LA STORIA MAGNETICA DI MARTE

Nuove indicazioni sull’evoluzione atmosferica di Marte

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  1. vivi75***
     
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    In origine, il campo magnetico di Marte era concentrato nell’emisfero sud del pianeta, influenzando in parte l’evoluzione della crosta e determinando così differenze geologiche tra i due emisferi.

    Ora grazie a uno studio dei ricercatori dell’Università di Toronto in Canada, del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, nel Massachusetts, e della Brown University di Providence, nel Rhode Island, Stati Uniti, è stato sviluppato un modello dei flussi di calore su Marte che può spiegare le differenze nei fenomeni magnetici riscontrati.

    Questi risultati forniscono anche nuove indicazioni sull’evoluzione atmosferica di Marte, sulla sua storia termodinamica e sulla storia complessiva del sistema solare.

    Sabine Stanley e colleghi hanno sviluppato un modello matematico sulla base dell’ipotesi che la formazione delle differenze fisiche tra i due emisferi del Pianeta Rosso si siano sviluppate simultaneamente al campo magnetico, contrariamente a quanto ritenuto finora. Gli attuali modelli dinamici prevedono infatti che il campo magnetico si sia alterato con il tempo.

    La Stanley e il suo gruppo dimostrano invece che il campo marziano si è originato fin dall’inizio con intensità molto maggiore nel sud del pianeta rispetto al nord: se il flusso di calore attraverso l’interfaccia nucleo-mantello era inferiore al momento della formazione del pianeta, allora il risultante campo geomagnetico si concentrò effettivamente solo nella parte meridionale. (fc)

    www.lescienze.it
     
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  2. M111
     
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    Per quel che riguarda Marte è interessante raffrontare le dinamiche delll'ambiente a quelle dell'ambiente terrestre, intendo dire, quel sistema tampone che rende possibile la vita sulla terra mantendo una larga ecosfera, magari domani con un po' di tempo ne parliamo meglio :)
     
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  3. M111
     
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    Detta in parole povere, quelle che mi competono, tirando fuori una spiegazione che mi è stata data di chi ne sa molto più di me; fino a pochi anni fa la comunità pensava che se la terra si fosse trovata a poche % di UA più vicino al Sole si sarebbe trovata nelle condizioni di Venere, rovesciando la cosa, si sarebbe trovata nelle condizioni di Marte; però, come giustificare l'esempio di 4 miliardi di anni fa? Il Sole di quei tempi era circa il 30% meno luminoso di oggi, perchè la terra non era un pianeta marziano? è stata documentata la presenza di oceani anche in quell'epoca.
    Bene, eccoci al sistema tampone, sistema che, per la nostra formazione, ci è più familiare per la chimica ma che, come principio, funziona anche per il clima, la Terra è in grado di auto-regolare la propria temperatura entro un certo range, per chi è interessato, ora lo spiego, sostanzialmente i vulcani terrestri emettono CO2, questa è rimossa dall'atmosfera grazie alle piogge, si formano carbonati che giungono nelle profondità oceaniche depositandosi. La diminuzione di luminosità solare provoca una minor evaporazione oceanica, corollario sarà la diminuzione delle piogge e quindi diminuirà la rimozione di CO2 dall'atmosfera, effetto fondamentale sarà l'aumento dell'effetto serra che tamponerà la diminuzione di temperatura alla base di tali eventi; tale processo vale anche al contrario, l'aumento di luminosità solare porterà a un aumento delle piogge e quindi a maggior rimozione di CO2, ciò regolerebbe ancora la temperatura.
    Paradigmatico è l'esempio del Snowball Earth, realizzatosi, oceani totalmente ghiacciati, assenza di evaporazione...come la risolviamo? i vulcani continuano a emettere CO2, raggiunto un certo livello di effetto serra tali ghiacciai si sciolgono, ed ecco che il sistema gradualmente torna a normalità.
    Un Marte più massiccio avrebbe quindi potuto mantenuto una densa atmosfera capace di compiere autoregolazione, che probabilmente oggi non sarebbe ad ogni modo più presente, li pianeta è geologicamente morto.
    Ma ho parlato di limiti, la Terra dovrebbe esaurire tale sua potente caratteristica con un aumento del 10% del flusso di radiazione, questo perchè il vapore acqueo salirebbe troppo in atmosfera e la radiazione ultravioletta darebbe vita a una reazione di scomposizione in ossigeno e idrogeno, idrogeno che lascerebbe la terra, il nostro pianeta finirebbe disseccato, ovviamente non in tre giorni.
    La Terra, per avere temperature stabili e sopportabili dalla vita che conosciamo (tralascio eccezioni), dovrebbere ricevere tra 1,1 e 0,4 volte l'energia che la Terra riceve ogni secondo per metro quadro, questa è la c.d. zona abitabile, l'ecosfera.
    Ho dati anche per altre stelle.
     
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  4. M111
     
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    E' anche interessante riferirsi primariamente a Marte e alle sue dimensioni, magari in un altro post, se la cosa dovesse interessare :)

    Edited by M111 - 1/10/2008, 15:35
     
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  5. M111
     
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    Bene, riprendendo da quello che mi è stato spiegato...
    cosa molto importante è la massa del pianeta, massa piccola equivale a piccole dimenzioni, la massa poi informa anche circa il tempo di possibile attività vulcanica sul pianeta, in relazione a quel sistema tampone di cui si è parlato.
    Considerando che il rapporto tra superfice e volume decresce all'aumentare del raggio, la terra ha un rapporto molto basso e poichè il calore è prodotto nel volume del pianeta, la terra perde molto meno calore di Marte, ciò rende possible al nostro pianeta tenere un interno fluido, cosa che ormai su Marte non è più presente, Marte ha potuto tener vulcani attivi per pochi miliardi di anni, ormai però la CO2 è tutta precipitata e l'atmosfera non può più garantire l'effetto serra "tampone", il pianeta è per questo molto freddo.
    Marte ha tenuto attivi stabilmente i propri vulcani per circa un miliardo di anni, in questo periodo la sua superfice presentava mari. Va poi detto che il calore interno fa mantenere un nucleo metallico liquido che produce un campo magnetico, questo impedirà al vento solare di raggiungere l'atmosfera del pianeta, l'acqua è così salva.
    In questo discorso potrebbero esser inseriti i satelliti di GIove e Satruno, che, grazie alle forze di marea sono molto attivi pur avendo massa anche di un centesimo quella terrestre. Va detto che il caso più importante che conosciamo è anche parecchio controverso...ma tralasciamo.
    Qui vorrei ricollegare la speranza degli astronomi di trovare giganti gassosi in ecosfera con satelliti, qui sarebbe possibile l'effetto tampone, tali satelliti devono esser molto massicci perchè altrimenti non potrebbero tenere un'atmosfera, seve una velocità di fuga superiore anche a quella delle lune dei nostri giganti gassosi.

    Affascinante credo :)
     
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4 replies since 30/9/2008, 09:03   222 views
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