Le bussole degli uccelli

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    BIOLOGO TEORETICO

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    ULTIME RICERCHE Le bussole degli uccelli Si orientano con campo magnetico e stelle
    Autore: RAVIZZA VITTORIO
    ARGOMENTI: ZOOLOGIA, BIOLOGIA, ANIMALI, ASTRONOMIA
    NOMI: BENVENUTI SILVANO
    LUOGHI: ITALIA
    TABELLE: T. IL VIAGGIO DEL BECCAFICO (Sylvia borin) A fine settembre lascia i luoghi di riproduzione in Europa e raggiunge l'Africa-Sud Sahariana a ottomila chilometri di distanza. ============================================================ 1) UN COMPORTAMENTO ISTINTIVO. Il beccafico nasce con un istinto che lo fa volare per sei settimane in direzione sud-est. Così evita i pericoli legati all'attraversamento delle Alpi e del Mediterraneo. ----- 2) PARTENZA AL TRAMONTO. Il beccafico aspetta il tramonto per partire: il punto in cui il sole scompare sotto l'orizzonte gli fornisce il primo orientamento. Come tutti i migratori notturni il beccafico viaggia in piccoli stormi e talvolta anche isolatamente. ----- 3) VOLI NOTTURNI. Il beccafico si orienta in base al moto delle stelle intorno alla Stella Polare. In una notte può percorrere fino a 700 chilometri ----- 4) BUSSOLA MAGNETICA. Quando il beccafico arriva all'equatore incomincia a orientarsi con il campo magnetico terrestre. ============================================================



    GLI uccelli «vedono» il campo magnetico terrestre? E' una delle più recenti e affascinanti ipotesi formulate per spiegare la stupefacente capacità di orientamento di molte specie. Il piviere dorato americano lascia ogni anno le coste dell'Alaska per andare a passare l'inverno (beato lui) alle Hawaii, 4000 chilometri di volo senza scalo sopra le onde del Pacifico; il piviere minore migra dalla Siberia alle isole del Pacifico; varie specie di uccelli che vivono sulle coste nordamericane dalla Virginia alla Nova Scotia si spostano in Sud America per 3000 chilometri facendosi trasportare dai venti da Ovest che seguono i fronti freddi del tardo autunno; la sterna codalunga, infine, detiene un record assoluto di distanza: dopo aver nidificato alle isole Svalbard raggiunge l'Antartide, lontana 20.000 chilometri. L'uomo, al quale capita a volte di perdere la strada nel quartiere intorno a casa, resta sempre sbalordito di fronte a questa capacità quasi magica. E' noto da tempo che il campo magnetico che avvolge il globo è in qualche modo alla base della capacità di orientamento degli uccelli e di altre specie animali (dalle salamandre ai tonni, alle api) ma sui meccanismi non vi sono ancora certezze assolute; sembra che il campo magnetico sia percepito grazie a cristalli di magnetite contenuti nel cervello, cristalli che hanno la proprietà di allinearsi secondo il campo magnetico stesso. Secondo l'ipotesi «visiva», avanzata da un fisico inglese dell'Università di Oxford nel '77 e sulla quale sta lavorando un'equipe di ricercatori tedeschi e australiani, le molecole del principale fotopigmento della retina, la rodopsina contenuta nei bastoncelli, sotto l'effetto della luce si comporterebbero proprio come i cristalli di magnetite, allineandosi al campo magnetico. Ma quando i ricercatori hanno provato a disturbare la magnetizzazione dei cristalli si sono accorti che gli uccelli perdevano in gran parte la capacità di orientarsi. Ne hanno dedotto che i due «sistemi» si integrano e, più in generale, che ogni animale adotta più di uno dei vari mezzi di orientamento fornitigli dalla natura, contemporaneamente o alternativamente, a seconda delle condizioni (notte- giorno, cielo sereno-cielo coperto, eccetera). Un esempio è fornito dal beccafico. Questo piccolo uccello che vive e si riproduce in estate in tutta Europa, sfrutta alla perfezione il suo apparato biologico di orientamento per tornare a lunghe tappe ai suoi quartieri invernali nell'Africa sub-sahariana evitando i due ostacoli rappresentati dalle Alpi e dal Mediterraneo. Nel suo cervello c'è un programma il quale gli dice che, a seconda del luogo di partenza, deve volare per un certo tempo verso Sud-Ovest e poi, una volta superato lo Stretto di Gibilterra, per un certo tempo verso Sud-Est. L'uccellino si riposa durante il giorno e riparte nel momento in cui il Sole scende a toccare l'orizzonte. Ciò gli consente di calcolare sulla sua bussola biologica l'angolo di rotta che dovrà mantenere durante la tappa. Ma durante la notte saranno le stelle a consentirgli di verificare tale rotta nel corso della tappa. Nella fase finale del volo, mentre si inoltra sul territorio africano, sarà il campo magnetico terrestre ad assumere una funzione importante: infatti l'intensità del campo magnetico è massima ai Poli e si attenua fino a raggiungere il minimo all'Equatore e il suo progressivo affievolirsi, captato dal cervello del beccafico, gli dice che la sua meta si sta avvicinando. Il sistema di orientamento degli animali è estremamente delicato, basta una perturbazione minima perché vada in tilt. Al Dipartimento di scienze del comportamento dell'Università di Pisa, uno dei pricipali centri di studio di questi fenomeni, sono in corso ricerche sui piccioni viaggiatori. In condizioni normali gli animali lasciati liberi lontano dalla loro piccionaia vi si dirigono immediatamente con sicurezza; al contrario altri, sottoposti precedentemente a stress (per esempio tenendoli rinchiusi per un certo tempo prima di liberarli) si sparpagliano in tutte le direzioni. Ma l'uso di apparecchi sempre più sofisticati ha consentito di scoprire che anche altri fattori possono influenzare il comportamento di questi straordinari volatori. Il mistero delle rotte dei migratori, dalle gru ai tonni, dalle rondini alle balene, è rimasto tale fino a qualche anno fa a causa della mancanza di strumenti adatti ad un'osservazione che non fosse sporadica e casuale, come era il caso dell'inanellamento; la tecnologia moderna, in particolare i satelliti e le radio trasmittenti miniaturizzate, fornisce ora i mezzi per un'osservazione sistematica e ininterrotta di milioni di soggetti per lunghi periodi. Così i ricercatori pisani hanno potuto approfondire il comportamento dei piccioni scoprendo che non è affatto uniforme e standardizzato ma varia in rapporto a molti fattori; per esempio, i piccioni liberati per la prima volta lontano da casa ritornano direttamente alla colombaia, senza deviazioni; ma ai lanci successivi, come se avessero preso gusto alla libertà e perduto ogni timore di non ritrovare la strada, si fermano, tornano indietro, aspettano i compagni; si è visto che alcuni animali seguono ogni volta lo stesso percorso mentre altri hanno alcuni percorsi alternativi e altri ancora cambiano tragitto ogni volta. Esistono evidentemente delle motivazioni individuali in grado di modificare le indicazioni biologiche innate, come potrebbero essere la fame, il desiderio di raggiungere il partner o, per le femmine, la fretta di tornare alla cova. Talvolta può risultare difficile individuare le motivazioni di un certo itinerario, che a prima vista appare in contrasto con quello che ci si attenderebbe secondo la valutazione umana. Perché una rotta a zig- zag viene talvolta preferita a una rotta in linea retta? E' un quesito suscitato, per esempio, dal tragitto seguito dalle oche selvatiche per passare dall'Islanda alla Groenlandia. Ed è la domanda che si è posto, tra gli altri, uno degli studiosi di Pisa, Silvano Benvenuti, il quale ha ottenuto la risposta che cercava dalla micro-radio applicata a uno degli animali da osservare. Ha visto così che sovrapponendo il percorso apparentemente ingiustificato dello stormo ad una carta geografica della regione attraversata esso risultava il più adatto a ridurre al minimo il volo sulle regioni più pericolose: infatti le oche, dopo aver risalito la costa dell'Islanda, attraversavano lo Stretto di Danimarca nel punto più breve e la stessa cosa facevano per le distese di ghiaccio della Groenlandia. Vittorio Ravizza

    (fonte: TUTTOSCIENZZE)
     
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    MIGRAZIONI Batteri, tartarughe e pesci in viaggio
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    NOTE: Mezzi di orientamento degli animali


    I mezzi di orientamento utilizzati dagli animali sono di varia natura. Campo magnetico terrestre. E' utilizzato da almeno una sessantina le specie, dagli uccelli alle tartarughe, dalla drosofila (o moscerino dell'aceto) fino a certi batteri. Sole e stelle. Sono il principale riferimento visivo degli animali che viaggiano di notte. Se in un planetario si presenta agli uccelli un cielo «contraffatto» il comportamento degli animali si rimodella su di esso. Programma genetico. Le giovani tartarughe passano molti anni in mare aperto per tornare infine a deporre le uova sulla spiaggia dove sono nate; le anguille compiono il percorso inverso, dai fiumi, laghi, canali dove sono cresciute al Mar dei Sargassi da cui erano partite quando erano lunghe appena qualche millimetro. Olfatto. Si ritiene che i piccioni viaggiatori si facciano aiutare nel ritorno a casa dal ricordo degli odori registrati nel viaggio verso il luogo di lancio. Anche i salmoni ritroverebbero i fiumi natii dove vanno a deporre le uova grazie alla memoria degli odori dei loro primi mesi.

    (fonte: TUTTOSCIENZE)
     
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