CLONAZIONE: MORALE E BIOETICA

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    BIOLOGO TEORETICO

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    di Barbara Marchand
    per Edicolaweb


    Clonazione, ovvero produzione di uno o più individui somaticamente identici all’individuo adulto che fornisce il patrimonio genetico di base.

    È già qualche tempo che lo scalpore suscitato dalla la notizia della nascita del primo bebè - clone "EVA" - da parte della setta dei raeliani, è andato via via scomparendo. È trascorso anche un po’ di tempo dalle dichiarazioni disinvolte del Dr. Severino Antinori, dell’aprile 2002, il quale diceva che tre delle sue pazienti portavano già un embrione clonato. L’abbiamo visto ritirarsi dalle scene mediatiche. Non ha mai confermato ne smentito tale rivelazione. Forse ha mentito oppure il suo tentativo non è andato in porto, ma sembra che non voglia demordere dal clonare un bambino in un prossimo futuro.
    Non dobbiamo però dubitare che la clonazione umana sia alla portata degli scienziati. Ma attenzione: secondo la reazione - o l’assenza di reazione - dei governi del pianeta, l’avvenire dell’Umanità non sarà certamente più lo stesso.

    I primi cloni
    Contrariamente a ciò che si crede, i primi cloni sulla terra non sono state le pecore ma le rane. Il primo tentativo di clonazione, cioè del transfert del nucleo di una cellula embrionale in uova enucleate, risale al 1952.
    Nel 1962, nascono i primi cloni di rane.
    Nel 1986 si ha lanascita del primo vitello clonato a partire di una cellula embrionale. Quattro anni più tardi, 8 vitelli identici nascono in questo modo in un centro di ricerche americano.
    Nel 1990, lo stesso esperimento riesce in Francia con la clonazione di 6 conigli.
    E poi, arriva il primo clone di un mammifero adulto, la celebre pecora Dolly, "nata" nel giugno del 1996, al Roslin Institute, in Scozia. È l’unico tentativo del genere riuscito su 277 dello stesso tipo. La notizia però è resa pubblica solo nel febbraio 1997.
    Dolly è il primo mammifero che non sia nato da un padre e da una madre: è la copia genetica di sua "madre". (Per la cronaca¸ Dolly ha questo nome perché è stata clonata da una cellula di ghiandola mammaria che ricordava ai suoi creatori gli attributi di una star, cantante americana, chiamata Dolly Parton).

    Dobbiamo capire bene cos’è un clone
    Di solito, nel regno animale, la riproduzione risiede nella fecondazione di una cellula riproduttrice (ovocita-femmina) da parte di un spermatozoo (maschio). L’insieme, portatore di un genoma (codice genetico) unico, darà un essere unico.
    - Per i cloni di embrione (prima di Dolly) niente spermatozoo: l’ovocita viene enucleato (cioè: privato del suo patrimonio genetico) e fornito di un nuovo nucleo, costituito da un embrione allo stadio mono-cellulare.
    - Per il clone di adulto - come Dolly - l’ovocita enucleato è fornito questa volta di un nucleo costituito da una cellula, non sessuale, prelevata da un animale adulto.
    L’essere che nascerà sarà un doppione perfetto dell’adulto dal quale è stata prelevata la cellula.

    Clone uguale doppione? Certamente NO!
    Se un clone è portatore dello stesso patrimonio genetico del "padre" cellulare non è per forza la copia identica di quest’ultimo, perché i geni non controllano tutto!
    Dal punto di vista mentale è molto evidente: per essere identico al padre genetico, un clone non dovrebbe soltanto avere lo stesso patrimonio genetico, ma dovrebbe avere anche "la stessa vita": educazione, incontri, successi e insuccessi, ricordi, amori, fobie, tutto quello che concorre alla costituzione di un essere.
    Lo sviluppo psicologico, la cultura, l’ambiente portano sempre a personalità differenti...
    C’è di che essere rattristati dallo spettacolo dato dagli scienziati che vogliono competere con la natura che ha lavorato migliaia di anni per elaborare l’uomo!
    Questi ricercatori fanno pensare oggi all’ambizione del creatore di mostri come Frankenstein, eroe del romanzo dell’orrore di Mary Shelley.
    I medici sono arrivati a considerare il corpo umano come una semplice macchina biologica, i pezzi della quale sarebbero intercambiabili, come per una macchina meccanica.
    Un meccanico si pone forse domande metafisiche prima di intervenire su un motore di un veicolo?
    Ma una cosa è certa: sarà sempre impossibile riprodurre l’anima spirituale, elemento essenziale di ogni soggetto che appartiene alla specie umana, creata da Dio.
    L’anima non può essere né generata dai genitori, né essere prodotta dalla fecondazione artificiale, né, soprattutto, clonata...

    Rischio di rappresentare la parodia tragica dell’onnipotenza di Dio!
    Un essere vivente - umano o animale - non sarà mai paragonabile ad un motore meccanico nella misura in cui presenta dei piani energetici sottili sconosciuti da un motore di macchina.
    È forse questo ignorare le dimensioni energetiche dell’essere vivente che fa sì che le operazioni chirurgiche di impianti di organi "estranei" sono seguite da reazioni di rigetto che vengono sviluppate dai corpi riceventi...
    A metà febbraio 2003, i ricercatori hanno soppresso Dolly, all’età di soli 6 anni. Soffriva di artrosi e di infezioni polmonari come se fosse stata troppo "vecchia"!
    I tentativi di clonazione hanno spesso sfociato in embrioni malformati o in aborti. "La maggior parte delle ricerche pubblicate mostrano che la clonazione di mammiferi si chiude spesso con la morte o la mutilazione del clone" - ha dichiarato John Kilner, presidente del Centro per la Bioetica e la Dignità Umana negli Stati Uniti.
    Nati con dei geni di adulti, i cloni sarebbero condannati ad una durata di vita "amputata".
    Forse potremo pensare di accettare la "clonazione terapeutica", quella che consiste non a dare la vita ad un bambino ma a riprodurre organi per reimpiantarli, in caso di problemi medici o di incidenti. Chissà...
    Rimangono ancora molti progressi da fare in materia di clonazione.
    Ai posteri l’ardua sentenza!

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