richiedono milioni di anni per portare a variazioni della superficie terrestre, la variazione repentina che nel giro di poco meno di duemila anni potrebbe portare all’inversione del campo magnetico terrestre non può che essere legata in qualche modo al nucleo fluido la cui rapidità dei moti modifica velocemente il campo magnetico terrestre.
    In questa prospettiva sarebbe interessante verificare come cambierebbe la Rete di Hartmann quando si è in prossimità di un’inversione del campo magnetico terrestre, considerando il fatto che gli studi di simulazione condotti da Glatzmaier e Roberts hanno dimostrato che, in prossimità di tale evento, il campo magnetico non scomparirebbe ma assumerebbe caratteristiche fisiche a noi sconosciute e le linee di forza del campo magnetico tenderebbero a divenire contorte.
    Rimangono ancora delle zone d’ombra sulle nostre conoscenze effettive del magnetismo terrestre e in genere dell’elettromagnetismo di cui bisogna tenere conto per fornire un giudizio sereno su questo fenomeno che Hartmann cercò di spiegare e i cui risultati sono stati più che altro oggetto di strumentalizzazione da parte di persone che cercano il facile profitto ingannando gli altri così come di scienziati e studiosi che si affannano a distruggere il lavoro altrui per invidia personale.
     
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