Il gene di Matusalemme

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    INVECCHIAMENTO Il gene di Matusalemme E' stato scoperto in un minuscolo verme, che alterna fasi di vita latente e fertile Se il cibo scarseggia, l'animale entra in un letargo perfettamente reversibile
    Autore: MARCHISIO PIER CARLO
    ARGOMENTI: BIOLOGIA, GENETICA, RICERCA SCIENTIFICA
    LUOGHI: ITALIA
    NOTE: 015



    LA paura di invecchiare e il desiderio di eterna giovinezza dominano l'immaginazione dell'uomo al punto da diventare mitologia e sogno letterario. La dura realtà è tuttavia segnata dall'ineluttabile progredire della senescenza. I biologi si chiedono da tempo che cosa regoli la durata della vita di ciascun animale e cercano di capire che cosa sia l'invecchiamento e quali i fattori che lo determinano. La risposta è ancora lontana ma sempre più urgente si fa la necessità, anche pratica, di scoprire le ragioni biologiche di questi fenomeni. Una prima, parziale risposta viene dalla ricerca biologica di base con la scoperta, riportata recentemente su Nature, di un gene che controlla la durata della vita. Niente entusiasmi per ora! L'essere vivente interessato da questa scoperta è un minuscolo verme non più lungo di un millimetro chiamato Caenorha bditis elegans che da molto tempo è un formidabile strumento nelle mani dei genetisti e dei biologi dello sviluppo per la sua semplicità strutturale e frugalità di costumi. Il nostro vermetto, che vive normalmente nel terriccio e si nutre di microrganismi, è dotato di un'eccezionale capacità di adattamento. Se l'ambiente è favorevole, cresce e si riproduce vigorosamente fino a concludere il suo ciclo vitale in circa diciotto giorni; se le condizioni ambientali sono cattive, per mancanza di cibo o per scarsa umidità, entra in uno stato di vita latente durante il quale non si riproduce. Questo stato di vita latente può essere lunghissimo ed è reversibile: se migliora l'ambiente, il vermetto torna a riprodursi e a morire. L'alternanza tra vita latente e vita fertile di C. elegans è controllata da una serie di geni che a loro volta modificano alcune funzioni vitali delle cellule. Ora si è trovato che la manipolazione sperimentale di uno di questi geni di controllo produce vermetti mutati che vivono e si riproducono per più di quaranta giorni. In altre parole, si è introdotto e reso operante anche in condizioni favorevoli quel gene che permette la lunga sopravvivenza in condizioni ambientali sfavorevoli. Tradotto in termini umani, questo fenomeno significa una longevità anche riproduttiva estesa a duecento anni: quasi il mito biblico di Matusalemme! Qual è il significato di questo dato sperimentale? Per prima cosa, l'aver dimostrato che la lunghezza della vita può essere controllata geneticamente e che teoricamente può essere modificata, intervenendo sui geni preposti a questa funzione. Siamo ancora lontani dal postulare l'esistenza di una gerarchia di controllo sul meccanismo dell'invecchiamento. Non ci sentiamo di affermare che esiste un singolo gene che fa da controllore di un fenomeno così complesso e dai multipli aspetti qual è la senescenza. Tuttavia siamo pronti a considerare questa ipotesi affascinante che metterebbe sotto il controllo di un unico evento concatenato sviluppo, riproduzione, invecchiamento e morte di ogni singolo individuo. Il sogno di Faust potrebbe annidarsi in una sequenza ancora ignota del nostro Dna. Pier Carlo Marchisio Università di Torino

    fonte: TUTTOSCIENZE)
     
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    Una visione della senescenza che mi trova d'accordo è questa: l'invecchiamento è un cancro. Sembra banale ma i processi a cui vanno in contro le cellule durante l'invecchiamento sono proprio quelli tipici di una cellula tumorale, per esempio l'accumulo di "errori" genetici.
    è carina (e un po' fantasiosa aggiungerei) l'idea di poter prendere spunto da questa ricerca ma la prima cosa che mi viene in mente è: se fosse possibile trapiante un gene (ho scritto "un" per semplificare, sappiamo che non è così) che ci fa allungare la vità più del doppio, allora occorrerebbe trapiantarlo in tutte le cellule dell'organismo, cosa alquanto improbabile se non impossibile.

     
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