AREA MARINA PROTETTA PLEMMIRIO

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  1. takerfan
     
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    Geografia e Geomorfologia
    La fascia costiera tra Punta Castelluccio e Capo Murro di Porco ricade nella parte Est della tavoletta dell’I.G.M. denominata “Siracusa”, foglio 274 quadrante II SO.
    Questo tratto di costa costituisce la parte orientale della Penisola Maddalena poco a sud della città si Siracusa. La “Penisola Maddalena” è il risultato dell’attività tettonica dell’area a causa della quale si è isolato e sollevato un blocco che ha un andamento NW-SE. Questo elemento tettonico è riconosciuto in letteratura come “horst”. Si è formato così un piccolo altopiano che dalla quota massima di 54 m s.l.m. degrada verso mare sia ad oriente che ad occidente ora in maniera blanda attraverso dei terrazzi marini di età Plio-Pleistocenica, ora attraverso scarpate marine della stessa età dovute a fenomeni eustatici o di bradisismo del mare.
    Questo tipo di situazione si ripropone anche nell’aspetto della costa che si alterna tra bassa, dove con piccole linee di spiaggia, o alta e frastagliata. In quest’ultimo tipo di costa si sono sviluppate una serie di importantissime grotte, dovute all’abrasione marina, all’interno delle quali si trovano caratteristici microambienti.
    Dove la costa presenta terreni di natura calcarenitica più recenti (P.ta della Mola, P.ta Tavola), questa ha subito trasformazioni di natura antropica, infatti sono presenti alcune cave di pietra che attraverso il trasporto in barca dei materiali da costruzione rifornivano la città via mare.
    Oltre le grotte dovute all’abrasione marina altri elementi morfologici si sviluppano nelle spianate d’abrasione bagnate dagli spruzzi marini: sono le cosiddette vaschette di abrasione.
    Altri interventi di natura antropica presenti lungo la costa sono cavità di forma cilindrica tra Punta Castelluccio e Punta della Mola, interpretati da alcuni come tombe da altri come Syloi (Fiore) costruiti per contenere grano e simili derrate.

    La parte di costa su cui ricade il nostro interesse costituisce il proseguimento a terra di un elemento tettonico di primaria importanza per la geologia dell’intera area e cioè la scarpata ibleo-maltese. Si deve proprio a quest’ultima lo sprofondamento del fondale marino da 0 a centinaia di metri in un breve tratto di mare antistante la costa. Inoltre l’intensa attività tettonica ha prodotto notevoli fenditure particolarmente in prossimità di Murro di Porco dove l’infrangersi delle onde per effetto idropneumatico determina a terra spettacolari spruzzi d’acqua simili ai “geygers”.
    Tutta l’area è interessata da terreni di natura prevalentemente calcarea, nella parte più alta della Penisola e sulla costa orientale prevalgono calcareniti bianco-crema piuttosto compatte alternate a marne calcaree, nella parte più bassa le calcareniti pleistoceniche ricche di tanatocenosi a Pectinidi e Brachiopodi.
    All’interno della prima formazione rocciosa si sviluppano numerosi percorsi sotterranei, non ancora datati, che con molta probabilità costituivano cave di pietra da costruzione importanti quanto quelle a mare. Invece a fenomeni carsici, quindi alla circolazione delle acque sotterranee, è dovuta la formazione della Grotta Pellegrina, all’interno della quale è possibile osservare costruzioni di stalattiti e stalagmiti

    Archeologia e Paesaggio Umano
    La costa orientale della penisola Maddalena più conosciuta ai Siracusani con il nome di “Isola”, è da sempre interessata, data la vicinanza con la città di Siracusa, ad interventi umani determinati da diverse motivazioni che dimostrano intimo rapporto tra questo lembo di costa siracusana e la pentapoli greca. Basti pensare che in solo sei chilometri di costa (considerando solo l’area sottoposta a vincolo) si concentrano testimonianze umane dalla preistoria sino ai giorni nostri.



    La “Grotta Pellegrina” e stata sede di lunghi studi che hanno permesso di identificare la stessa come luogo di rifugio dell’uomo preistorico. A punta della Mola esiste una necropoli dell’età del bronzo con tracce del villaggio annesso. Lungo la costa esistono ben sei latomie (cave estrattive di età greca) a testimonianza ulteriore che in quest’area sorgeva l’antico quartiere sub-urbano del Plemmyriom oggi scomparso. A Punta della Mola e Capo Murro di Porco esistono anche estesi complessi di tunnel sotterranei usati come contraerea nella seconda guerra mondiale. Nella zona della Grotta Pellegrina si trovano due interessanti cisterne per l’acqua piovana probabilmente risalenti al secolo XIX, testimonianza di antiche colture.
    A far da cornice a tutto questo ci sono chilometri di antichi muretti a secco della migliore tradizione iblea. Poco fuori l’area vincolata segnaliamo alcune meravigliose masserie e ville residenziali in completo stato di abbandono, come la villa del Barone Beneventano del Bosco.

    Flora e Fauna
    La flora di questa zona è quella delle aree rocciose a clima subtropicale arido con essenze tipiche del bacino del Mediterraneo. Prevale la vegetazione alofilo-rupestre e la gariga a palma nana (specie protetta), che qui è rappresentata con il palmeto più esteso della provincia (quasi un chilometro quadrato).
    Solo nelle zone meno esposte a sud, e dunque più umide, è possibile imbattersi in residui lembi di macchia a lentisco e mirto.
    Nella zona di Punta della Mola si riscontrano altre essenze interessanti come il tabacco siciliano e molte specie di piante grasse alloctone, come l’agave. Il fico d’India (alloctono) è ampiamente diffuso lungo tutta la costa. Per completare il quadro della flora si riprende lo studio fatto dall’Università di Catania e riportato nella Gazzetta Ufficiale della R.S. del 20 febbraio 1993.
    In prossimità del mare esistono associazioni di specie quali il Crithmum maritimum, Limonium, Lotus cytisoides, propri di ambienti costieri rupestri, mentre verso l’interno esiste una maggiore frequenza di Anthemis, e Plantago. Si riscontrano inoltre le presenze di Calicotome, Asparagus, e quelle specie arbustive come il Sarcopoterium spinosum (spinaporci) e il Thymus capitatus (timo), che costituiscono per estensione e la singolarità dell’aspetto la nota più eloquente del paesaggio. Tra l’altro lo spinaporci è presente esclusivamente nella provincia di Siracusa e in piccole aree della Sardegna e della Puglia.
    Nelle vicinanze di Capo Murro di Porco sopra la falesia, per via dell’accumulo di acque piovane si producono ristagni per la maggior parte del periodo invernale caratterizzati dall’interessante presenza di vegetazione alo-igrofila.
    La Penisola della Maddalena ha importanza nazionale come punto di osservazione dei passeriformi migratori e degli uccelli marini. Altre specie animali sono: la lucertola siciliana, il coniglio, il Discoglosso dipinto (ormai rarissimo per l’abbandono delle “gebbie”), il biacco, la testuggine, l’istrice, la volpe e la donnola.

    Il Mare
    Nonostante la vicinanza con Siracusa il mare della Penisola Maddalena offre ancora all’appassionato e allo studioso numerose sorprese biologiche e fondali stupendi.
    Da capo Castelluccio a Punta Tavernara, il fondale si mantiene basso ed uniforme per diverse centinaia di metri, poi scende improvvisamente a quote più elevate. Da Punta Tavernara a Capo Murro di Porco, invece, già sottocosta si incontrano fondali di oltre 30-40 metri.
    Dove esiste il cambio improvviso di pendenza, ci sono molte grotte sommerse ricche di vita bentonica e nectonica con coralli solitari, spugne, briozoi, cicale di mare, nudibranchi e moltissime specie di pesci. Nei fondali più bassi è possibile incontrare vaste praterie di Posidonia con giganteschi esemplari di Pinna nobilis, la conchiglia più grande del Mediterraneo. Ancora più su dominano, soprattutto vicino la costa, i coralli coloniali come l’Astroides calycularis dal colore rosso intenso che ci ricordano come il nostro Ionio sia un mare con spiccate caratteristiche tropicali. Lungo la battigia è facile imbattersi in interessantissime biocostruzioni (Trottoir) simili a barriere coralline in miniatura. Le ultime cernie sopravvissute all’intensa caccia hanno ormai abbandonato i bassi fondali e si sono rifugiate a profondità più elevate.
    Capo Murro di Porco per le sue Caratteristiche geografiche e per la particolarità dei suoi fondali è un luogo eccezionale per l’osservazione dei grandi pesci pelagici come tonni, ricciole, squali e dei mammiferi marini come delfini, balene e capodogli. A tal proposito ricordiamo che nel giugno del 2004 sono stati avvistati in quest’area sei esemplari di balenottera comune e Megattere.
    La fascia bentonica, antistante la summenzionata area marina, risulta ricca di numerosissime biodiversità esistenti nel mediterraneo, grazie a non indifferenti fattori naturali di varia origine, come la natura geomorfologica dei fondali che hanno favorito l’insediamento di numerosi molluschi bivalvi, indispensabili nella catena alimentare sottomarina, oltre all’apporto nutrizionale biologico derivante dalla confluenza di alcuni fiumi e torrenti che riversano le loro ricche acque nell’area in questione. Tutto ciò ha permesso lo sviluppo di numerosissime specie di fauna mediterranea quali: Sparidi, Labridi, Serranidi, Blennidi ecc. Abbondano, inoltre, gli invertebrati quali: Acrani, Tunicati, Echinodermi, Cefalopodi, Nudibranchi, Briozoi, oltre a diverse specie di alghe e fanerogame marine, fra cui la Posidonia Oceanica.

    L’ubicazione geografica e la particolare morfologia della zona costiera e dei suoi fondali marini, rendono unica, sotto altri e numerosi aspetti, il Capo in questione; infatti, è possibile riscontrare grotte emerse e sommerse, cavità, sifoni e, a distanza di circa 300 metri dalla costa, il fondale degrada velocemente in profondità.

    Ma la varietà e la ricchezza della fauna marina di Capo Murro di Porco, non è l’unica ragione per cui si intende chiedere la fruizione regolamentata; è noto, infatti, che i fondali dell’area marina interessata sono ricchissimi di importanti e numerosi reperti archeologici di varie epoche e civiltà. Si evince, dalla storia, che Siracusa era un’importante meta di scambi commerciali del mediterraneo, il suo porto era tappa d’obbligo, nelle rotte navali delle antichità e, di conseguenza, i naufragi erano numerosi. In quest’area sono stati recuperati, nel corso degli anni, numerosi reperti custoditi nel museo Paolo Orsi di Siracusa.

    ecco il link x saperne di +
    www.plemmirio.it

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  2. Overlord_SonicSnake
     
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    CITAZIONE (takerfan @ 6/3/2007, 19:50)
    Altre specie animali sono: la lucertola siciliana, il coniglio, il Discoglosso dipinto (ormai rarissimo per l’abbandono delle “gebbie”), il biacco, la testuggine, l’istrice, la volpe e la donnola.

    Fa piacere vedere che ci sono parchi che conservano tartarughe

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    BIOLOGO TEORETICO

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    Nonostante la vicinanza con Siracusa il mare della Penisola Maddalena offre ancora all’appassionato e allo studioso numerose sorprese biologiche e fondali stupendi.

    ed è bello sapere che il mare non finirà mai di stupirci :)
     
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  4. takerfan
     
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    adesso posto un volantino dove vengono illustrate le varie attività possibili e non all'interno dell'area

    sulla mappa in alto a destra, l'area è suddivisa a zone dove la zona A è la + protetta mentre le zone B e C sono sottoposte a maggiore utilizzo da parte delle persone ( xò previa autorizzazione dell'ente preposto alla gestione dell'area )

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3 replies since 6/3/2007, 19:50   1492 views
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