Forma e Intelligenza

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    BIOLOGO TEORETICO

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    Gaia: 3° pianeta del Sistema Solare

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    FORMA & INTELLIGENZA Virus, enzimi, anticorpi: nel disegno della superficie il segreto della funzione
    Autore: QUATTRONE ALESSANDRO
    ARGOMENTI: BIOLOGIA, MEDICINA E FISIOLOGIA
    LUOGHI: ITALIA
    NOTE: 063



    IMMAGINIAMO un cannocchiale che, puntato verso la luna in una notte tersa, riuscisse a inquadrare un lembo di una bandiera americana abbandonata in qualcuna delle missioni Apollo e, senza troppo sforzo, riconoscesse il tessuto di cui è fatta esaminandone la trama. Questo mirabolante cannocchiale già esiste, ma rovesciato: anziché contro l' orizzonte esterno è puntato verso quello interno, e anziché esplorare il profilo dei corpi celesti scandaglia, con occhio ormai acutissimo, le forme non meno stupefacenti celate nell' intima struttura di altri corpi, quelli viventi. Ancora ai tempi di Pasteur tempi non poi remoti il glorioso microscopio ottico consentiva di vedere corpi di un millesimo di millimetro; i microscopi di oggi elettronici, a scansione, a effetto tunnel hanno spostato di mille, diecimila volte la frontiera di allora, e sfiorano le più piccole molecole. Ma «vedere», oggi come allora, significa essenzialmente percepire; cogliere il tratto d' insieme, la fisionomia. Esiste un altro strumento, più potente: si chiama diffratometria a raggi X, è in uso da vari decenni e consente non già di vedere gli oggetti ma di descriverli, scomponendoli in una ragnatela di informazioni semplici, i diffrattogrammi, che la grafica al computer è in grado di ricomporre tornando all' immagine: immagine virtuale, ma più precisa, più definita, più «fisica». E', questo, il cannocchiale mirabolante, che consente d' ispezionare ormai spazi al sotto del milionesimo di millimetro e che ha recentemente caratterizzato la struttura di un piccolo virus, Polioma. Ne sono uscite figure straordinarie per purezza d' informazione e ricchezza di dettaglio, una vera tavola anatomica, attendibile e fedele, della particella virale. Ma perché, in fondo, tutto ciò ? Perché tanti gruppi di ricerca profondono sforzi cospicui per «descrivere» ciò che il più avanzato microscopio vedrebbe appena, producendo ritratti iperrealisti di proteine o di aggregati di proteine quali gli involucri dei virus? Il quesito è tutt' altro che ozioso, e la risposta non si esaurisce nella vaga affermazione del valore intrinseco di ogni dato conoscitivo, quale che esso sia. Nel 1917 uno zoologo scozzese dalla sterminata erudizione scrisse un libro, intitolato «Crescita e forma», rimasto un classico insuperato. In esso D' Arcy Wentworth Thompson chiaramente mostrava come gli organismi realizzino la propria specifica funzione vitale affidandosi alla forma, appunto, e alle dimensioni, in un rapporto fra le parti prima spaziale e poi, per ciò stesso, funzionale. L' indagine biochimica successiva ha precisato ed esteso questo concetto all' ambito molecolare. A differenza dei corpi inanimati, la cui struttura ovviamente non ha alcun significato operativo, gli esseri viventi, nelle molecole che li compongono, esprimono la loro attività modellando all' uopo la struttura. Se l' informazione è immagazzinata nella cellula in modo unidimensionale, nel nastro lunghissimo del Dna, le proteine, che rappresentano l' informazione resa atto e che sono appunto assemblate seguendo le istruzioni impartite dal Dna, sono già costrutti tridimensionali, pure forme, e tutto il loro senso sta nel come sono fatte risiede, direbbe un biologo, nella loro topologia. L' intelligenza degli enzimi, degli anticorpi, dei componenti le matrici strutturali della cellula è nelle concavità, convessità, nei complessi disegni mai uguali della loro superficie e nelle proprietà di discriminazione e riconoscimento che siffatta superficie consente: l' in formazione del vivente è dunque proprio una messa in forma, la generazione di una possibilità spaziale. Ecco allora che il cerchio si chiude e appare chiaro perché ci si ostini a voler disegnare i profili, sempre più netti, delle molecole: si cerca così di giungere al loro compito, alla loro strategia operativa, talora riuscendoci davvero. Il virus Polioma adesso è lì, con il nostro cannocchiale puntato, e pare suggerire che anche per lui la verità si situi nel dettaglio. Lo interroghiamo, osservandone le volute eleganti: dimmi come sei fatto, e ti dirò chi sei. Alessandro Quattrone

    (fonte: TUTTOSCIENZE)
     
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