L’ “esplosione” di Avalon

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    BIOLOGO TEORETICO

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    L’ “esplosione” di Avalon
    La comparsa improvvisa di un grande numero di specie sarebbe avvenuta più di una volta. Lo sostiene uno studio sui più antichi fossili animali conosciuti

    Un’improvvisa esplosione di moltissime forme di vita avrebbe avuto luogo almeno 33 milioni di anni prima del Cambriano, il periodo geologico in cui comparve, tra 542 e 520 milioni di anni fa, la maggior parte degli organismi viventi da cui derivarono tutti gli animali oggi esistenti.

    A sostenere su Science l’ipotesi di questo primissimo grande ‘scoppio di vita’ precedente al Cambriano è un gruppo di paleontologi del Virginia Polytechnic Institute di Blacksburg (Usa), che ha studiato i fossili rinvenuti in Australia, presso Ediacara, il sito che conserva i resti dei più antichi organismi pluricellulari conosciuti, datati circa 575 milioni di anni fa.

    I ricercatori, guidati da Bing Shen, hanno identificato 50 caratteri e mappato la loro presenza in oltre 200 specie fossili che rappresentano tre stadi evolutivi diversi, in un arco temporale di 33 milioni di anni (da 575 a 542 milioni di anni fa), nel sotto-periodo chiamato da alcuni paleontologi anglofoni "di Avalon" (e corrispondente all'ultima parte dell'Ediarcano). La morfologia di questi fossili è molto differente da quella delle forme di vita precedenti e seguenti: molti di questi organismi ricordano la forma delle foglie o hanno geometrie frattali. I paleontologi si sono serviti di un metodo di analisi quantitativo, utilizzato per studiare l’evoluzione della morfologia, che finora non era mai stato applicato agli organismi di Ediacara. In tali analisi, le differenze dell’organizzazione del corpo sono tradotte in numeri: “Questo tipo di studio, insieme a tutte le altre considerazioni paleontologiche, permettono di descrivere in modo più oggettivo e completo organismi che possiamo studiare solo bidimensionalmente, dal momento che sono impressi su una roccia, e di cui non conosciamo ecologia, fisiologia e funzioni”, spiegano gli autori.

    L’evento, riportano i paleontologi, è perfettamente sincronizzato con l’abbondanza di ossigeno negli oceani, che potrebbe essere una delle cause dell’esplosione della biodiversità marina. Altro possibile impulso potrebbe essere stato il riscaldamento delle acque alla fine di un periodo glaciale. Altrettanti dubbi ci sono sulle cause della loro scomparsa, visto che, contrariamente alle forme del Cambriano, gli organismi di Ediacara si sono tutti “velocemente” estinti. (g.r.)

    (fonte: http://www.galileonet.it )
     
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