Pillola del giorno dopo negata: nuovo caso

Personalmente non capisco come si possa, tutt’oggi, ostacolare la fruizione del diritto della donna che intenda prevenire una gravidanza indesiderata e un probabile successivo ricorso all'aborto. Pur affermando il diritto del medico alla clausola di coscienza, prevista all'articolo 22 del Codice deontologico, i medici non possono far venir meno il loro l'obbligo, previsto dallo stesso codice, che prevede come i medici debbano adoperarsi al fine di tutelare l'accesso alla prestazione nei tempi appropriati. Non capisco inoltre, per quale motivo si debba utilizzare in modo improprio il termine pillola abortiva, quando in realtà la pillola del giorno dopo è un farmaco contraccettivo a base di un progestinistico, uno dei componenti della comune pillola anticoncezionale, ma in dosaggio molto più alto. Rifiutarsi di prescrivere, nel caso dei medici, piuttosto che di vendere, nel caso dei farmacisti, farmaci come la pillola del giorno dopo, equivarrebbe a rifiutarsi di prescrivere i normali farmaci contraccettivi, comunemente e frequentemente, a volte in maniera del tutto impropria, utilizzati dalle ragazze.