Giovane italiano scopre dinosauro fossile in cova nel nido

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  1. Overlord_SonicSnake
     
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    Giovane italiano scopre dinosauro fossile in cova nel nido
    Fonte: http://www.lswn.it/comunicati/stampa/2012/...n_cova_nel_nido

    È la prova, spiega oggi la rivista scientifica Plos One, di una specie di oviraptor molto più longeva e adattabile di tutte le altre.

    Bologna, 14 febbraio 2012 - “Eggs and bones!” Uova e ossa. La voce del giovane ricercatore riecheggia nel canyon. Pochi istanti e il capo spedizione, Philip John Currie, guru mondiale dei dinosauri piumati, è in piedi accanto a lui. “Siamo rimasti lì impalati per dieci minuti.

    A fissare quella parete di roccia, ridendo come bambini” ricorda Federico Fanti. Aveva 25 anni: dottorando all’Università di Bologna. Era partito quattro giorni prima per partecipare come volontario alla spedizione canadese nel deserto del Gobi, in Mongolia. Quello che aveva trovato era un esemplare di oviraptor, fossilizzato nell’atto di covare una ventina di uova al centro del nido.

    La prova, come spiega oggi in un articolo pubblicato dalla rivista scientifica Plos One di una specie molto più longeva e adattabile di quanto si credesse. Capace di sopravvivere, tanto in ambienti desertici quanto fluviali, per centinaia di migliaia o forse milioni di anni.

    L’oviraptor è l’unico dinosauro che sia mai stato ritrovato a covare uova, spiega Fanti. Si pensa anche che avesse un’organizzazione sociale particolarmente sofisticata. Teoricamente, infatti, le femmine non potevano deporre più di due uova alla volta. “Nidiate così numerose, come quella che abbiamo scoperto, si spiegano quindi solo come frutto di deposizioni collettive. Con gli adulti che collaboravano alternandosi alla cova”.

    La spedizione dell’estate 2007 era guidata da Currie, lo scienziato canadese sul cui lavoro poggia lo studio dell’evoluzione dei dinosauri negli uccelli di oggi. L’indomani della scoperta del nido, avrebbero trovato altri resti di oviraptor poco lontano e, dopo intensi giorni di scavo, preparato il tutto per il trasporto al Centro paleontologico di Ulan Bator, la capitale mongola. “I tempi di preparazione del fossile sono stati piuttosto lunghi, e ho dovuto aspettare il 2010 per poter tornare in città ed analizzare i reperti” racconta Fanti. “Mi sono spedito uno speciale scanner tridimensionale da Bologna e mi sono chiuso in laboratorio per una decina di giorni”.

    L’esemplare scoperto è risultato appartenere alla specie chiamata Nemegtomaia, in lingua mongola ‘buona madre di Nemegt’, nome della località del ritrovamento. Siamo riusciti ad identificarlo grazie al cranio, l’elemento più utile in assoluto per dare un nome e un cognome ad uno scheletro fossile. Un colpo di fortuna che ha aperto scenari inattesi. Il nostro nido, infatti, era collocato in un ambiente desertico, probabilmente una duna sabbiosa, risalente al tardo Cretaceo (circa 70 milioni di anni fa).

    Anche i fossili trovati nei giorni seguenti sono stati attribuiti alla medesima specie, ma erano inglobati in un livello roccioso più recente e in un habitat probabilmente già in trasformazione. Anni fa, inoltre, un altro individuo di Nemegtomaia era stato rinvenuto in rocce ancora più recenti e in un habitat fluviale ricco d’acqua. È questa successione di reperti, trovati nella medesima zona ma risalenti ad epoche e ambienti diversi, a farci dire che siamo di fronte alla specie di oviraptor più longeva e adattabile mai documentata”.

    L’associazione tra oviraptor e uova è invece sempre stata una constante. Tanto che il primo esemplare scoperto indusse in errore gli studiosi. Una testa di dinosauro così vicina a quelle uova, fece pensare ad un gesto di predazione. Oviraptor, in latino, significa “ladro di uova”.

    Solo la successiva scoperta delle prime covate svelò all’opposto un contesto di affettuosa cura parentale. Un equivoco “infamante”, oggi ulteriormente sfatato dalla natività fossile portata alla luce da Fanti.
     
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