Viso di uomo, viso di scimpanzé

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  1. Farida
     
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    Le regioni attive nel riconoscimento farebbero parte di un sistema neurale distribuito nel cervello degli scimpanzé simile a quello ipotizzato per l’essere umano.
    Gli scimpanzé riconoscono i propri compagni utilizzando alcune delle stesse regioni cerebrali che si attivano nell’uomo quando memorizza un viso familiare: è quanto ha concluso uno studio ora pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Current Biology”.
    La ricerca - la prima che affronta questo tipo di problema negli scimpanzé - offre nuove informazioni sulla peculiare capacità umana di riconoscere i visi che, con tutta evidenza, ha avuto nel corso dell’evoluzione un’importanza etologica fondamentale.

    "Studiando i nostri parenti evolutivamente più prossimi, possiamo capire molto della nostra natura", ha spiegato Lisa Parr, ricercatrice dello Yerkes National Primate Research Center della Emory University di Atlanta, in Georgia (Stati Uniti). È infatti questa la strada maestra per cercare di capire quali aspetti siano appannaggio esclusivo dell’essere umano e quali invece siano presenti anche in altre specie.

    Precedenti studi avevano già dimostrato come gli scimpanzé siano molto esperti nel riconoscere i propri pari, e proprio da questa conclusione è partito quest’ultimo studio.

    "Sapevamo dalle ricerche di osservazione del comportamento che scimpanzé e uomini elaborano in modo simile i visi”, ha continuato la Parr. "Così ci siamo chiesti se le aree cerebrali responsabili di tale capacità fossero le stesse, e sembra essere così, almeno per la maggior parte.”

    Nel corso dello studio, i ricercatori hanno esaminato l’attività cerebrale monitorando il metabolismo del glucosio sanguigno in un gruppo di cinque scimpanzé utilizzando la tecnica di tomografia a emissione di positroni (PET).

    Ai primati venivano poi mostrate tre facce, due delle quali identiche tra loro, mentre la terza apparteneva a un altro esemplare. Agli stessi scimpanzé veniva poi richiesto di indicare quali coppie di visi apparissero uguali.

    Gli studi di imaging hanno rivelato una significativa attività di selezione dei visi in aree cerebrali note per far parte della rete corticale distribuita che nell’uomo presiede al riconoscimento di visi.


    Ulteriori studi hanno mostrato distinti siti di attività in una regione nota come giro fusiforme – sito primario della stessa attività di riconoscimento – mentre gli animali osservavano la facce.


    Secondo le conclusioni dello studio, le regioni che si attivano durante il riconoscimento facciale potrebbero rappresentare una parte di un sistema neurale distribuito nel cervello degli scimpanzé simile a quello che è stato ipotizzato per l’essere umano, in cui l’iniziale analisi visiva delle facce attiva regioni nei lobi occipitali e temporali della corteccia cerebrale (una porzione del cervello coinvolta nei processi di memoria, nell’attenzione e nella consapevolezza percettiva) seguita da una elaborazione aggiuntiva del giro fusiforme e in altre regioni. (fc)

    fonte : http://lescienze.espresso.repubblica.it
     
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0 replies since 24/12/2008, 12:50   262 views
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