L'ora di Barga

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    aves

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    pianura alluvionale del Mugello (Firenze).

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    Giovanni Pascoli era un poeta che viveva a fondo la Natura. Pur avendo un'estrazione di tipo classico (fra l'altro, divenne, ancor giovane, professore di Greco e Lettere ai Licei di Matera e di Livorno ), aveva un animo profondamente semplice e sensibile. Ai concorsi alla Pubblica Istruzione gli esaminatori lo conoscevano a tal punto che, appena finivano di leggere le versioni dal Greco o dal Latino, dicevano: Ma questa è del Pascoli!. Nonostante questo, dismetteva presto i panni professorali per calarsi nella Natura, in particolare negli studi agronomici (aveva una bellissima casa colonica a Castelvecchio ed organizzava sempre le semine, i raccolti, i lavori nei campi.
    Le sue poesie sono pervase da un intimo amore per la Natura, vista in modo quasi religioso.
    Vi posto la bella poesia: L'ora di Barga, che dedico a Paolabio (anche lei appassionata del Pascoli).
    image




    L'ora di Barga


    Al mio cantuccio donde non sento
    se non le reste brusir del grano,
    il suon dell'ore viene col vento
    dal non veduto borgo montano:
    suono che uguale, che blando cade,
    come una voce che persuade.

    Tu dici, É l'ora; tu dici, É tardi,
    voce che cadi blanda dal cielo.
    Ma un poco ancora lascia che guardi
    l'albero, il ragno, l'ape, lo stelo,
    cose ch'han molti secoli o un anno
    o un' ora, e quelle nubi che vanno.

    Lasciami immoto qui rimanere
    fra tanto moto d'ale e di fronde;
    e udire il gallo che da un podere
    chiama, e da un altro l'altro risponde,
    e quando altrove l'anima è fissa
    gli strilli d'una cincia che rissa.

    E suona ancora l'ora e mi manda
    prima un suo gridodi meraviglia
    tinnulo, e quindi con la sua blanda
    voce di prima parla e consiglia,
    e grave grave grave m'incuora:
    mi dice, É tardi; mi dice, É l'ora.

    Tu vuoi che pensi dunque al ritorno
    voce che cadi blanda dal cielo!
    Ma bello e questo poco di giorno
    che mi traluce come da un velo!
    Lo so ch'è l'ora, lo so ch'è tardi:
    ma un poco ancora lascia che guardi.

    Lascia che guardi dentro il mio cuore.
    lascia ch'io viva del mio passato;
    se c'e sul bronco sempre quel fiore,
    s'io trovi un bacio che non ho dato!
    Nel mio cantuccio d'ombra romita
    lascia ch'io pianga su la mia vita!

    E suona ancora l'ora, e mi squilla
    due volte un grido quasi di cruccio,
    e poi, tornata blanda e tranquilla,
    mi persuade nel mio cantuccio:
    è tardi! è l'ora! Sì ritorniamo
    dove son quelli ch'amano ed amo.


    :D :D :D

    Triturus
     
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  2. paolabio
     
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    Caro Triturus,
    ben poche parole posso dire che riescano ad esprimere quanto mi hai colpito nel profondo del cuore. Il tuo animo Gentile e Nobile si palesa anche in questa occasione. Eh si, la Natura è qualcosa di Meraviglioso in qualunque forma la si osservi. Amo Ammirarla,Amo Contemplarla, Amo Ascoltarla ed il Pascoli bene rispecchia questo mio stato dinanzi ad Essa.La mia mente viaggiava nella campagna toscana quando a scuola si leggevano le sue poesie. Non conoscevo questa poesia ed è davvero molto bella ed a tratti commovente...ma io non so commentarla/e o comunque parlar bene della poesia come sai fare sicuramente tu.
    Cosa dirti...Grazie di cuore per tutte le belle cose che dici.
    Grazie Carlo,
    Sinceramente Paola :) :hug.gif: :bye1.gif:
     
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  3. paolabio
     
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    A triturus,anzi al mio Amico Carlo che sono sicura apprezzerà e comprenderà.


    X AGOSTO
    di Giovanni Pascoli

    San Lorenzo, io lo so perché tanto
    di stelle per l'aria tranquilla
    arde e cade, perché si gran pianto
    nel concavo cielo sfavilla.
    Ritornava una rondine al tetto:
    l'uccisero: cadde tra i spini;
    ella aveva nel becco un insetto:
    la cena dei suoi rondinini.

    Ora è là, come in croce, che tende
    quel verme a quel cielo lontano;
    e il suo nido è nell'ombra, che attende,
    che pigola sempre più piano.

    Anche un uomo tornava al suo nido:
    l'uccisero: disse: Perdono;
    e restò negli aperti occhi un grido:
    portava due bambole in dono.

    Ora là, nella casa romita,
    lo aspettano, aspettano in vano:
    egli immobile, attonito, addita
    le bambole al cielo lontano.

    E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
    sereni, infinito, immortale,
    oh! d'un pianto di stelle lo inondi
    quest'atomo opaco del Male!


    Con tutto il mio Affetto e Stima
    Paola
     
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    Ho capito e ho apprezzato. Molto.
    Ciao, Paola, ti auguro dieci giorni di relax e di gioia. :D :D :D

    Stai contenta e tranquilla
    Triturus Carlo
     
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  5. paolabio
     
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    ...Ed io Apprezzato quanto la tua Persona ha saputo leggere tra le righe ed ha Visto e Capito Realmente Me. :)
     
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  6. M111
     
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    Bhè, della mia zona, qui sommo poeta :)
     
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5 replies since 9/8/2008, 18:28   5778 views
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