Ritmi circadiani e invecchiamento

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    BIOLOGO TEORETICO

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    15.07.2006

    Ritmi circadiani e invecchiamento
    Coinvolto il gene BMAL1



    Esiste un collegamento fra il buon funzionamento del nostro orologio biologico – quello che stabilisce i ritmi circadiani – e l’invecchiamento. Lo ha stabilito il gruppo di ricerca del Lerner Research Institute diretto da Marina Antoch, che stava studiando una linea di topi transgenici privi del gene BMAL1, il quale esprime una proteina che – agendo sull’espressione di altri geni – risulta essenziale per il funzionamento dell’orologio circadiano. Nel corso del loro lavoro i ricercatori hanno scoperto che il gene BMAL1 ha un ruolo di primo piano anche nei meccanismi di invecchiamento. I topi mutanti andavano incontro a un precoce invecchiamento: fra i 4 e i 7 mesi iniziavano a perdere di peso, a mostrare una rarefazione dei peli del mantello, un indebolimento generale degli organi, quindi sviluppavano cataratta e finivano per morire prematuramente.
    Secondo i ricercatori, il gene BMAL1 agisce mobilitando le difese dell’organismo contro gli stress genotossici. I topi mutanti accumulavano infatti una quantità abnorme di radicali liberi in diversi tessuti, in particolare a livello renale e cardiaco.
    Ora i ricercatori intendono individuare esattamente i geni che fungono da bersaglio per la proteina di BMAL1, in modo da poter successivamente sviluppare farmaci che allevino i disturbi legati all’invecchiamento.


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