Relativismo

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  1. Algebrista
     
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    Spesso si sente parlare di tolleranza riguardo alle idee di una persona con cui stiamo sostenendo un discorso. Fondamentalmente, nessuno avrà da ridire, se si imputerà il fatto che esiste questa pretesa di tolleranza per le idee altrui(anche sbagliate) a causa di una certà validità assegnata dalle masse al concetto di relativismo. Joseph Ratzinger scrive libri da quando era studente universitario contro il relativismo, dottrina, che anche a mio parere deve essere vista sotto una nuova ottica. Ma vediamo perché deve essere vista sotto una nuova ottica e vediamo dove sbaglia il papa.
    Innanzitutto, da logico, sapendo che una affermazione è vera o falsa, non posso che dire che se sto affermando una cosa vera, dimostrata, chi la pensa diversamente è in fallo. Quindi non vedo per quale motivo si debbano tollerare o, peggio ancora, si debba credere che dalla dialettica nasce un miglioramento anche quando una persona afferma cose non vere. Ciò rappresenta solo un freno al progresso e una mancanza di rispetto verso la verità intesa come concetto in essere.
    Appoggiarsi alle verità affermate dalla scienza è un buon modo per sapere che chi le nega è in fallo. Infatti a nessuno sano di mente può venire in mente(scusate la ripetizione) di affermare che le verità della scienza non siano assolute. Chi come Feyerabend o Kuhn lo ha fatto è stato zittito dalle argomentazioni analitiche di matematici e filosofi. Ratzinger,invece, attacca ipocritamente il relativismo allo scopo di mostrare che credere in cose diverse dalla religione(che è un credo, quindi niente di accettato da tutti) porta a mancanza di un'etica coerente o giusta. Da notare che il giusto per lui è ciò che è ispirato da dio. Quindi c'è anche una circolarità del discorso che ne mina le fondamenta. Oltretutto come saprà qualsiasi persona che abbia seguito un corso di logica, fisica, matematica, teoria della dimostrazione, i dogmi non hanno nessun valore conoscitivo.
    Sicuramente farà scalpore il fatto che io creda che si debba abbandonare una forma di relativismo conoscitivo come quello in auge nella società moderna ma, ragionado un attimo, si può notare che ove vi sia una totale o quasi totale assenza di relativismo, come nelle scienze, c'è stato un progresso spaventoso. Questa assenza di via trasverse da un lato non ha assolutamente minato la creatività degli scienziati, i quali, come racconta Alain Connes, hanno potuto liberarsi da campi troppo vasti che non conoscevano e che erano ricchi di cespugli ridondanti di bacche velenose e si sono concentrati verso delle direzioni maestre. E ciò ha fatto si che si potesse arrivare a grandissime invenzioni che hanno migliorato la vita di tutti. Una obiezione di fondo alla tesi che esprimo è che in ambiti come la politica non c'è ancora un'assiomatica condivisa e tale che possa mettere tutti d'accordo. I particolarismi politici, l'interesse e la scarsa validità dei politici portano a credere che la politica sia un ambito dove l'opinabilità domina. A questo punto, per evitare questo fenomeno, non resta che creare un' assiomatica di base, magari troneggiante il motto russelliano del "vivere nell'amore guidati dalla conoscenza", condivisa dalla maggioranza delle persone e costruire logicamente una costituzione della politica. Una sorta di deontologia professionale alla quale doversi attenere. Ciò permetterebbe di concentrarsi sui problemi delle persone e non perdere anni di politica nell'inseguimento di interessi privati.
    Vorrei sapere, pacatamente, cosa ne pensate. Grazie.
     
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  2. Overlord_SonicSnake
     
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    Alla tolleranza ci credo in parte... ognuno sarà pure libero di fare e pensare ciò che vuole... ma siccome non tutti sono capaci di porsi un freno o di regolarsi razionalmente allora non sempre mi sento di poter dire la tipica frase tollerante: "Non condivido ma tollero".

    Questo almeno quando qualcuno vuole tollerare persone che fannopensano cose distruttive per gli altri, e ultimamente il mondo abbonda di questi ultimi.

    Una frase che odio ad esempio è >> "Lasciateli fare, sono ragazzi"
     
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    Concordo con quanto detto da Over. Sulla scienza, se dimostrata, almeno in un sistema terrestre, un'affermazione è vera e chi la contraddice è in fallo. Su questo sono d'accordo con algebrista a cui do il benvenuto. :)
    Per il resto, almeno ora, mi sento di dire: ognuno è libero di credere nelle verità che il suo cuore gli indica, purchè queste no stravolgano le tesi scientifiche (ma solo quelle saldamente dimostrate).

    CITAZIONE
    "Lasciateli fare, sono ragazzi"

    niente di più errato, non oso pensare da che mente puerile possano sorgere certe esclamazioni. Hai prorpio ragione Over, la odio anche io questa frase. Appunto perchè sono ragazzi vanno educati, altrimenti NON impareranno mai e poi non ci si deve lamentare della feccia umana che ci circonda!
     
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  4. M111
     
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    Benvenuto,
    ad ogni modo, se è vero che nella fisica quantistica si parla di corroborazioni, questo è relativismo...
    Posso dirti che non può non esistere il relativismo, vedi, finchè esistera il soggettivismo esisterà, forzatamente il relativismo, ed anzi, anche nell'oggettività esiste, come ti ho prima detto, la pillola relativista...
    Ma quindi, dove sta il problema?
    Nel concetto oppure nell'effetto?
    Se si vuol parlare di libertà espressiva, si può o meno accettare le tesi di Bollinger....
    Ad ogni modo, rinnovandoti il benvenuto, devo sapere, prima di partecipare a una discussione, se quest'ultima vuol esser, nel suo "topic", rivolta alla contestualizzazione dell'oggetto fideistico e dogmatico, vedi riferimenti a Benedetto XVI, oppure se vuol giustamente arroccarsi sulla non contestualizzata analisi dell'argomento "relativo", fideistico, dogmatico.
    Non ho capito...
     
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    Sempre preciso e accurato M111 :)
    io personalmente avevo interpretato il topic senza riferimenti a personaggi particolari, spero che sia questo "l'andazzo" :)
     
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  6. Overlord_SonicSnake
     
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    Ma non basterebbe un "minimo" di buonsenso? :P
     
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  7. M111
     
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    ...buon senso riferito a cosa?
     
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  8. Overlord_SonicSnake
     
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    ma direi un po a tutto :P
     
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  9. M111
     
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    bhè...si, infonde osservazione, intuizione e buon senso, stanno alla base del lavoro...
    ci sono però tantissime sfumature :) e gradi di complessità, e come dire, una battuta, anche il buon seno è ben relativo :D
     
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  10. Algebrista
     
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    Intanto la parte di fisica quantista a cui fai riferimento ancora è ad uno stato puerile e non si sa bene dove si andrà a parare. Quindi si tratta di una citazione non corretta. Oltretutto, anche se fosse matura, quanto riporti non avvalorerebbe la tesi della"bontà" del relativismo poiché ci sono vari campi della scienza in cui si possono accettare più valori di verità, ma ciò non significa che ci si trovi in una situazione relativa. Il linguaggio infatti non rientra nella cosiddetta logica fuzzy e tantomeno la politica.
    Dalle vostre risposte, mi sembra che manchi una sorta di libertà di pensiero che faccia astrarre un po' da quello a cui siamo abituati per discutere solo circa la validità di questa nuova posizione che esprimo o delle divergenze a cui andremmo incontro qualora fosse applicata sulle ceneri dell'attuale civiltà.
    Forse sfugge che, a livello politico, per esempio, buona parte delle leggi sbagliate possono essere dimostrate sbagliate a livello economico o sociale. E sarebbe bene che ragionaste riguardo a questo. Perché lo spunto che propongo è proprio qui.
    E c'entra poco la citazione a Ratzinger ai fini di quanto volevo far capire visto che l'ho messa solo per far vedere che, seppur all'apparenza la tesi mia e sua siano simili, in realtà le motivazioni e i mezzi sono totalmente diversi(lui il dogmatismo irrazionale, io l'assiomatica scientifica e economico-sociologica seguita da un impianto logico formale tipico della matematica).
    Inoltre è il caso di ribadire che per relativismo si intende che tutte, e ripeto tutte, le posizioni hanno pari dignità. Tale affermazione può essere smentità considerando che i teoremi della matematica, ad esempio, sono veri e mai si potrà dimostrare di uno di essi che è falso.
     
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  11. M111
     
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    Bhè, ma che l'oggetto dell'esperienza non sia relativo penso che sia lapalissiano*, l'interpretazione che però viene data non può non attraversare la fase relativistica, altrimenti è assiomatica già la teoria, accolgo il tuo invito, e ti do ragione in toto sulla dimostrazione della bontà di una legge, non mi sento però di sostenere la tesi che, seppur con ammirevoli fini, vai a proporre, a mio avviso il relativismo può esser sperimentato nella quotidiana soggettività, e può esser sperimentato non nei valori di verità, ma nelle teorie valide a seconda dei casi.
    Spero che tu non creda di parlar con un Sofista.
    Ad ogni modo, per intenderci, se un leone potesse parlare, non lo capiremmo comunque.

    *fino a prova contraria
     
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10 replies since 7/6/2008, 18:38   261 views
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