Musica!!

cosa ascolate e cosa state ascoltando ora?

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  1. Farida
     
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    Mike Stern (Boston, Massachusetts, 10 gennaio 1953) è un chitarrista statunitense, considerato uno delle figure di primo piano della storia chitarristica musicale moderna.
    Aggiungo jazzista straordinario.
    Non ho trovato molto sul web di suoi brani,ma vi suggerisco:
    *If only
    *Avenue B(bellissssssssssssssssssima)
    *I know you

    https://www.youtube.com/watch?v=F1K7rjBA7eU

    Ieri mi sono scordata di suggerirvi questo brano:
    *Last one down.



    Edited by Farida - 26/3/2009, 11:19
     
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  2. Farida
     
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    Una mia frase:"Quando la gente è stata vittima di clichè e non ha avuto la libertà mentale di espremirsi, difficilmente riuscirà una volta adulti a Vivere rimanendo Fedeli a se stessi!Lo zampino del clichè e insito oramai.L'originalità dell'Essere, è sbiadita oramai!" ha scatenato l'inferno nel profilo facebookiano.Mi sono così venuti in mente i Pink Floyd,che amo, anche se ancora devo capire se li amo perchè amo loro, la loro musica, i loro testi o se li ama perchè mio padre li ama! mah, chissà.

    L'album in questione è il concept album "The Wall" straordinario e sempre attualissimo.


    The Wall.
    La genesi del disco è nota. Nel 1977 i Pink Floyd sono in giro per il mondo a suonare "Animals", la loro ultima e controversa fatica discografica. Abbandonate le piccole sale da concerto dove il pubblico dei primi anni 70 amava ascoltarli in rigoroso e quasi religioso silenzio, la band gira per gli stadi, dove decine e decine di migliaia di persone si affollano nelle gradinate, spingono alle transenne, diventando un organismo unico, indistinto, entusiasta e entusiasmante, ma per certi versi pauroso. Waters è stanco, sfibrato. Un decennio trascorso in una folle corsa che in pochi anni l'ha portato da un livello di artista quasi anonimo a miliardaria star internazionale. Un percorso che nella storia del rock ha fatto più di una vittima.

    Un ragazzino, uno qualunque tra le decine di migliaia, a Montreal durante un concerto della faraonica tournèe mondiale intitolata "Pink Floyd. In the Flesh", è lì in prima fila e grida, si dimena, inneggia a "Money", la sua hit preferita, sembra essere presente solo per creare confusione. Waters non resiste, non riesce a sopportare quel parassita della platea. Prende la mira, come un fuciliere di sua Maestà la Regina, e lo centra in faccia, maledettamente. E' sconvolto Waters, per quel gesto che gli appare subito terribilmente fascista, sconvolto a tal punto da mettere in moto un processo di catarsi creativa che lo porterà a sviluppare l'idea di una delle più grandi opere rock di sempre.

    Ecco quindi trovato il concept, l'idea attorno alla quale costruire la nuova opera, ovvero il muro di incomunicabilità tra l'artista e il pubblico. Un muro che col passare del tempo si arricchirà nella testa di Waters di tanti mattoni fino a farlo diventare un emblema dell'alienazione e dell'estraniazione dal mondo a tutto raggio.
    The Wall" è in fondo la colonna sonora che ognuno di noi può adattare ai momenti più difficili della propria vita; un'opera quindi che non ha la sua forza nella profondità e unitarietà del messaggio, che anzi, restando abbastanza in superficie accontenta un po' tutti. E' come un'opera con diversi livelli di interpretazione dove ognuno è libero di spaziarvi in superficie oppure di penetrarvi in profondità, contribuendo a creare nuove chiavi di lettura e di fruizione. Ma i risvolti simbolici, sociali e politici, più per libera associazione che per intenzione programmatica del gruppo, vanno anche oltre la chiave strettamente psicologica personale. Nella composizione della storia Waters dichiara di attingere a tre livelli di ispirazione. Uno strettamente autobiografico (la morte del padre). Uno che deriva dall'osservazione del sociale (ad esempio la generica incomunicabilità nei rapporti di coppia). Uno infine che rappresenta il puro artificio narrativo.
    n una stanza d'albergo, a Los Angeles, Pink (Bob Geldof), rockstar famosa ma con problemi di droga, rivive, grazie ad un film di guerra, i momenti più significativi della sua tragica esistenza: il padre morto in guerra quando lui era ancora in fasce, il crudele maestro di scuola, la madre iperprotettiva (riferimento a Syd Barrett), la moglie infedele e le stupide groupies che darebbero l'anima per stare con lui. Tutti questi avvenimenti non hanno fatto altro che erigere intorno a Pink un muro psicologico che lo protegge dalle altre persone, ma che col passare del tempo lo soffoca. Pink, dopo aver portato con sé in albergo una groupie e aver distrutto la sua stanza, pone l'ultimo mattone nel muro, chiudendosi del tutto nella sua follia. Le persone che organizzano il suo tour lo trovano in condizioni disumane, e dopo averlo rimesso in sesto lo trascinano ad un concerto che sembra una parata nazista. Qui Pink marcia, seguito da agguerriti skinheads, sulle altre persone, raggiungendo il culmine della pazzia; poi, stanco di questa allucinante situazione, si autosottopone ad un processo in cui tutti i personaggi significativi della sua vita, rappresentati come grottesche creature, lo accusano delle sue infamie. Alla fine il Giudice Verme impone a Pink di distruggere il muro, riesponendolo così al mondo reale.

    Another Brick in the Wall part I" (Waters)

    E' la prima parte di un tema che si rivela come una delle più belle invenzioni musicali del disco. La chitarra carica di effetto delay, riverbera e fluttua creando un tappeto irresistibile e dilatato che rischia però di annoiare dilungandosi eccessivamente. Ma le soluzione di arrangiamento, come il crescendo improvviso delle tastiere o l'innesto di accordi distorti sul tappeto cristallino, restano chicche memorabili, piccole gemme di arrangiamento di cui tutto il disco è disseminato e che si imprimono indelebilmente nella mente dell'ascoltatore.

    "The happiest days of our lives" (Waters) e "Another brick in the wall part II" (Waters)

    Ormai abituati ad ascoltarla insieme alla traccia che la precede e sotto il semplice titolo di "Another brick in the wall" ecco a voi, annunciata dall'arrivo degli elicotteri, uno dei più grandi hit di tutti i tempi. La canzone, di una semplicità disarmante, è costruita su un solo accordo e mantiene a distanza di decenni un pathos impressionante, e davvero poco importa se il celeberrimo solo di chitarra non è stato scritto neanche da Gilmour. Soprattutto il coro dei bambini, composto da 23 ragazzi della quarta classe di musica della Islington Green School di Londra con età compresa fra i 13 e i 15 anni, resta memorabile. La stampa montò un caso attorno alla faccenda del coro accusando i Pink Floyd di non aver pagato i ragazzi. Risultò invece che il loro insegnante aveva approvato e siglato l'operazione ottenendone in cambio l'utilizzo gratuito, a fini didattici, dei Britannia Row Studios di proprietà degli stessi Pink Floyd. Il caso venne chiuso e i ragazzi ci guadagnarono anche qualche copia dell'album prontamente distribuita da Waters. Sempre "Another brick in the wall", che imperversò a lungo nelle radio di tutto il mondo, scatenò le ire del governo razzista del Sud Africa che ne proibì la diffusione in quanto gli slogan del ritornello ("non abbiamo bisogno di istruzione, non abbiamo bisogno di controllo del pensiero") vennero utilizzati dai manifestanti di colore in occasione dell'anniversario della sommossa di Soweto repressa nel sangue. Tutte le copie vennero ritirate dai negozi e per chi ne possedeva una pesò addirittura la minaccia della galera.

    https://www.youtube.com/watch?v=M_bvT-DGcWw...FF30997&index=0

    "Comfortably Numb" (Gilmour, Waters)

    Canzone immortale tra le più belle dell'intera produzione floydiana, quindi del rock. L'orchestrazione, soffice e leggera, sembra galleggiare e in questa sensazione sospesa si aggrappano anche i nostri sogni. La strofa è cantata da Waters, poi irrompe la voce di Gilmour. Nello show live questo avvicendamento di ruolo alla voce solista diventerà un artificio scenico altamente spettacolare, con Gilmour che appare magicamente da dietro il muro costruito sul palco, suscitando immancabilmente l'entusiamo della platea. La canzone è semplicemente un capolavoro impreziosito anche da piccole memorabili "trovate" (ad esempio il grido che accompagna l'inizio della seconda strofa), che entrano negli annali del rock e nel nostro immaginario musicale. Gilmour, ai suoi massimi livelli, chiude splendidamente la canzone con uno dei soli più belli di sempre. Intenso, drammatico, teso, con le note mai così vicine alla forza di una fredda lama di rasoio, quella che Pink nel film utilizza per rasarsi petto e sopracciglia, quella che ad ogni ascolto perfora ogni difesa e va dritta al cuore. Leggenda.

    In "Comfortably Numb" il manager di Pink irrompe in albergo trovandolo in stato catatonico. In tutta fretta e senza troppo curarsi delle sue reali condizioni, Pink viene drogato e rimesso in piedi ; lo show, semplicemente, deve continuare.

    https://www.youtube.com/watch?v=YQWszrZHBPI...FF30997&index=3

    Mother (Waters)

    E' una splendida ballata acustica con il tempo "rubato" della chitarra e con preziosi innesti "bucolici" di organo. La canzone è centrata sulla figura materna, fondamentale in tutto lo sviluppo della storia. Una madre iperprotettiva che segnerà l'esistenza di Pink impedendogli di trovare l'indipendenza, la maturità e la capacità per gestire la propria esistenza senza condizionamenti.

    https://www.youtube.com/watch?v=K_0UNJPlEqY

    "Goodbye Blue Sky" (Waters)

    Siamo all'inizio della seconda facciata, quella più claustrofobica, durante la quale Pink, mattone dopo mattone, completerà il muro che lo isolerà dal resto del mondo. Eppure musicalmente "Goodbye blue sky", dopo le tetre sonorizzazioni introduttive, possiede momenti di grande dolcezza grazie agli ottimi impasti vocali. Ma è solo un'impressione. L'atmosfera torna cupa e tetra con la voce di Gilmour che si libra sui bassi pesantissimi. Pink sta entrando inesorabilmente in un vicolo cieco.

    https://www.youtube.com/watch?v=vzn5L_vkfew...FF30997&index=7

    What shall we do now. Musicalmente, la canzone è una torbida marcia verso il baratro dell'isolamento e dell'incomunicabilità.

    https://www.youtube.com/watch?v=cFevDtxbBHM...ex=0&playnext=1

    "Youg Lust" (Waters, Gilmour)

    Si tratta di un rock robusto e sincopato, una "pastiche" di vari generi musicali, una sorta di parodia del rock così come, dichiararono i Pink Floyd, molti anni prima lo era stata "The Nile Song" nella colonna sonora del film "More". "Young lust" risulta comunque una delle canzoni più fresche e riuscite soprattutto per chi ha mal sopportato il taglio pessimistico, ossessivo e claustrofobico impresso a buona parte del disco da Waters. La canzone fa riferimento alle cosiddette "groupie", ragazze disposte a tutto pur di venire a contatto con la rockstar di turno (memorabile la scena del backstage nel film). Ma più in generale è una canzone sul desiderio di evasione, dei momenti giovanili senza pensieri, delle sbronze e della pornografia a buon mercato. E ancora, come dichiara Waters, sulla sensazione di potere e di invulnerabilità che si respira sul palco dietro la protezione di montagne di watt che si scaricano sulla platea.

    https://www.youtube.com/watch?v=RrZcRKg0NJw

    Outside The Wall (Waters)

    Ecco le parole della canzone, emblematiche:

    Da soli o a due a due Quelli che davvero ti amano Vanno e vengono al di là del muro Alcuni mano nella mano Altri riuniti in gruppi Quelli sensibili e gli artisti Cercano di abbatterlo E quando ti avranno dato il meglio di loro Qualcuno barcollerà e cadrà Dopotutto non è facile Picchiare il cuore contro il muro di un folle
    Il muro è definitivamente abbattuto. Restano solo i mattoni, le sue canzoni, pietre angolari della storia del rock.

    https://www.youtube.com/watch?v=AV-HlBCmnDY...rom=PL&index=14

    Per ovvi motivi di spazio non ho riportato tutto il concept album,ma se qualcuno volesse sul sito sopra linkato potrà trovare tutto il resto.

    Fonte:http://www.ondarock.it

    Edited by Farida - 6/5/2009, 17:59
     
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  3. Whatty
     
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    uuuh che bei post che hai fatto paola!!!
    è inutile dire quanto io adoro i pink floyd, è risaputo questo XD
    Però devo ammettere che mi piace di più il periodo prima di dark side... così acido, sperimentale, misterioso...
    (e infatti in pochi lo prendono in considerazione perché i brani di più difficile ascolto sono di quel periodo... ma è anche vero che il mio nick attuale è il diminutivo di uno usato in precedenza... what shall we do now appunto!XD Li amo proprio dal primo all'ultimo album).

    E poi Mike Stern è un grandissimo chitarrista, tecnica sovrumana, e grande espressività... due doti che raramente si trovano insieme! ho qualche suo album ma lo sto ancora approfondendo...
     
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  4. **Stefy83**
     
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    Ahhh Paola, mi ha fatto molto piacere leggere questa splendida recensione sul mio gruppo preferito! Ho rivissuto tutte le varie fasi del film!

    p.s. Non sapevo fossi amante anche tu dei Pink Floyd!
     
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  5. Farida
     
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    Troppo onore, che merito però fino ad un certo punto;ho solo riportato una recensione scritta da mani esperte su ondarock.Come ho scritto sopra non so se amo i pink floyd perchè da soli hanno il loro fascino su di me o se li amo perchè li ama mio padre;questo è uno dei suoi gruppi preferiti che ho ascoltato sin da piccola.Fermo restando che la voglia di postare proprio questo concept album è nata dalla lampante incomunicabilità o omologazione che in questo periodo vedo quotidiamente attraverso la gente che è attorno a me.Gente Omologata e vittime di clichè, a volte vissuta anche solo nella logistica che sta dietro ad una stupidata come scegliere di vedere un film al cinema. Dietro ai cliché c'è sempre la non libertà,dettata da: genitori, società, branco amicale. Quando la gente è stata vittima di clichè e non ha avuto la libertà mentale di espremirsi, difficilmente riuscirà una volta adulti a Vivere rimanendo Fedeli a se stessi!Lo zampino del clichè e insito oramai.L'originalità dell'Essere, è sbiadita oramai. L'imprinting dettato dalla vita vissuta fino a quel momento è forte ed è difficile sbarazzare la propria persona delle sovrastrutture, che situazioni passate hanno vestito l'anima.
    Non so, è più forte di me, quando vedo questi comportamenti mi verrebbe da urlare in faccia a questa gente e dire: ma quante vite pensi di poter vivere!?!? Ascoltare "The Wall" mi ha sempre dato un senso di rivalsa dell'essere, di libertà, di possibilità di rottura. Non so, forse le musiche sono ben orchestrate da far sentire questo sentimento, anche senza conoscere la storia dell'album.
    Prendi "Hey you"....


    Quanto segue e preso da:Ondarock.it

    Hey you

    https://www.youtube.com/watch?v=gELhNbDcLE0

    è un grido disperato di aiuto rivolto al mondo esterno e i vermi sono la rappresentazione simbolica del decadimento. In altre parole chi si isola, marcisce.

    "Is There Anybody Out There?"

    https://www.youtube.com/watch?v=HLMGOJrvdvk

    Di fronte al muro insormontabile Pink grida semplicemente: "C'è qualcuno oltre il muro?". Dolcissima e semplice sequenza di arpeggi, tema di esercizio per schiere di chitarristi fai da te. Da cameretta e da spiaggia.

    "Nobody Home" (Waters)

    https://www.youtube.com/watch?v=JZkERB6dU_Y

    Splendida ballata per pianoforte e voce, la canzone rappresenta un momento di riflessione molto poetica ed evocativa. Pink ripercorre gli oggetti e i riti della propria esistenza che sono poi i luoghi comuni della rockstar. La pettinatura alla Hendrix, pressoché obbligatoria nell'ambiente musicale alla fine degli anni 60, o l'accenno ai lacci che tenevano realmente legati al polpaccio gli stivali di Barrett. E poi ancora il cucchiaio d'argento, le macchie di nicotina, un libretto con le proprie poesie…

    "Bring The Boys Back Home"

    https://www.youtube.com/watch?v=oSpeZZFFMT0

    E' una marcia scandita dal rullo dei tamburi che annuncia il rientro dei "ragazzi" dalla guerra. La canzone ritenuta da Waters il perno centrale di tutto il disco, ripartendo dal tema del mancato ritorno a casa dei soldati, vuole sottolineare l'importanza dei rapporti umani essenziali: gli amici la famiglia, la coppia, i figli. Nulla, non il lavoro, non le corse folli e snervanti dell'esistenza quotidiana, devono anteporsi agli affetti primari.

    "Waiting For The Worms"

    https://www.youtube.com/watch?v=0bDY0DfEjmo

    Bellissima canzone, tra le migliori del disco, rappresenta per Pink il momento della lenta ripresa di coscienza dopo l'effetto delle droghe. Tra gli arrangiamenti, da ricordare la splendida sonorità dilatata dei piatti della batteria di Mason. All'improvviso però l'atmosfera rarefatta è interrotta dalla cruda e inquietante voce filtrata da un megafono (in realtà Waters che canta in presa diretta turandosi il naso). Da questo momento, la canzone descrive in un crescendo imperioso una marcia del Fronte Nazionale, gruppo filofascista, per le vie di Londra da Brixton a Hyde Park. Il concetto sotteso è quello dell'isolamento, che spinge la gente a compiere gesti violenti e a unirsi a gruppi di fanatici e di estremisti.

    Stop"
    Per Pink è arrivato il momento di abbandonare la maschera del dittatore, è arrivato il momento di dare il via a uno spietato processo interiore.

    "The Trial" (Waters, Ezrin)

    "The Trial" descrive con toni marcatamente teatrali la spietata autoanalisi di Pink, che si traduce in un confronto diretto con tutto ciò che lo ha allontanato dalla realtà: l'insegnante che ha represso la sua vocazione artistica e poetica; la moglie che ha sposato troppo presto e con la quale non è riuscito a costruire un rapporto maturo; la madre che ha costruito il guscio protettivo e che rappresenta il rifugio ultimo, fetale. Il verdetto è semplice: "Hai dimostrato sentimenti umani"; la punizione scontata: "abbandonerai la sicurezza del tuo isolamento". Il muro deve essere abbattuto e Pink riconsegnato alla realtà. Il muro crolla, in un crescendo musicale di grande intensità e coinvolgimento.

    https://www.youtube.com/watch?v=znq4-Uz6Fr4

    Fonte:Ondarock.it

    Edited by Farida - 3/4/2009, 01:57
     
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  6. Farida
     
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    Non so chi, ma qualcuno diceva:”Tutto arriva per chi sa aspettare!”
    Beh, ho aspettato, ed ora posso dire anch’io: sono reduce del concerto dei Banco del Mutuo Soccorso.
    Dire straordinario sarebbe un eufemismo.
    Prima però di andare a vedere il concerto dei B.M.S ho pensato di fare un po’ di ricerca sul loro genere musicale.Ho così scoperto un gruppo degli anni settanta la: "locanda delle Fate”.
    Circa un anno fa,sempre in questo topic si è già parlato dei B.M.S.,quindi non aggiungo nulla.Vi segnalo quel poco che ho trovato sulla: Locanda delle Fate:


    I Locanda delle Fate debuttano nel 1977 proprio con questo Forse le Lucciole non si Amano Più, album che ben presto diverrà un masterpiece del Progressive Rock Sinfonico “made in Italy”: lo stile è perciò simile a quello di celebri bands italiane che hanno lasciato segni evidenti nel panorama rock degli anni ’70, come Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme, ma l’utilizzo di una strumentazione più ampia rende l’intera opera varia ed efficace, con melodie delicate prodotte sia dalla voce espressiva di Leonardo Sasso sia dalle complesse e coinvolgenti tastiere.
    Sfortunatamente il gruppo, dalla pubblicazione di questo primo disco, rimase sempre nel panorama Prog underground, senza ricevere grandi meriti dal pubblico internazionale, poiché iniziò la propria carriera quando questo genere musicale cominciò il suo inesorabile declino in Italia.

    Il disco si compone di otto splendide tracce, impreziosite dalla perfetta registrazione, che spaziano da sonorità jazz ad estese parti strumentali, dove compaiono organi, flauti, e percussioni curate nei minimi dettagli. Vera accompagnatrice di tutta l’opera è sicuramente la voce di Leonardo, d’impostazione simile a Ian Anderson, che conferisce grande calore e tenera dolcezza in ogni passaggio, avvolgendo l’ascoltatore in un vortice di puro sentimento.
    Rilassante ed elegante è già la strumentale A Volte un Istante di Quiete, costruita attraverso le chitarre esibizioniste, le tastiere graziose, gli organi coprenti, simile come conformazione alla seguente omonima Forse le Lucciole non si Amano Più. E’ questa una delle migliori composizioni del genere e le emozioni si susseguono più si è trascinati dagli eccezionali temi di tastiera e di flauto e dalle percussioni precise ed adeguate al contesto della canzone.
    Le parole di ogni brano sono ricercate e toccanti, colpiscono con la loro efficacia e complessità di comprensione; a partire dal secondo pezzo, l’album cambia totalmente registro, abbandonandosi ad una tranquillità melodica diversa da quella esibita precedentemente con la tecnica da ogni strumento. L’atmosfera diventa sognante, abbellita dal susseguirsi di cori e dall’impiego delle chitarre acustiche, come in Profumo di Colla Bianca e nella commuovente Cercando un Nuovo Confine, dove le voci raggiungono livelli elevatissimi.

    I flauti e gli organi ricompaiono in primo piano nella quinta traccia, Sogno d’Estunno, un’altra di queste ballate armoniose, delle quali Non Chiudere a Chiave le Stelle costituisce il capitolo più breve, malinconico e riflessivo del lavoro; lunga e ottima nella sua semplicità è Vendesi Saggezza, dai toni più cupi e misteriosi, che però mantiene sia la sua sonorità sinfonica, sia la carica emotiva che contraddistingue ogni canzone dei Locanda delle Fate. I passaggi progressivi contorti della parte centrale sono magnifici ponti modulanti di collegamento, che riprendono il tema dell’intro strumentale.
    Altrettanto appassionante è New York, dove l’ascoltatore si immedesima sia nel coro del ritornello veramente sentito, sia della straziante chitarra che si abbandona ad un assolo continuo, trasportandoci all’ultima Nove Lune, veloce e ritmata da buoni riffs di batteria e di sassofono, chiudendo in bellezza uno dei capolavori indiscussi ma sconosciuti di una band nostrana realmente valida ed ignorata dai più.
    Probabilmente la causa di questa poca popolarità è dovuta allo scarso numero di pubblicazioni, due dopo Forse le Lucciole non si Amano Più: un live del 1977 in cui è riproposta quasi tutta la tracklist del debut album e l’ultimo full-lenght, Homo Hominis Lupus (1999), sicuramente non all’altezza della perfezione sonora del precedente.

    Quindi il disco è consigliato per gli amanti della grande musica nazionale degli anni ’70, una musica non considerata per troppo tempo, una musica che a distanza di quasi trent’anni sa ancora emozionarci e divertirci, una musica che credo non tramonterà mai nei cuori di coloro che hanno visto nascere, evolversi e morire prematuramente un genere innovativo e fondamentale per la storia del rock.

    Fonte:Rockline

    Vi metto anche al copertina dell'album, perchè mi piace un sacco... :lol:

    image


    https://www.youtube.com/watch?v=j29_6ArANzM...rom=PL&index=10

    https://www.youtube.com/watch?v=7B7WUVRbnZ4...5BD57C&index=14

    https://www.youtube.com/watch?v=CvmlsZJWqjM...5BD57C&index=16

    https://www.youtube.com/watch?v=CnE4Q3uOcRM...5BD57C&index=19

    Edited by Farida - 6/4/2009, 21:37
     
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  7. Whatty
     
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    hihihi, io ce l'ho in cd originale quell'album! XD
    ma com'è andato il concerto? e dove l'hai visto???
    daidai che voglio sapere^^
     
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  8. Farida
     
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    La via attraverso la quale sono arrivata a scoprire questo gruppo ha delle implicazioni personali.Questo ha fatto sì che vivessi il concerto in modo forse un po' diverso dal solito:"vado al concerto del mio gruppo preferito". Non è il mio gruppo preferito, ma alcune loro canzoni sono tra le mie Preferite.Come già scritto ho avuto un approccio molto diverso, con una dietrologia del tutto personale. :)
    Hanno fatto un concerto in teatro a Gallipoli (Le) il 27 Marzo.
     
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202 replies since 18/7/2007, 15:25   4214 views
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