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Qui è possibile esporre i propri dubbi, quesiti, chiarimenti sul mondo della parassitologia! . -
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avrei bisogno di un chiarimento:
i parassiti vivono all'interno di un organismo perchè devono compensare le loro carenze metaboiche. I parassiti quindi traggono vantaggio dall'ospitante ma possono causarne anche la morte? si possono classificare i 2 casi?
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Riferendosi al caso 'uomo', i casi in cui i parassiti possono provocare la morte dell'ospitante sono pochi:
1) Plasmodio della malaria (in particolare, il P.falciparum),
2) Entamoeba histolytica, con possibilità di rare metastasi nel fegato e nel cervello (amebomi).
Altri parassiti causano malattie molto gravi ed a volte invalidanti. La morte,in questi casi, è possibile in individui a basse o bassissime carenze immunitarie (AIDS), malnutrizione molto prolungata, immunodepressione o immunocarenza.
Quindi sembrerebbe, l'esito finale, un controsenso : perchè far morire chi ci dà i metaboliti di cui abbisogniamo?
In realtà, la Natura non è antropocentrica e non è Filosofa:semplicemente, gli ospiti traggono dall'uomo parassitato ciò di cui abbisognano_ Dopo di che si trasformano in stadi di sedentarietà (o di resistenza nell'ambiente): ossia le cisti (per i Protozoi) e le uova (per gli Elminti) che rappresentano, in ogni caso, forma di sopravvivenza, con una vita quiescente e che ( paragoniamolo ad un uovo di gallina) ha già il materiale di cui necessita per trascorrere, indenne, un lungo od un lunghissimo periodo di tempo in condizioni di auto-sufficienza.
Spero di essere stato chiaro. Se no, possiamo continuare la discusione.
Ciao
il Triturus. -
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Triturus ti ringrazio sei stato chiarissimo e molto esauriente.
vorrei chiederti un'altra cosa: ci sono studi che spiegano come hanno fatto i parassiti ad adattarsi ai loro ospiti? mi spiego meglio: esistono studi sull'evoluzione della parassitologia?. -
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Sì, esistono studi e teorie. Ne parleremo in seguito. Grazie dell'interessamento
il Triturus. -
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grazie mille triturus! sai, leggendo quello che scrivi sulla parassitologia nell'altro topic mi sto incuriosendo molto.
Io ho studiato i parassiti solo in Zoologia quindi ho diverse lacune da colmare. -
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Mi fa molto piacere tutto questo, vuol dire che sono riuscito a far emergere la curiosità.
Ciao!
il Triturus. -
^Sere.
User deleted
Salve a tutti:)! Premettendo di non esser certa di ciò che dico in quanto sto preparando da un mesetto scarso l'esame di igiene e parassitologia siamo sicuri che i casi più frequenti di morte siano causati nell'uomo dal plasmodio della malaria e da Entamoeba histolytica?? Elminti tipo Echinoccoccus Granulosis non producono cisti ricche di "sabbia idatoidea" pericolosissime perchè possono giungere a fegato, polmoni e addirittura al cervello e inoltre rompersi e causare la fuoriuscita della "sabbia" ifestando le aree circostanti? E inoltre considerando le dimensioni raggiungibili dalle Tenie (fino a 16 m con Tenia Saginata) non è difficile che in stadi avanzati dell'infestazione il cestode stesso muovendosi possa causare lesioni gravi spesso letali! Ora essendo d'accordo sul fatto che la Natura non vuole che l'ospite muoia, sarebbe sconveniente anche per il parassita:) ,mi chiedo: esistono davvero casi frequenti di morte per E.Granulosis e per le Tenie oppure sono ancora in una visione diciamo un po' rigida e scolastica della materia? . -
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Bisogna distinguere, qui, fra morbosità e mortalità:
Il plasmodio della malaria, ogni anno, infetta 800 milioni di persone, di cui 150 milioni contraggono la malattia e 1,5 milioni muore.
Gli stessi numeri , relativi all'Histolylica sono: 480 milioni; 50 milioni; 100.000
E, per il <trypanosoma (Brucei e Cruzi) : 24 milioni; 1,2 milioni; 60.000
E, per lo Schistosoma: : 200 milioni; 20 milioni ; un milione
Nematodi intestinali : 2400 milioni; 2,6 milioni ; 80 mila
Abbiamo, cioè, un'altissima morbosità ed un'alta mortalità in questi casi.
I casi a cui ti riferisci (Echinococco, Taenia sopratutto Solium, ecc) hanno una relativa bassa morbosità ed una mortalità ancora più bassa, così come per le Filarie.
Questo significa che per Malaria, Trypanosoma, Schistosoma, l'OMS parla di endemie molto allargate e di urgentissimo problema sanitario.
Gli altri parassiti hanno un'importanza grande, ma limitata ed endemica (per esempio, la Tenia Diphyllobotrium latum è endemica nei Paesi scandinavi e, da noi, nei paesi attorno al lago di Garda, per l'uso che si ha di mangiare pesce crudo o quasi) ciò non toglie che la morbosità sia relativamente alta (anche se con una mortalità bassa), ma la loro patologia non riveste il carattere di urgenza sanitaria mondiale.
Ciao, se hai qualche dubbio ti risponderò molto volentieri
Triturus. -
danbart.
User deleted
Ciao a tutti abitando in campagna mi capita di dover estrarre zecche ed ho sempre sperato che esistano sistemi innocui(anche per la zecca)che la facciano uscire viva. Al pronto soccorso non mi hanno saputo dire niente, l'ultima volta che è capitato il problema. Pensavo che magari a parte l'etere che non è proprio quello che interagisce col meccanismo del rostro,con il sale l'animale potrebbe lentamente sentire il bisogno di allontanarsi. Ne sapete nulla? . -
M111.
User deleted
Ma le pinzette Zecken Zange dovrebbero permettere l'estrazione della zecca viva...
...certo che dopo è bene ucciderla.
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danbart.
User deleted
Si le pinzette sono utili,anche perchè mi hanno fatto leggere che con l'olio per sfilarle(spesso consigliato)si provoca vomito dell'animaletto in noi,,però capita spesso di non averle e uno studio delle abitudini dei sempre probabili ospiti sarebbe la meglio cosa. Comunque credo che non grattandosi(al limite meglio far uscire sangue)e acquistando un certa ignoranza,propria dei cani che riescono a tollerarle(se non vengono curati,ma è difficile)si ha uno stallo nella regressione propria della sfortuna che "qualitativamente" fa meno danni.Le mani o qualche erbetta sono sempre a disposizione . . -
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L'ablazione delle zecche va preceduta da una loro anestesia: in genere, per questo si adopera qualche goccia di etere dietilico o di cloroformio. Dopo un quarto d'ora si estrae la zecca, evitando la loro rottura, tirando l'animale secondo l'asse longitudinale.
<Il metodo con olio è usatissimo nelle campagne: l'unico inconveniente è che si rischia di lasciare le zampette dell'animale nella cute del parassitato.
Ciao
triturus. -
danbart.
User deleted
Come dicevo,vorrei cercare di conoscere soluzioni più pratiche(perchè non posso portarmi dietro pinzette e disinfettante per i boschi,sempre)e per quanto riguarda l'olio o l'etere in rete(planetmountain,furum prima pagina)o trovato questo:
"Occore evitare di strapparle (se sono già ben agganciate, altrimenti basta tirarle via) e per far ciò occorre ucciderle prima.
Una pomata oleosa non permette loro di respirare e quindi le uccide, ma è meglio fare un giro ad un prontosoccorso per essere più sicuri.......
mi dispiace, ma devo smentire l'uso di questa tecnica.
Per toglierle bisogna prendere una pinzetta, stringere senza ammazzare, ruotare in senso antiorario e fare trazione. Prima o poi si staccano. Non bisogna assolutamente usare sostanze che le soffochino in quanto potrebbero rigurgitare quanto hanno appena succhiato e quindi trasmettere la malattia" Non so se ne sapete qualcosa;magari confrontandosi con chi studia fisiologia animale si potrebbe,con le buone,evitare la solita fuga al pronto soccorso dove,con rammarico,o scoperto che certi ,non sono ben istruiti su come agire(consigliano di rivolgersi ad un dottore).Per esempio può darsi che se nel momento dell'estrazione mangiamo zuccheri(cosi' fece fare un dottore a mia figlia la quale non mollò la zecca,forse per l'immediata risposta invitante per questa dal sangue addolcito!mah),si peggiora la storia,mentre masticando qualcosa di amaro il parassita transita via?. -
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Allora: la risposta che io ti ho dato l'ho tratta dal testo principe per chi, come anche io, si occupa di Parassitologia: DE CARNERI: Parassitologia generale ed umana, Casa Editrice Ambrosiana, vera Bibbia dei Parassitologi Italiani e stranieri, e ad essa ti rimando per ulteriori delucidazioni.
Ripeto: La pinzetta va adoperata solo quando la zecca è addormentata con etere, per evitare che le zampe (con vasi sanguigni direttamente in comunicazione con la cavità generale del corpo o celoma) possano a loro volta - se sono immessi ancora nella cute - (anche se con probabilità molto ridotte) infettare l'ospite. La zecca verrà via molto bene, in questo caso.
Sul fatto degli zuccheri e delle sostanze amare ingerite, poi, non esiste alcun nesso logico od ontologico tra ciò che si mangia e la tecnica di estrazione del vettore di parassiti (la zecca)
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