LEVODOPA E OMOCISTEINA

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    BIOLOGO TEORETICO

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    LEVODOPA E OMOCISTEINA
    IN PAZIENTI CON MALATTIA DI PARKINSON


    L'Omocisteina è un aminoacido che si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della Metionina, aminoacido essenziale introdotto con la dieta.
    Alte concentrazioni plasmatiche di Omocisteina vengono considerate come uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare.
    Una iperomocisteinemia è causata principalmente dalla carenza di vitamine del gruppo B, soprattutto Acido Folico, ma anche vitamine B 6 e vitamina B 12.
    Di recente è emerso il dato che pazienti parkinsoniani in terapia cronica con Levodopa mostrano concentrazioni plasmatiche di Omocisteina significativamente più alte rispetto a pazienti con malattia di Parkinson non trattati con Levodopa o a soggetti di controllo (Eur Neurol 1998;40:225; Lancet 1999;254:126).
    Gli alti livelli di Omocisteina non derivererebbero però in questi pazienti da un deficit di vitamine del gruppo B, ma sarebbero il risultato delle reazioni metaboliche di transmetilazione della Levodopa ad opera dell’enzima Catecol-O-Metil-Transferasi (COMT).
    La possibile relazione fra alti livelli di Omocisteina nel plasma e aumentato rischio cardiovascolare in pazienti trattati con Levodopa è stata valutata in uno studio apparso nel numero di gennaio degli Archives of Neurology (2003;60:59).
    Il lavoro conferma che i pazienti trattati con Levodopa (n=201) mostrano livelli significativamente più alti di Omocisteina rispetto ad un gruppo di pazienti di controllo non trattati (n=34).
    Fra i pazienti in terapia con Levodopa, il sottogruppo (circa il 20%) con i livelli plasmatici più alti di Omocisteina (>17 µmol/L), potenzialmente più rischiosi per eventi avversi cardiovascolari (JAMA 1995;274:1049), sembrano mostrare una maggiore probabilità di aver sviluppato problemi cardiaci, valutati in base alla anamnesi di eventi infartuali pregressi, interventi di bypass coronarici e di angioplastiche.
    Tuttavia è importante osservare che questo sottogruppo di pazienti differiva anche per l’età più avanzata e i livelli più bassi di acido Folico e vitamina B 12, tutti fattori che, in associazione alla Levodopa, possono aver contribuito all’incremento osservato di Omocisteina.
    Lo studio quindi, anche a causa di una serie di problemi metodologici, ribadisce semplicemente la possibile associazione fra iperomocisteinemia e rischio cardiaco, ma non prova che la Levodopa di per sé comporti un aumento di malattie cardiache nei pazienti parkinsoniani.

    (fonte: parkinsonitalia)
     
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