DNA MANIPOLATO Fidarsi dei cibi nati in provetta?

Biotecnologie alimentari, nessun rischio

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    BIOLOGO TEORETICO

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    DNA MANIPOLATO Fidarsi dei cibi nati in provetta? Biotecnologie alimentari, nessun rischio

    ANCHE se noi che abitiamo in un paese economicamente sviluppato non sempre ce ne rendiamo conto, nel mondo il cibo scarseggia. Si calcola che fra quarant' anni la popolazione mondiale sara' raddoppiata. Dove troveremo da mangiare ogni giorno? Non preoccupatevi, ci sta pensando la biotecnologia, come ci spiega in un suo recente lavoro Chiara Tonelli, del Dipartimento di genetica e di BIOLOGIA dei microorganismi dell' Universita' di Milano. Con l' avanzare delle conoscenze sul metabolismo delle piante, si sono messe in moto nuove strategie di miglioramento che interessano caratteri complessi della qualita' e della quantita' degli alimenti Si e' visto che nel pomodoro, utilizzando un Rna antisenso, che blocca l' enzima della biosintesi dell' etilene, si e' ottiene un ritardo nel processo di maturazione, aumentando cosi' la conservabilita'. Altre caratteristiche su cui la ricerca si sta attivamente muovendo sono i colori e gli aromi, ma un obiettivo di grande interesse dietetico nutrizionale e' il valore nutritivo degli alimenti biotecnologici. Si sta studiando il modo di accrescere e modificare il contenuto di aminoacidi e carboidrati, riducendo invece i grassi. Si e' gia' accertato, ad esempio, che l' espressione di un gene batterico, l' Adp glucosio fosforilasi, nei tuberi delle patate porta a un aumento del 20 40 per cento di amido mentre nel pomodoro, piante transgeniche per il gene della saccarosio fosfato sintasi, mostrano un aumento di zucchero e una riduzione di amido. Quanto ai semi, si e' visto che e' possibile migliorare il valore nutrizionale, facendo esprimere geni che producono proteine ricche di Metionina, un aminoacido essenziale (cioe' non producibile dentro l' organismo) per l' uomo e per l' animale. Se si alterano alcune proteine, si puo' migliorare la qualita' della panificazione della farina. Uno dei grandi obiettivi degli studiosi e' la riduzione o l' eliminazione di determinati acidi grassi ritenuti nocivi per un' alimentazione equilibrata, cio' grazie ai programmi di miglioramento dei semi utilizzati per la produzione di olii. L' immissione sul mercato di prodotti alimentari derivati da piante transgeniche richiede un alto margine di sicurezza. Nella nostra dieta giornaliera consumiamo una grande quantita' di sostanze chimiche, come i carboidrati, che sono mono, di e polisaccaridi; grassi, principalmente trigliceridi che contengono acidi grassi di varia lunghezza e con diverso grado di saturazione, enzimi, proteine, minerali Dna, Rna, olii essenziali, pigmenti e alcaloidi. Per avere dunque cibi sicuri possiamo suddividere il problema in tre parti: il costrutto genetico, la pianta ospite e il prodotto del transgene. Ogni giorno, mangiando, consumiamo non solo gli acidi nucleici di animali, piante e batteri ma anche i geni di contaminanti che casualmente possono essere associati ai prodotti alimentari. Qualunque Dna venga ingerito, viene degradato dagli enzimi digestivi presenti nel tratto gastro intestinale. Desossiribonucleasi e ribonucleasi presenti nelle secrezioni pancreatiche, fosfodiesterasi e nucleotidasi presenti sulle membrane delle cellule intestinali idrolizzano gli acidi nucleici a nucleosidi. La probabilita' che una sequenza genica sopravviva alla digestione intracellulare e intestinale e' praticamente uguale a zero, per cui non dovrebbero esserci dubbi sulla sicurezza alimentare dei cibi <transgenici>: i costrutti utilizzati per la trasformazione si perdono. Il problema che piu' frequentemente viene sollevato e' appunto quello della sicurezza delle sostanze, principalmente zuccheri, grassi e proteine prodotte direttamente o indirettamente dal gene inserito. Proteine: costituiscono il piu' vasto gruppo di sostanze introdotte negli alimenti attraverso l' ingegneria genetica. I prodotti alimentari, gia' di per se', contengono un enorme numero di proteine mutate e la loro sicurezza alimentare da' ampie garanzie che future mutazioni sulle stesse proteine daranno prodotti sicuri. Carboidrati: le modificazioni che riguarderanno queste sostanze avranno a che fare con il contenuto di amilosio e amilopectina. Queste sostanze modificate dovrebbero essere equivalenti a quelle normalmente contenute negli alimenti, che non provocano allarme. L' unico aspetto negativo potrebbe essere dato da una modificazione che aumenti il contenuto di carboidrati indigeribili. Olii e grassi: l ' alterazione del rapporto fra acidi grassi saturi e insaturi potrebbe avere conseguenze nutrizionali di una certa rilevanza, modificando anche la capacita' di digerirle. A garanzia dei consumatori, negli Stati Uniti la Food and Drug Administration, il massimo ente di controllo sui cibi e sui farmaci, ha preparato un documento per la valutazione della sicurezza degli alimenti di derivazione biotecnologica. Giorgio Calabrese

    (fonte: TUTTOSCIENZE)
     
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  2. Overlord_SonicSnake
     
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    é_è
     
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1 replies since 26/11/2006, 10:29   513 views
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