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Posts written by Tursiops

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    Ecco la prova che le istituzioni governative, sia centrali che locali, stanno raccontando un sacco di fregnacce alla gente!
    L’ultimo in ordine cronologico è il rapporto Istat del 16 luglio 2020 dal titolo: “Impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità: cause di morte dei deceduti positivi al Sars-Cov-2”.
    I risultati sono a dir poco eclatanti, e come sempre accade sono stati ripresi e ampiamente amplificati dai megafoni portavoce del Sistema; i tristemente noti media mainstream annunciano a gran voce: “9 pazienti su 10 morti per il virus”. Avete letto bene: il 90% delle morti di quest’anno SONO state causate, senza ombra di dubbio, dal virus con gli occhietti a mandorla.
    Finalmente hanno depositato la pietra tombale sulla testa e sulla bocca di tutti quei complottisti della domenica che ancora vanno affermando che le persone sono morte CON il virus e non a causa di esso. Non se ne poteva più di questi sciacalli che continuano a mettere in discussione il Verbo governativo.

    Ora sappiamo con assoluta certezza che sui decessi non hanno pesato per nulla le condizioni di salute preesistenti delle persone coinvolte, quindi le gravissime patologie pregresse che la stragrande maggioranza aveva: sono state ininfluenti al cospetto di Mister Vairus...
    Se diamo retta ai media, sembra che in Italia a gennaio sia entrato non uno dei tanti coronavirus, e cioè un virus influenzali, ma l’ebola ingegnerizzato e modificato per sterminare la popolazione!

    Rapporto Covid-19
    Vediamo questo Rapporto epocale...
    I ricercatori dell’ISTAT e dell’ISS hanno analizzato 4.942 schede di morte di soggetti positivi al tampone su un totale di 31.573 segnalazioni complessive alla data del 25 maggio 2020, quindi meno di un sesto del totale.

    Le conclusioni, come detto, sono chiarissime e non lasciano spazio ad alcun dubbio: “il Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi di persone positive al Sars-Cov-2”.

    Le malattie pregresse hanno causato il decesso solo per uno striminzito 11% dei casi, quindi una scoreggietta a confronto col virus, anche se gli esperti indipendenti hanno scritto che “il 71,8% dei decessi di persone positive al virus ha almeno una concausa: il 31,3% ne ha una, il 26,8% due e il 13,7% ha tre o più concause”.
    Quindi oltre 70 persone su 100 avevano UNA O PIU’ PATOLOGIE croniche e/o degenerative, anche gravissime, ma queste non hanno influenzato l’esito letale perché non si possono comparare con la ferocia assassina dell’agente virale.

    “In base all’analisi condotta sulle schede di decesso, Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte, ossia la causa iniziale, nell’89% dei decessi di persone positive. In questi casi, la morte è quindi causata direttamente da Covid-19, seppure spesso sovrapposto ad altre malattie preesistenti”.
    Ora, ironia a parte, sarebbe illuminante sapere come sono riusciti senza nessun esame autoptico (ricordo che le autopsie sono state vivamente sconsigliate dall’attuale governo...) ma soltanto leggendo una scheda di morte compilata da altri medici, a stabilire con assoluta certezza che una persona con il cancro metastatizzato o con una grave patologia cardiovascolare o il diabete mellito è morta DIRETTAMENTE per il Covid-19. Solo perché aveva il tampone positivo?
    Sarebbe altresì meraviglioso, questa volta per la psichiatria, poter studiare l’encefalo di quei ricercatori che sono riusciti a scrivere: “la polmonite è presente in 3.977 morti (80.5%) MA IN NESSUN CASO E’ LA CAUSA INIZIALE del decesso. La presenza della polmonite (malattia causata dal Sars-Cov-2) conferma il ruolo rilevante di Covid-19 come causa direttamente responsabile di gran parte dei decessi".

    Puzza un po’ di dissonanza cognitiva: prima avvertono i lettori che la polmonite NON è la causa iniziale della morte, ma dopo poche righe precisano che la presenza della polmonite conferma il ruolo del Covid-19 come causa iniziale della morte.
    Insomma il mantra ufficiale è sempre lo stesso: la causa delle morti è il coronavirus!
    I dati ISTAT invece mostrano un quadro leggermente diverso e soprattutto molto interessante.
    Spulciando i dati pubblicati sulla mortalità nei primi mesi dell’anno (da gennaio a maggio), negli ultimi 6 anni (2015-2020) in alcune regioni i decessi nel 2020, nonostante l’influenza mascherata da ebola, sono nettamente inferiori a quelli degli anni precedenti.

    Va precisato a questo punto che nel 2020 praticamente quasi TUTTI i decessi sono stati registrati come “Covid-19”. Una persona morta devastata dalle cure per il cancro, è morta per il Covid; un anziano pluricentenario morto di vecchiaia, ovviamente è stato ucciso dal virus, ecc.
    Nonostante tale vergognoso conteggio che ha gonfiato a dismisura i dati a beneficio della psico-pandemia, in alcune regioni italiane i morti negli anni precedenti sono stati molto più numerosi.
    Come la mettiamo?
    Un esempio per tutti: il numero di decessi avvenuti a Padova e provincia dal 2015 al 2020.


    Nessuno ha il coraggio di dirlo, ma paradossalmente la mortalità nel 2020 a Padova e provincia, nonostante il Covid, è stata la più bassa degli ultimi 6 anni!
    Nell’anno 2017 la mortalità è stata maggiore del 10% rispetto a quest’anno, e non abbiamo ricordi di chiusure regionali, blocchi della produzione industriale e sequestro dei cittadini. O sbaglio?
    Alla fine della fiera, conti alla mano, la bravura del governatore del Veneto Luca Zaia è stata quella di creare un’illusione mediatica e puramente propagandistica. Non c’è stata alcuna pandemia.

    Cause multiple
    La Tabella 1 pubblicata a pagina 6 nel Rapporto elaborato da ISTAT e ISS mostra la “Distribuzione delle cause nei decessi dei pazienti positivi a Sars-Cov-2 per causa iniziale e multipla”.
    Il totale delle “cause multiple” di morte è di 12.575.


    Distribuzione delle cause nei decessi dei pazienti positivi al Sars-Cov-2, per causa iniziale e multipla
    Questo dato, se teniamo conto che hanno analizzato solo 4.942 cartelle cliniche, indica che la media delle patologie per persona era di 2.5! Significa che le persone morte avevano mediamente due patologie e mezza!
    Possiamo veramente credere che queste non abbiano influito per nulla sulle cause di morte? In fin dei conti parliamo di cancro, malattie cardiovascolari, renali, ecc.

    La curva sale dopo marzo
    Dai grafici dell’ISTAT si evince un’altra cosa intrigante. La curva del numero dei morti del 2020 (linea rossa, vedere immagine) inizia a superare quella dei morti degli anni precedenti (curva blu) sempre verso la seconda/terza settimana di marzo.


    Questo può significare due cose: la prima che marzo è il mese nel quale la carica virale è massima e uccide più persone, mentre la seconda potrebbe essere collegata alla dichiarazione di pandemia avvenuta l’11 marzo 2020. Va detto che l’organizzazione mondiale della sanità non ha dichiarato lo “Stato di pandemia globale”, ha detto che “il Covid-19 può essere caratterizzato come una pandemia”. Quel “può essere” fa una grande differenza.
    Dichiarazione vera o falsa che sia, ha certamente modificato i protocolli, gli approcci terapeutici, le modalità di registrazione dei morti e le autopsie...

    Conclusione
    La conclusione è scontata, esattamente come i rapporti degli enti sovranazionali che dovrebbero difendere e proteggere la salute pubblica.
    I dati sono nelle loro mani, e possono essere modificati e interpretati per farci credere qualunque cosa. Pur di continuare a mantenerci attiva l’anestesia cerebrale, devono continuare a instillare il virus della paura. Solo così possono mantenere saldo il potere.
    Un giochetto questo per chi controlla i media mainstream...

    fonte: https://disinformazione.it/
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    Lo studio è stato condotto da sette ricercatori di Italia, Russia e America, tra cui quattro dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma.

    “Le onde millimetriche del 5G potrebbero essere utilizzate per la costruzione di strutture simili a virus come i Coronavirus (COVID-19) all’interno delle cellule.”

    In questa ricerca, si dimostra come millimetriche onde 5G possano essere assorbite dalle cellule del derma, che fungono da antenne, essere trasferite ad altre cellule e svolgere un ruolo principale nella produzione di coronavirus dentro le biocellule. Il DNA è costituito da elettroni e atomi carichi e ha una struttura simile a quella di un induttore. Questa struttura potrebbe essere divisa in induttori lineari, toroidali e rotondi. Gli induttori interagiscono con le onde elettromagnetiche esterne, si muovono e producono alcune onde extra all’interno delle cellule.

    Le forme di queste onde sono simili alle forme delle basi esagonali e pentagonali della loro fonte di DNA. Queste onde producono alcuni fori nei liquidi all’interno del nucleo. Per riempire questi buchi, vengono prodotte alcune basi esagonali e pentagonali extra. Queste basi potrebbero unirsi l’una all’altra e formare strutture simili a virus come il Coronavirus. Per produrre questi virus all’interno di una cellula, è necessario che la lunghezza d’onda delle onde esterne sia più corta della dimensione della cellula. Così le onde millimetriche del 5G potrebbero essere utilizzate per la costruzione di strutture simili a virus come i Coronavirus (COVID-19) all’interno delle cellule.

    L'articolo è stato censurato ma ne ho salvato una copia
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    facciamo il punto della situazione REALE:

    1) il covid-19 NON ESISTE, è una truffa ed è il nome del progetto di ingegneria sociale che hanno applicato (non della malattia).
    2) SARS2 è il nome della patologia che raramente causa complicazioni e si cura facilmente dato che da 20 anni circa esistono le medicine.
    3) la gente è troppo troglodita e non ha un cervello funzionante. Sono zombie succubi dei politicanti corrotti.
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    Sono cinque mesi che ci troviamo in stato di emergenza sanitaria, e ancora non si sente parlare, se non da pochissime voci, isolate e screditate in ogni modo – di una doverosa verifica, sul piano medico e scientifico, su come tale emergenza è stata gestita dal governo italiano, per il tramite del cosiddetto Comitato tecnico-scientifico, e quindi dal personale medico. È stato fatto tutto il possibile per limitare i danni, per ridurre il numero dei morti, per isolare il virus? Sono stati dati alla popolazione dei consigli appropriati in fatto di prevenzione e precauzione? I protocolli seguiti negli ospedali erano corretti? È stato spiegato che un reale pericolo esisteva solo in pochi casi, quelli nei quali si verificavano delle complicanze, mentre la stragrande maggioranza dei malati, compresi i positivi asintomatici (leggi: le persone sane con il virus), non correvano alcun pericolo, perché la malattia nella maggior parte di casi colpiva in modo assai lieve, come una comunissima influenza, o addirittura in modo così lieve da non essere praticamente percepita? Ma soprattutto, in presenza delle pericolose complicanze, si è fatto ricorso a quanto la scienza medica, e specialmente l’esperienza degli ultimi anni con alcune epidemie simili, in particolare la Sars, aveva fatto acquisire in fatto di terapie, oltre che di prevenzione? Oppure è avvenuto l’esatto contrario: la popolazione è stata lasciata all’oscuro di quanto sensatamente andava fatto, in compenso è stata terrorizzata con notizie largamente gonfiate e tendenziose, atte a suscitare il panico, mentre negli ospedali i medici affrontavano i sintomi del Covid-19, e soprattutto le difficoltà respiratorie, applicando dei protocolli del tutto sbagliati? A parte la retorica di mostrare nei telegiornali l’immagine commovente della dottoressa crollata per la stanchezza al suo tavolo di lavoro, e a parte l’allarmismo sulla carenza di apparecchi per l’intubazione e perfino di celle frigorifere e camere mortuarie, il sistema sanitario nazionale ha offerto ai malati un’assistenza medica adeguata e comunque proporzionata alle effettive capacità professionali di cui il personale medico è in possesso? Oppure qualcosa non ha funzionato, ci sono stati degli errori di sistema nella gestione dell’emergenza, e i pazienti, di fatto, e al di là della buona volontà del singolo medico e del singolo infermiere, hanno ricevuto un’assistenza del tutto inadeguata, e si sono visti affidare a un meccanismo sanitario pessimo, che si è mostrato decisamente non all’altezza della situazione? E poi, la domanda più pesante di tutte: gli errori, le inefficienze, le mancanze, il fatto di non utilizzare strategie e sostanze terapeutiche già sperimentate e ben note nella letteratura medica, che avrebbero consentito di fronteggiare molto meglio la malattia, sono stati dovuti semplicemente, si fa per dire, a incompetenza, pressapochismo, faciloneria, oppure a fattori assai più gravi, e in ultima analisi a una precisa volontà di dolo?
    Questi interrogativi ne suscitano altri, ancora più gravi, sul piano etico. Se, come pare - ma sarebbe necessaria una commissione d’inchiesta o almeno un’indagine della magistratura ordinaria, che però probabilmente non giungerà mai in porto – vi sono state gravi inefficienze, ritardi, colpevoli mancanze, e se in alcuni casi, e specialmente al più alto livello, ossia quello del Comitato tecnico-scientifico, vi è stato anche qualcosa di peggio, ossia un’intenzione dolosa ai danni dei cittadini italiani, peraltro inscritta nel quadro complessivo di un vero e proprio colpo di stato sanitario mondiale, come mai la maggioranza del personale coinvolto non si è accorta di tutto questo? E, se se n’è accorta, come mai non ha detto né fatto nulla per correggere gli errori più grossolani, i ritardi più colpevoli, le negligenze più facilmente evitabili, s’intende restando su di un piano strettamente medico e scientifico? In altre parole: nessuno si aspetta, né pretende, che un semplice medico d’ospedale, e meno ancora un infermiere, assistendo a gravi errori e ad azioni scoordinate, contraddittorie, inefficaci da parte di primari e direttori, s’improvvisino detectives, come si vede in certi sceneggiati polizieschi americani; e neppure che si rivolgano direttamente alla magistratura o ai carabinieri, affinché qualcuno intervenga e si faccia un po’ di chiarezza. Però che almeno qualche medico, di fronte alle azioni più sbagliate e alle direttive più assurde, avesse la forza di carattere e il rigore morale per dire forte e chiaro che così non va, che dei pazienti vengono fatti morire inutilmente e, per giunta, mandati al crematorio in fretta e in silenzio, in un clima di vera e propria omertà, ignorando i sentimenti e le volontà dei familiari: ebbene, questo sì è lecito aspettarselo, e sia pure tenendo conto che una simile franchezza significa andare incontro a gravi inconvenienti sul piano professionale.
    Ma infine, si tratta di professionisti che hanno fatto il giuramento d’Ippocrate, o di mercenari disposti ad eseguire qualsiasi direttiva venga dall’alto, senza batter ciglio anche di fronte alla morte di pazienti che si sarebbero potuti salvare, o anche di fronte alla falsificazione delle cartelle cliniche e dei certificati di decesso, attribuendo al Covid-19 la morte di tante persone che, invece, palesemente sono venute meno per le complicanze dovute a gravi e svariate patologia pregresse? Nel romanzo di uno scrittore che era anche medico, Archibald Cronin, La cittadella, il protagonista, un medico di belle speranze, serio e coscienzioso, a un certo punto rischia di rovinarsi la carriera perché assiste, esterrefatto, all’incredibile, marchiano errore di un primario che, nel corso d’un intervento chirurgico di tipo ordinario, provoca la morte del paziente, e di fronte all’immediata reazione difensiva del primario, che consiste nell’ignorare il proprio errore e far finta che il decesso sia stato dovuto a cause del tutto imprevedibili, prova un fortissimo impulso di ribellarsi e gridare in faccia a quel pallone gonfiato tutto il suo disprezzo, accusandolo apertamente non solo d’incompetenza, ma anche di viltà professionale. Ebbene, scene simili si sono certamente verificate in molti ospedali italiani, in questi mesi di emergenza sanitaria: possibile che nessuno abbia osato rompere il muro del silenzio omertoso; che nessuno abbia trovato il coraggio sufficiente a denunciare ai propri superiori chi meritava d’essere denunciato, anche per fermare l’inutile strage dei fiduciosi e ignari pazienti? Sono scesi tanto in basso, il senso morale e la dignità professionale del personale medico? Chi ha fatto l’esperienza di casi gravi di mala sanità; chi ha visto morire i propri cari a causa di errori medici o comunque avvenuti in ospedale, e prontamente “coperti” da chi di dovere, in particolare dai direttori sanitari; chi, per esempio, è parente di uno dei 50.000 pazienti (cinquantamila!) che ogni anno perdono la vita a causa d’infezioni contratte nelle strutture ospedaliere, non si meraviglia, purtroppo, d’una tale mancanza di coraggio e di onestà, avendole verificate coi propri occhi; però si è sempre consolato, si fa per dire, pensando che il proprio caro è stato vittima di una situazione particolarmente sfortunata e, tutto sommato, statisticamente poco frequente. Adesso, però, in presenza di quel che sta succedendo da mesi in tutti gli ospedali italiani, la cosa si pone in tutt’altri termini, perché assume i contorni e soprattutto le dimensioni di un problema di portata vastissima, addirittura nazionale. Davvero le cose sono giunte a questo punto?
    Dunque, questo – secondo me – è un colpo di stato mondiale. Perché? Perché ci son dentro tante cose. (…) Se fossero persone oneste avrebbero dovuto dire: Questo virus, questo Covid, cosa fa? Nell’85%, 90% dei casi – secondo degli autori, c’è un delta del cinque per cento – produce una sindrome influenzale banalissima o addirittura asintomatica; ci sono molti che hanno fatto l’influenza e non se ne sono nemmeno accorti. Quindi il problema qual è? Il problema è in quel 10% dove, effettivamente, il virus può produrre una reazione immunologica che esita in complicanze estremamente gravi e anche mortali. Sono soprattutto la famosa polmonite bilaterale interstiziale, che è molto simile a quella della Sars 1, ma è molto più grave... e poi ci sono i riflessi, l’attacco del virus del sistema immunitario, sui reni, sul cardio-vascolare… e soprattutto le famose trombo-embolie, la cosiddetta Cid (…). In un terzo dei casi viene colpito anche l’apparato digerente ma con sintomi non gravi; e poi stanno emergendo anche delle complicanze a volte molto rare, ma anche a livello neurologico. Allora, qual è il punto? Che invece lo Stato, il governo, il regime, ha fatto credere alla gente che fosse qualcosa di peggio della peste del Manzoni, perché hanno detto che è mortale… Quello che ha vissuto la gente è il terrore, per cui se mi prendo il virus, muoio, o comunque rischio. Avrebbero invece dovuto dire, se fossero persone oneste: Guardate, cittadini, c’è un virus nuovo, e come tutti i virus nuovi, stiamo attenti. È un tipo Sars: vi ricordate diciotto anni fa? Be’, quella roba lì. Però attenzione: nella maggioranza dei casi vi prenderete solo un’influenza. Invece, quando arriva la complicanza dobbiamo stare attenti. Quindi cosa fare, per prevenire la complicanza? Il compito del Ministero della Sanità avrebbe dovuto essere quello di insegnare ai cittadini come difendersi dalle complicanze. Invece sono riusciti solo a dire: lavatevi le mani. Scusate, faccio questa battuta, ma è vera: la mia nonna, che ha vissuto quasi cent’anni e aveva la seconda elementare, nella sua saggezza avrebbe detto la stessa cosa. Ma stiamo scherzando? Il dittatore di Roma tutte le volte ha detto: «Scusate, non è colpa mia, perché è il Comitato tecnico-scientifico che mi dice di fare così». Ora, questo Comitato tecnico-scientifico dovrebbe essere, correggetemi se sbaglio, il meglio della scienza e della medicina in Italia.
    Quindi, potevano sapere come prevenire: e avrebbero dovuto dire questo: due cose. Prima di tutto, per evitare la complicanza, dovete essere il più possibile disintossicati, perché una legge antica della medicina, che nessuna norma presidenziale può cambiare, è questa: un virus, un batterio, un microbo, attacca e attecchisce, anche in modo grave, soggetti che sono già intossicati. (…) Quindi, la prima da cosa è: fate una dieta, che è l’opposto di quello che ha fatto la maggioranza della gente: stiamo chiusi in casa, cuciniamo e mangiamo; lo vedo in studio, e moltissimi si sono ri-intossicati. Poi, attenzione, c’è una prevenzione da fare, e la consiglio a tutti se mai questi qui butteranno fuori di nuovo il virus, ed è questa: ci sono alcune sostanze naturali, semplicissime, che da sempre si sa che prevengono il virus e le complicanze. La vitamina C ha fruttato a Linus Pauling il primo dei suoi premi Nobel, e su questo non c’è niente da dire, si sa benissimo. Poi abbiamo la vitamina D3 che è stata tanto denigrata… Sapete perché funziona la vitamina D3? Perché le complicanze, dicevo, è il sistema immunitario che le crea; e in letteratura si è visto che le citochine, che sono delle sostanze secrete dalle cellule del nostro sistema immunitario, possono creare in soggetti intossicati una cosiddetta tempesta citochinica: cioè, invece di creare un fuoco che brucia il nemico, il virus, creano un incendio incontrollato che finisce per bruciare noi stessi. (…) E poi l’ultima era il TNF [Fattore di necrosi tumorale] (…). Allora, per il TNF – e questo si sapeva in letteratura dall’inizio degli anni ’90 – c’è la melatonina, in alte dosi. (…) Ma lo zinco, è fondamentale. Perché lo zinco si sapeva già dalla Sars. Cosa fa lo zinco? Riesce a bloccare la cosiddetta RNA polimerasi, che è l’enzima che nella cellula fa sì che il virus possa moltiplicarsi. (…) Quindi, si sapevamo queste cose. Ma soprattutto quello che si sapeva dalla Sars scorsa, quindi sono quasi vent’anni, è che l‘idrossiclorochina, e tutti i derivati della china, riescono a bloccare, in quasi tutti i casi, le complicanze gravi; le prevengono e le bloccano se le diamo nelle prime ore. Ecco, questo dovevano dire. Non l’hanno detto. Allora, i casi sono due: o sono ignoranti, e ci chiediamo perché li paghiamo e stanno lì, oppure lo volevano fare: perché gli ordini - non loro, che sono delle pedine, ma gli ordini superiori – volevano i morti. (…) Tra l’altro si è visto che questo virus, questa Sars 2, dov’è che crea il maggiore danno? Attacca l’emoglobina dei globuli rossi (…); e cosa succede? Che il globulo rosso non riesce più a fissare l’ossigeno. Quindi quei pazienti che arrivavano in ospedale – e poi tra l’altro gli dicevano, in questo colpo di stato: dovete stare a casa!, ai medici della mutua avevano fatto chiudere lo studio, quindi uno era a casa abbandonato a se stesso, quando finalmente – perché dicevano: finché non hai sintomi gravi, non puoi venire in ospedale – quando venivano in ospedale avevano magari 75/80 di saturazione di ossigeno, li intubavano e morivano, perché non era solo una polmonite e una carenza di ossigeno a livello sistemico: non caricavano più. E l’attacco sull’emoglobina, cos’è che lo blocca? Proprio l’idrossiclorochina, che è il farmaco antimalarico per eccellenza. La malaria lavora sui globuli rossi. Signori, non è difficile questa cosa: perché non ce l’hanno detta prima? Adesso si capisce perché le donne e i bambini sono stati colpito di meno: perché hanno meno emoglobina. (…) Allora io dico: ma dobbiamo dirlo noi qui, o doveva dirlo il Comitato tecnico-scientifico? È quello che dovrebbe essere denunciato alla magistratura – però purtroppo chissà se nella magistratura c’è qualcuno che non è inserito nel sistema - e accusato di strage.
    Già questa parte dell’intervista a Massimo Citro è sconvolgente, e fornisce ampio materiale su cui riflettere (la citazione è stata lunga, ma, crediamo, necessaria); però la seconda, che qui non abbiamo riportato, lo è ancor di più. In essa l’autore allarga la prospettiva fino a includere lo scenario globale e pone degli inquietanti interrogativi sulla Fase 2 dell’emergenza programmata, che lui chiama giustamente colpo di stato globale, ossia quella delle vaccinazioni di massa. Ciò che potrebbe accadere in quella fase è ancora peggio di ciò che si è visto finora, in tutti i sensi. L’élite globalista, dalla quale è partita l’offensiva generale contro la popolazione mondiale, potrebbe essere in grado, con la tecnica dei Quantum Dots (punti quantici), ossia “pacchetti di elettroni”, di controllare a distanza ogni singolo individuo vaccinato, provocando disturbi e malattie a quanti non si uniformassero al Nuovo Ordine Mondiale. Eh, via, insorgerà qualcuno, arrivati a questo punto: questo sì che è complottismo; questo sì che è troppo perché lo possiamo prendere sul serio! Padronissimi di pensarla così; e tuttavia stiamo parlando di cose tecnologicamente possibili; e se sono possibili, possiamo davvero immaginare che gli stessi cinici personaggi i quali decidono, a tavolino, di scatenare guerre, epidemie, crisi economiche o emergenze sanitarie, come quella che stiamo vivendo, si asterranno dall’utilizzare i Quantum Dots per esercitare un controllo sull’umore, sui pensieri, sui comportamenti della popolazione mondiale, trattenuti da un qualche scrupolo di natura etica? Il solo fatto che un singolo individuo, come Bill Gates, che non è neppure un medico, sia stato lasciato libero di accumulare quote sempre più consistenti di multinazionali farmaceutiche, fino a controllare gran parte del mercato mondiale del farmaco, non è già di per sé significativo? E non è stupefacente che un simile monopolista del farmaco sia ora invocato da governi e governati affinché fabbrichi e venda loro, il più presto possibile, il vaccino contro il Covid-19, cioè contro un virus che già adesso è decaduto e praticamente non esiste più? E se a un singolo individuo è stato lasciato campo libero per esercitare un influsso decisivo sulla salute e sulla vita non di migliaia, e neppure di milioni, ma di miliardi di esseri umani (e sappiamo cosa hanno fatto i suoi farmaci a 500.000 mila bambini dell’India), perché a un “super-cartello” di poche decine d’individui simili a lui, ricchi e potenti come lui, non dovrebbe essere possibile tessere la tela di un complotto globale per il controllo complessivo dell’intera popolazione mondiale, col concorso dei governi, da esso controllati, e la piena collaborazione dei mass-media, che sono in gran parte di sua proprietà? Ha certamente ragione Massimo Citro quando osserva che il tremendo capolavoro di questo oscuro gruppo di potere è quello di aver fatto in modo che sia la gente stessa, che siano i cittadini, e naturalmente i loro governanti, a chiedere, a invocare a gran voce di essere vaccinati; e lo chiedono a quelli stessi che hanno creato la pandemia e che hanno fatto in modo che essa provocasse il maggior numero possibile di morti, oltre che il più grande spavento possibile nella popolazione. Non è Bill Gates che si offre, come un questuante qualsiasi, di vendere il suo miracoloso vaccino: sono i popoli e i governi che lo pregano, che lo supplicano di farlo.
    C’è qualcosa di vertiginoso, di abissale, in un disegno così vasto, così meticoloso, così perfetto. C’è, in altre parole, la puzza dell’inferno. E non è solo un modo di dire: l’élite finanziaria che sta orchestrando tutte queste belle cose a nostro danno, e ci conduce al punto da chiedere noi stessi di riceverle, è dedita, da sempre, alla pedofilia, al satanismo e ai sacrifici umani. E che anche queste cose esistano, e che esistano su larghissima scala – ogni anno, in Europa, spariscono un milione di bambini, e un numero ancor maggiore negli Stati Uniti e in altri Paesi – non lo dice il solito complottista un po’ esaltato; lo dicono magistrati integerrimi e di altissimo profilo professionale. Lo dice ad esempio Robert David Steele, ex ufficiale dei Marines ed ex ufficiale della CIA, attualmente consulente capo della Commissione giudiziaria d’inchiesta americana sul traffico di esseri umani e abuso sessuale di minori. Qualcosa, ma solo qualcosa, si era intravisto all’epoca del Pizza Gate; qualche altra cosa si è potuto immaginare, più che vedere con l’esplosione del caso Epstein. Ma il punto è proprio questo: non è alquanto strano che i mezzi d’informazione, sempre avidi di notizie scandalistiche, tacciano sulla scomparsa di milioni e milioni di bambini nel mondo, ogni anno? E se sono in grado di nascondere un fatto così grande, non possono creare, volendo, dei fatti inesistenti?
    E come chiamare una situazione del genere, se non dittatura democratica e colpo di stato mondiale?

    fonte: www.ariannaeditrice.it/
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    La gente vuole tornare alla “normalità”, dopo lunghi mesi di chiusura, depressione, distanziamento sociale, mascherine e paura. Accogliamo con sollievo la notizia, benché poco convinti della saggezza popolare al tempo della comunicazione di massa e della società- spettacolo, in cui le folle sono manovrate dall’alto con straordinaria facilità. La domanda, tuttavia, è un’altra: qual è la normalità nell’Occidente terminale degli anni Venti del secolo XXI? La questione è dirimente poiché tutto è stato capovolto, revocato in dubbio, sottoposto al giudizio impietoso della decostruzione, poiché la vita individuale e collettiva è tanto mutata in pochi anni, la nostra vita sottoposta a una serie di condizionamenti sempre più simili ad altrettante dittature: finanziaria, tecnologica, della sorveglianza, adesso anche sanitaria.
    Vogliamo fare qualche esempio della normalità a cui aspiriamo? Se un bimbo è attivo, vivace, è iperattivo o ipercinetico. Se, al contrario, è tranquillo e silenzioso, forse ha qualche sintomo di autismo. Se si annoia e si distrae a scuola è perché superdotato oppure ha un deficit di attenzione. Non è buono il generoso e malvagio il criminale: entrambi sono un po’ matti. Non siamo più tristi, ma depressi. Non siamo vigili, sempre all’erta, ma stressati. Se inventi una storia con l’immaginazione, non hai più fantasia di altri, ma deliri. Se per caso ti capita di pensare ad alta voce, hai una crisi psicotica. Se preghi, hai manie religiose. Se ti imponi con grande sforzo di sorridere dopo aver versato lacrime, sei bipolare. Le sofferenze sono traumi, le paure, fobie. Le abitudini sono compulsioni e i progetti, ossessioni.
    Usiamo a briglia sciolta il linguaggio della psichiatria: non se ne può concludere altro se non che viviamo in una società malata. E la malattia consiste precisamente nel fatto che abbiamo cessato di essere società, tanto meno comunità. Chiamiamo normalità, dopo il sinistro lockdown e il terrore distillato dal potere per i rischi di contagio, il ritorno alla condizione nevrotica cui ci eravamo assuefatti. Logico: siamo un aggregato casuale di bolle soggettive, aspiranti al reddito di cittadinanza, senza linguaggio né consistenza. Non sappiamo più che non si può condividere nulla senza un linguaggio comune, codici riconosciuti, sguardi che vanno nella stesa direzione. Ci fu bisogno di secoli di parole per consolidare il cristianesimo e decenni di libri ed enciclopedie per suscitare i Lumi. Adesso siamo invasi dai barbari, e conviene rammentare che il principale nemico dei barbari (in greco “coloro che balbettano”) è il linguaggio.
    Il nostro tallone d’Achille è la sensazione – infondata – di sicurezza e superiorità. Sono bastati meno di ottant’anni di relativa pace (pochi per una civiltà, solo la vita di un uomo, in fin dei conti), accompagnata dal progressivo disprezzo per la Storia, per dimenticare la linea, sempre troppo sottile, che separa la civilizzazione dalla barbarie. Distruggiamo le statue perché sono statue e stanno in piedi, erette, stabili. Se sono di santi, perché sono cristiani; se sono scrittori, perché furono uomini; se sono donne, perché sono bianche. Presto abbatteremo anche i lampioni, il cui torto è fare luce. La menzogna esiste dalla notte dei tempi, come scandalo e come contrasto alla verità. Ci hanno insegnato a riconoscerla, ma subito dopo a tollerarla. Ci siamo abituati e alla fine l’abbiamo trasformata in virtù. Siamo andati oltre: l’abbiamo abolita.
    Con la menzogna, abbiamo abrogato anche la verità: senza un linguaggio comune, sono indistinguibili entrambe. Avanziamo verso la decostruzione della stessa grammatica: già è considerato sospetto costruire una proposizione con soggetto, verbo e predicato. Asserire che due più due fa quattro è il segno sicuro di una mentalità reazionaria. Non abbiamo ritenuto sufficiente umiliare la semantica, abbiamo tagliato la testa alla grammatica e la esibiamo sulla punta della spada come prezioso trofeo. In nome di una nuova civilizzazione sempre più civilmente civilizzata, i barbari hanno preso il potere e hanno cominciato a dare un nuovo nome alle cose. Dopo la secolarizzazione, poteva arrivare solo la decostruzione e, finalmente, l’atto finale: il balbettio indistinto.
    Abbiamo ascoltato in un programma televisivo un uomo adulto bianco affermare di essere nero e una ragazza in gravidanza asseverare con inusitata serietà di sentirsi uomo. Tutti e due avevano l’apparenza di parlare, ma in realtà balbettavano. Se tutto è una costruzione sociale e più di ogni altra cosa lo è il linguaggio, si impone l’impresa di costruire un mondo nuovo sulla pura soggettività. Pochi, nel baccano indistinto di Babilonia, tentano invano di convincere che nel nuovo mondo nessuno sarà capace di capire alcunché per evidente, totale mancanza di codici comuni e significati accettati. La chiusura della mente va di pari passo con l’impossibilità di riconoscere spazi comuni e intendere linguaggi.
    In linguistica, una parola difficile pressoché sconosciuta, idioletto, indica l’insieme degli usi linguistici soggettivi, la particolare varietà del sistema linguistico propria di ogni singolo parlante. Ovviamente, milioni di idioletti individuali non costituiscono alcun alfabeto comune. Sappiamo di uomini che, sentendosi donne, pretendono di utilizzare le toilettes e gli spogliatoi femminili; non è lontano il momento in cui qualcuno pretenderà di essere capito parlando in aramaico. Dicono che Churchill fu colpevole di discriminazione e la regina Isabella di Castiglia ancor di più, nonostante abbia vietato la schiavitù: deserto, cancellazione della cultura. I barbari di ogni tempo amano il deserto, forse perché è piano. Impongono perciò la prassi rivoluzionaria- nichilista, innamorata della tabula rasa – di trasformare la civiltà in un immenso deserto.
    Se gliene hanno dedicate, siano abbattute le statue di Friedrich Nietzsche, che fece dire a Zarathustra: “il deserto avanza. Guai a chi in sé cela deserti.” Quando il deserto è grande come un ‘intera civilizzazione, quello è il tempo degli ultimi uomini.
    “Allora la terra si sarà rimpicciolita e su di essa andrà salticchiando l’ultimo uomo, colui che tutto rimpicciolisce. La sua schiatta è inestirpabile, come la pulce di terra; l’ultimo uomo è il più longevo. Abbiamo scoperto la felicità, dice ammiccando.” (F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra)
    Una ben strana felicità, alla quale dobbiamo opporre la difficile arte di restare in piedi tra le rovine, sapendo che “è ritornato il tempo delle negazioni assolute e delle affermazioni sovrane”. (Julius Evola, Gli uomini e le rovine).

    Il panorama è sconvolgente: uomini contro donne, femministe contro quelle che non lo sono in misura sufficiente, transessuali contro omosessuali e omosessuali contro eterosessuali. E tutti e tutte – peccato che nella lingua italiana manchi il genere neutro – contro il fantasma di una struttura razzista, maschilista, patriarcale e capitalista che, lo hanno finalmente scoperto, abita in ogni angolo del cervello dei bianchi. L’identitarismo soggettivo (!!!) è la forma patologica, sottilmente psichiatrica, per recuperare un senso di appartenenza che l’Occidente ha gettato dalla finestra da mezzo secolo. Agisce come elemento distruttivo che sprigiona una rabbia coltivata da tempo: da quando l’uomo europeo ha deciso che la miglior maniera di essere tale era smettere di esserlo. Dopotutto, Robespierre, Marx, Hitler, Lenin e Stalin erano di questa parte del mondo e ambivano – con notevole esito- a fare tabula rasa.
    Ciò che verrà dopo l’apoteosi iconoclasta sarà un totalitarismo narcotico diretto da un’ONU diffusa, dalle grandi ONG e da istituzioni dominate da privati straricchi come l’Organizzazione Mondiale della Sanità. I governi non saranno più che delegazioni consolari del potere e la popolazione mondiale, atomizzata e insieme omogeneizzata nei gusti, nelle idee e nell’aspetto, senza tradizioni né famiglia, si raggrupperà per autodifesa in identità artificiose, ostili, costantemente in lite tra loro. In nome del Bene Supremo Universale e della Pace Perpetua, si occuperà di soffocare i conflitti una fragile religione new age – liquida, estranea alla verità e aliena a qualsiasi intenzione di “tenere insieme”: religare, legare insieme, è la radice originaria della parola.
    La cultura odierna, che avvolta nei suoi stracci disprezza quanto ignora, è già ciò che aveva inteso Zarathustra: [gli uomini] “hanno qualcosa della quale vanno superbi. Come chiamano, però, ciò che li fa superbi? La chiamano cultura: essa li distingue dai pastori di capre.”
    La filosofia – scienza della conoscenza, pensiero meditante – sarà tollerata solo come ancella della teologia dominante, climatica, animalista e LGBT. Si provvederà a sfrattare definitivamente l’antropologia e la sociologia a favore della zoologia, mentre la storia sarà sostituita dall’isteria e la geografia gioiosamente abolita. Resisterà la psichiatria, scienza delle scienze nell’ardimentoso mondo nuovo. Aiuterà a sopportare tutto, tra pillole, dipendenze assortite e le etichette tassonomiche che ci raggrupperanno a seconda delle deviazioni indicate dalla Bibbia. Non quella di Gerusalemme, ma il DSM, il manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali, tanto caro all’industria farmaceutica. Non esisteranno più i fatti, ma le interpretazioni, con l’eccezione delle Verità imposte sul momento dal Progresso. Ex cathedra, ma nel nome del Bene, dell’Uguale e del Neutro.
    La civiltà occidentale sta civettando con la decostruzione dal secolo XVIII, con spettacolare intensificazione dalla seconda metà del XX. Il salto di qualità attuale è una fase consistente nel distruggere la semantica, ossia la scienza dei significati destinati a essere definiti e cristallizzati da parole significanti e dalle relazioni fra le espressioni linguistiche e il mondo che dovrebbero descrivere. Colpa di una cultura politica addormentata, corriva, interessata solo all’amministrazione economica, che ci ha lasciato alle prese con codici truffaldini imposti affinché il linguaggio non serva alla verità.
    Si imporrebbe un duro lavoro di ricostruzione delle menti a partire dal linguaggio, un’opera alla quale nessuno pare interessato. Finanche il virus è stato combattuto con le parole più che con atti concreti: pensiamo al sintagma obbligato del “distanziamento sociale”. Un codice perverso e acrobatico: in una comunità la distanza è per costituzione a-sociale o anti-sociale. E’ un autentico genio del male l’inventore linguistico del distanziamento sociale. Citiamo Wikipedia, vangelo digitale politicamente correttissimo: “il distanziamento fisico o distanziamento personale, mal conosciuto anche come distanziamento sociale, consiste in una serie di misure non farmaceutiche di controllo delle infezioni, con l’obiettivo di bloccare o ritardare la propagazione di una malattia contagiosa”. Qualcosa di estremo, provvisorio, finalizzato, sta diventando la bandiera di un mutamento sostanziale nei rapporti tra le persone.

    Si tratta di un controsenso, degno della normalità psichiatrica a cui ci stiamo assuefacendo. Indovinò Basaglia con l’anti psichiatria, per cui la pazzia non esiste poiché malata è la società intera? Come si può definire “sociale” interporre distanze all’atto più normale, comune e umano di tutti, quello di vivere con gli altri? Dovrebbe saltare agli occhi – se li usassimo per vedere anziché per essere spettatori passivi di futili frammenti imposti dal sistema di comunicazione – che siamo vittime di un esperimento di ingegneria sociale su carne viva.
    Torniamo all’inizio, alla nuova normalità medicalizzata, dolcemente psichiatrica. Non siamo più solo conformisti, ma disciplinati. Per paura, pendiamo dalle labbra di un potere protettivo. Nel Sessantotto avevano abolito l’autorità. Sotto forma di rassicurazione contro una paura largamente enfatizzata, l’autorità è tornata, più insidiosa, pervasiva e indiscutibile di prima.
    Ben ti sta, stupido uomo bianco occidentale senza Dio, senza padri, senza eredi, senza storia, senza passato, stolto imbrattatore di statue col paraocchi di Oggi e del Progresso, credulo adoratore degli “esperti”. Sei passato dall’ Ipse dixit di Aristotele a quello dei professori in camice bianco, dei ciarlatani a reti unificate, dei tecnici, degli “influencer”, delle ragazzine ecologiste con turbe psichiche.
    Sì, la nuova normalità è un grande TSO universale, il trattamento sanitario obbligatorio praticato a un’umanità di servi tremebondi e balbuzienti. Una servitù volontaria su cui scrisse pagine indelebili Etienne de La Boètie: qualunque tiranno detiene il potere fintanto che i sudditi glielo concedono. La libertà umana originaria è stata abbandonata come rifiuto tossico da una società corrotta che preferisce la comoda servitù del cortigiano alla dura condizione dell’uomo libero che rifiuta di essere sottomesso. Per i più, meglio la rassicurante mascherina distribuita dal potere che il volto libero esposto al sole e alle intemperie. C’è un bando di arruolamento tra i ribelli?

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    Diceva Franklin che “una società disposta a rinunciare a una libertà essenziale per acquisire un po’ di sicurezza temporanea non merita né l’una né l’altra e le perderà entrambe.” L’equilibrio delicato tra libertà e sicurezza sembra oggi, nella nostra società, in grave pericolo. A minacciarlo, a mio parere, è la nostra visione dei fatti e il modo in cui viene colpevolmente manipolata. Si sa che la prospettiva è un’illusione. La vicinanza fa apparire grandi alcune cose, la lontananza ne rimpicciolisce altre, e la realtà cambia così secondo il nostro punto di vista. Per questo io diffido dell’attualità e delle sue prospettive. L’importanza oggi straordinaria di alcuni fatti potrebbe domani apparirci come l’effetto di un inganno prospettico. Anche il prestare eccessiva attenzione a un oggetto, aggravarlo di risonanze affettive e simboliche, può falsarne la percezione. Per chi voglia trovare le giuste proporzioni vi sono due vie. La prima è uno sguardo sub specie aeternitatis. Un esempio di ciò si trova in “Guerra e pace”, quando, nel fragore della battaglia, il principe Andrea viene colpito e cade riverso al suolo. Vede allora il cielo che silenzioso sovrasta gli orrori e gli eroismi degli uomini, e questo provoca in lui una revulsione della coscienza, inattesa e indipendente dalla volontà. La seconda via consiste invece nell’analizzare i fatti sforzandosi di essere obiettivi e di ricavarne conclusioni coerenti. A questo, in teoria, dovremmo attenerci nel giudicare e nel decidere.
    Tuttavia, la conoscenza dei fatti e la loro comprensione non è oggi mediata dalla nostra esperienza diretta e neppure dalla testimonianza di persone fidate, ma dalle informazioni fornite da giornali, reti televisive e schermi di computer. Tali strumenti di comunicazione incoraggiano una passiva bulimia, filtrano per noi l’esperienza della realtà, sostituendosi ai nostri sensi e alla nostra intelligenza. Il messaggio mediatico acquista spesso un carattere apodittico. Questo porta il nostro senso critico ad assopirsi e, nei casi più gravi, determina un’atrofia delle nostre capacità autonome di giudizio.
    Prendo, in quanto emblematico, il caso della recente ‘pandemia’. Nonostante le profezie calamitose, guardando i dati relativi alla mortalità complessiva notiamo che non si discostano sostanzialmente da quelli delle passate sindromi influenzali. Le dimensioni apocalittiche presenti nell’immaginario collettivo nascono dunque da altro, forse da una falsa prospettiva. Anche questa prudenza maniacale, questa ossessione per la sicurezza, sembrano originate da una visione deformata dei fatti. Le varie ordinanze, nel loro rigore caotico e volubile, sembrano più forme di difesa isteriche che provvedimenti razionali. Il confinamento, la paralisi dei commerci, la chiusura della scuola, dei tribunali, dei teatri, le coazioni terapeutiche, l’indigenza di moltitudini disoccupate, niente sembra un prezzo irragionevole da pagare per ridurre il rischio di un contagio. Bastano quattro o cinque soggetti asintomatici, trovati con dubbie metodiche, per minacciare nuovi spaventosi focolai di morte. Con l’alibi della responsabilità, parola ormai magica, sembra allora doveroso ricorrere a restrizioni draconiane, a invadenti spionaggi, a ricoveri obbligatori, alla costruzione di lazzaretti. Invece di rassicurare la gente, le autorità sembrano voler alimentare uno stato d’angoscia collettiva costante e insanabile.
    Io parlerei quindi non di pandemia ma di pandemenza. Le persone sembrano chiuse in bolle psicotiche, senza contatto con la realtà. Eppure basterebbe quella seconda modesta via, sub specie temporis, per ristabilire proporzioni più assennate. La peste sterminò un terzo degli europei, uccidendo in alcune città il 60% degli abitanti, vecchi, adulti, giovani e bambini. Eppure il mondo non si fermò né allora né durante la famigerata ‘spagnola’, che uccise il tre o il 5% della popolazione mondiale. Certi animali usano la tanatosi, simulano cioè una rigidità cadaverica, per ingannare il predatore; allo stesso modo noi abbiamo stretto il mondo nella morsa di un rigor mortis per sfuggire a un’influenza che ha ucciso forse lo 0,005% della popolazione. E questa striminzita percentuale è quasi interamente formata da infermi, da ottuagenari e nonagenari già in condizioni critiche. Solo una società alienata, che ha evacuato il senso della morte, può considerare una sciagura questo naturale esito della senilità. Le vere tragedie vengono invece ignorate. A qualcuno importa solo mantenere viva questa assurda virofobia mentre, nell’indifferenza generale, ogni giorno muoiono di fame venticinquemila persone. E non voglio qui fare il noioso elenco dei conflitti d’interessi, delle collusioni che legano il mondo degli affari al mondo della scienza, della politica e dell’informazione, legami che renderebbero più logica e comprensibile l’apparente assurdità della situazione.

    fonte: www.ariannaeditrice.it/
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    Di CAPP ALLON – 14 Luglio 2020

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    La ricerca mostra come il “blocco” della circolazione atmosferica aumenta quando l’attività solare resta bassa, causando il blocco delle figure meteorologiche alle alte e medie latitudini per periodi di tempo prolungati.

    Durante il minimo solare, il normale flusso di correnti zonali (direzione ovest-est) viene sostituito da un flusso di correnti d’alta quota più meridionale (direzione nord-sud).

    Questa deformazione del getto viene ulteriormente esasperata durante un periodo più o meno lungo di Grand Solar Minimum (GSM), come quello in cui stiamo entrando ora, e spiega perché vaste zone del pianeta diventano insolitamente calde o fredde e altre insolitamente secche o piovose con estremi che durano per un lungo periodo di tempo.


    Flusso zonale (a sinistra) vs flusso meridionale (a destra) – altro QUI.
    Mikhaël Schwander, et al, 2017 – “Il caratteristico flusso zonale, con correnti di direzione ovest-est, viene ondulato maggiormente nel periodo di bassa attività solare man mano aumentando il flusso continentale con un tipo di circolazione più orientale e settentrionale. Ciò è confermato anche dalla maggiore frequenza di blocco sulla Scandinavia in regime di bassa attività solare.”

    E il documento di Schwander, dal titolo “l’influenza della variabilità solare sulle figure meteorologiche dell’Europa centrale dal 1763 al 2009”, va oltre:

    “L’analisi, lunga 247 anni, suggerisce che l’impatto del ciclo solare di 11 anni sui modelli meteorologici europei nel tardo inverno comporta una riduzione di condizioni di flusso di correnti occidentali legati a un flusso zonale medio ridotto in condizioni di bassa attività solare. Sulla base di queste prove osservate, stimiamo che la probabilità di avere condizioni fredde in inverno sull’Europa sia più alta in periodi di bassa attività solare che in condizioni di alta attività.”

    Sembra che il Sole stia cadendo in un prossimo Grande Minimo Solare – un periodo di decenni di ridotta attività solare nel quale il sole può presentarsi privo di macchie solari per mesi o addirittura per anni.

    Il risultato sul clima della Terra sarà di una violenta oscillazione tra gli estremi. Intense ondate di calore permangono in solite zone, mentre intense ondate di freddo dominano nelle zone vicine – e quindi le regioni subiscono un “cambiamento”. Sono questi repentini e imprevedibili cambiamenti che accelerano il fallimento dei nostri moderni sistemi di produzione alimentare: le colture falliscono, su larga scala, e la carestia arriva rapidamente.


    Scene dal Minimo di Maunder (1645-1715).

    Complessivamente, possiamo provare che la tendenza della temperatura terrestre si raffredda durante un GSM poiché l’output solare diminuisce sempre più (per esempio aumento della nucleazione delle nuvole). Tuttavia, non TUTTE le regioni sperimentano freddo. Come con il precedente GSM (minimo di Maunder 1645-1715), aree come l’Artico, l’Alaska e il Sud della Groenlandia/Nord Atlantico, in realtà queste zone si riscaldano durante un generale raffreddamento altrimenti “globale” – La NASA ha rappresentato il fenomeno nella mappa ricostruita della temperatura nel periodo del Minimo di Maunder.


    Variazione della temperatura tra il 1780 (un anno di normale attività solare) e il 1680 (un anno all’interno del profondo minimo di Maunder) – NASA.
    La storia si ripete.

    Il clima della Terra è ciclico, mai lineare.

    L’Artico sembra riscaldarsi ancora – leggermente – ma in linea con l’attività solare storicamente bassa che stiamo attualmente vivendo e il suo effetto sul Jet Stream, e non a causa delle irrilevanti emissioni di CO2 antropica.

    Inoltre, se togliamo l’Artico, l’Alaska e il Sud della Groenlandia/Nord Atlantico. le letture della temperatura dal set di dati globale dell’atmosfera inferiore UAH, ci lasciano con un pianeta drammaticamente più freddo.

    I TEMPI FREDDI stanno tornando, le latitudini più basse si stanno RAFFREDDANDO, in linea con l’attività solare storicamente bassa, i raggi cosmici che nucleizzano le nuvole e un flusso di corrente a getto meridionale.

    Perfino la NASA sembra concordare, se leggi tra le righe, con le loro previsioni per questo prossimo ciclo solare (25) vedendolo come “il più debole degli ultimi 200 anni”, che mette in relazione i precedenti fermi di attività solare con periodi prolungati di raffreddamento globale.


    L’inverno 2020-2021 sarà brutale.

    fonte: www.attivitasolare.com/
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    Continua in molte zone dell’Europa l’anomala temperatura di questa estate che non riesce ancora a decollare del tutto.

    Questa volta è l’Estonia a far parlare di se con le temperature che si sono abbassate di diversi gradi sotto la media del periodo. Tanto che la serata di ieri è risultata fredda per l’Estonia, considerando il fatto che siamo ormai giunti a metà luglio. Le temperature sono scese nella fascia che va da +4 a +8 gradi Celsius. Rievamento notevole. Nella città di Tallinn-Harku la temperatura è scesa pesantemente, tanto da stabilire un nuovo record giornaliero di +7,9 gradi misurati questa mattina. Il record precedente era di +8,1 gradi e risaliva all’anno 1931.


    www.wxcharts.com
    Il grande minimo solare inizia a modificare le temperature al suolo oltre che in quota, coadiuvate da un raffreddamento delle acque marine, mentre la NINA, un raffreddamento del pacifico centro orientale, incombe.

    fonte: www.attivitasolare.com/
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    Ma tu guarda … uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, più nello specifico da un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Cnr, Università della Basilicata e Regione Puglia, e riportato nientepopodimeno che dal quotidiano “Corriere della Sera”, scrive che potrebbe essere il Sole la causa dei terremoti. Non che questo ci sorprenda per carità, sulla nostra pagina ne parliamo da anni, con decine di pubblicazioni scientifiche al seguito, ma anche in questa occasione vorremmo capire la scienza, quella ortodossa per capirci, quella che fatica a modificare il proprio “credo” le proprie convinzioni, cosa ne pensa di questo nuovo studio pubblicato. Vedrete che non passerà molto tempo che verrà confermato, oltre ai terremoti che il Sole è causa anche di eruzioni vulcaniche. Rimanendo in attesa che il tutto avvenga, vi invito a leggere l’articolo e a riflettere su quella parte di scienza che da anni si permette di deridere il nuovo che avanza, come se, questa parte di scienza, avesse la verità in tasca. Scienza vuol dire continua ricerca della verità!

    Prima o poi anche questi si dovranno rendere conto che tutto è collegato al Sole e che la nostra stella regola il clima e tutto ciò che gli gira intorno.


    CORRIERE DELLA SERA – 13 Luglio 2020

    Su Nature la ricerca di Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Cnr e Università della Basilicata: «C’è correlazione tra la variazione nel tempo della densità di protoni e della sismicità a scala mondiale»

    Che i corpi celesti possano influenzare i terremoti non è più una credenza tramandata da civiltà sepolte e da più di mezzo secolo i ricercatori cercano di dimostrare questa correlazione che, se provata scientificamente, potrebbe rivoluzionare i metodi per prevedere eventi sismici. La luna, per esempio, che influisce in modo determinante sulle maree, sembra abbia anche un ruolo nei terremoti, ma adesso una ricerca pubblicata oggi su Scientific Report di Nature, ipotizza che anche il sole abbia un’influenza sull’attività sismica terrestre.

    Il Cnr e il satellite Soho
    A scoprire per la prima volta al mondo questa correlazione con prove empiriche fornite da un satellite è stato un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Cnr, Università della Basilicata e Regione Puglia. Come spiega Vito Marchitello, il primo autore della ricerca, il gruppo ha studiato i dati del satellite Soho (Solar and Heliospheric Observatory), localizzato in una posizione stazionaria rispetto al Sole e alla Terra che registra la densità di protoni prodotti dall’attività solare e la loro velocità. «Studiando comparativamente la variazione nel tempo della densità di protoni e della sismicità a scala mondiale — sottolinea Marchitello — abbiamo osservato una correlazione estremamente evidente, con picchi di sismicità che avvengono entro 24 ore dai picchi di densità protonica». In altre parole un certo tipo di attività solare innescherebbe l’attività sismica del nostro pianeta. Gli scienziati italiani hanno anche sviluppato un modello qualitativo che ipotizza il meccanismo che lega le due variabili. «Le scariche generate dall’eccesso di carica elettrica nella ionosfera penetrerebbero nelle grandi faglie sismo-genetiche, zone di alta conducibilità elettrica — spiega Giuseppe De Natale dell’Ingv —. E una scarica elettrica nei cristalli di quarzo, che abbondano nelle rocce, genera un impulso di dilatazione o contrazione, a seconda della polarità della corrente. Tale impulso di deformazione potrebbe destabilizzare faglie che sono già vicinissime al punto di rottura, e quindi produrre i terremoti».

    fonte: www.attivitasolare.com/
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    AGGIORNAMENTO INTRA-FTI 14 LUGLIO 2020: oggi abbiamo avuto una lunga G2 (standard Kiruna) per cui entro i prossimi 15-20 giorni aumenta la probabilità del verificarsi di eventi forti --> molto forti come da ultimo aggiornamento (sotto)
    Il magnetometro di Barcellona P.d.G. è parecchio perturbato, possibili scosse e eruzioni vulcaniche al Sud Italia / TIrreno. Movimenti leggeri anche nell'Italia Nord Orientale.

    AGGIORNAMENTO 9 LUGLIO 2020: stando ai dati statistici e ai grafici osservati in queste settimane/giorni, tutto procede secondo i precursori di riferimento (Schumann e magnetometri) . Dalle anomalie di Schumann si evincevano circa 3-4 forti e 1 molto forte. Per ora abbiamo avuto 2 forti. Me ne aspetto almeno altri 2 in questi prossimi 15-20 giorni. Zone bersaglio: Asia e Centro America, nello specifico Messico/NIcaragua/Panama, Indonesia/Filippine, Giappone, NZ e arcipelago. Kamchatka-->Alaska (Kuril, Aleutine, Rat). India/Cina e Cile. In pratica, la CdF si prepara a subire eventi molto significativi tipici della sua geologia. Moderati tra Iran e Balcani. Per l'Italia possibili sciami fini a sè stessi, aumento di attività di Stromboli e Etna e scosse leggere nel Centro Italia. Mentre tra agosto e dicembre si dipana una notevole (ma non assoluta) probabilità di un evento sismico moderato in Molise/Campania/Basilicata/Calabria e Sicilia (mare) come già accennato. Movimenti potenziali anche in Madagascar / Oceano Indiano.
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    Di Enzo Ragusa – 7 Luglio 2020

    RAFFREDDAMENTO NONOSTANTE LA MASSIMA EMISSIONE DI CO2

    Negli ultimi due articoli proposti da Attività Solare, se siete stati buoni osservatori, vi sarete accorti che abbiamo nominato ripetutamente l’anno 1980.
    Il 1980 si trova alla fine di un noto periodo di raffreddamento globale di circa 30 anni che è durato dalla metà degli anni ’40 alla metà degli anni ’70. Periodo che alcuni enti governativi hanno cercato di addolcire per dimostrare che la CO2 sale in concomitanza della temperatura.
    Durante questi tre decenni, circa il 20% di tutto il CO2 prodotto dall’uomo mai generato (fino ad oggi) è stato emesso nell’atmosfera.
    Gli allarmisti del riscaldamento globale antropogenico che sponsorizzano la CO2 come causa principale di fattori climatici negativi non possono conciliare l’emissione di quasi 100 gigatonnellate di CO2 antropogenica in coincidenza ad un corrispondente periodo di raffreddamento.

    Secondo Alekseev et al. 2016 (e come ci potremmo attendere dopo quei 30 anni di raffreddamento) nel 1980 ci fu in realtà la presenza di più ghiaccio marino artico che in QUALSIASI altra situazione durante il 20 ° secolo. Quindi, in particolare, usare quei dati come punto di partenza è utile se il tuo obiettivo è accentuare in maniera morbosa la tesi del CO2, forzando il voler dimostrare che il CO2 è il colpevole di tutte le disgrazie. Ergo, i miei migliori auguri per un presunto riscaldamento antropogenico.

    In ogni caso, la calotta polare artica ha caratteristiche sinusoidali. Cioè si forma e si riduce nei millenni, nei secoli e persino in pochi decenni.
    Sottomarini nucleari americani affiorarono in un Polo Nord quasi privo di ghiaccio nel 1959 e nel 1962. Eppure nel 1999 la stessa regione era una distesa quasi impenetrabile di ghiaccio marino.
    Le ricerche sulle creste delle spiagge della costa settentrionale della Groenlandia sono state descritte guardando indietro fino a 6.000-7.000 anni fa, quindi, l’Oceano Artico doveva essere periodicamente libero dal ghiaccio fino al Polo Nord per lunghi periodi di tempo.
    Ma non dimentichiamoci che 6.000-7.000 anni fa non esisteva il CO2 antropogenico.

    È interessante notare che, secondo l’Istituto meteorologico danese DMI, dal 2006 al 2019 il volume del ghiaccio marino artico è rimasto costantemente costante (in effetti potrebbe essersi verificato un leggero aumento).
    Ancora una volta, durante questo periodo di 13 anni, circa il 20% di tutto il CO2 mai visto dall’uomo è stato emesso in atmosfera – tuttavia non ha avuto alcun effetto sulla calotta artica.

    Pertanto, il volume del ghiaccio marino artico è irrilevante per quanto riguarda il “cambiamento climatico” causato dall’uomo. Si forma e cala anche senza le nostre emissioni di CO2. È chiaramente una variazione naturale.

    I dati sul ghiaccio dell’Antartico sono più difficili da rintracciare, ma è compreso che il ghiaccio marino dell’emisfero meridionale è notevolmente aumentato negli ultimi 40 anni fino al 2014, quando è diminuito improvvisamente e inspiegabilmente. (Durante quel periodo lungo 40 anni, circa il 60% di tutto il CO2 mai visto dall’uomo è stato emesso nell’atmosfera. Eppure il ghiaccio marino antartico è cresciuto.)
    Ma nel tentativo di provare quell’improvvisa riduzione del ghiaccio marino negli ultimi anni, va ricordato che l’Antartide occidentale e la Penisola Antartica occidentale sono state scoperte solo di recente come la sede della più grande provincia vulcanica sulla Terra.
    Nel 2017 gli studenti dell’Università di Edimburgo hanno identificato 138 vulcani, alcuni alti fino a 3.800 metri, sepolti sotto il ghiaccio.
    Un aumento dell’attività in questa enorme provincia vulcanica sarebbe senza dubbio un fattore significativo che influenza la temperatura dell’acqua e il ghiaccio marino.

    Quindi, questo il motivo per il quale io e molti come me pensano sia importante di tanto in tanto mettere da parte il CO2 antropogenico per dare un’occhiata al quadro generale climatico. I cicli solari, le correnti oceaniche e il calore vulcanico incidono continuamente sull’equilibrio energetico della Terra e l’hanno sempre fatto.

    STIAMO ENTRANDO NEL GRAND SOLAR MINIMUM

    Questi sono chiari e crescenti segnali che il Grand Solar Minimum è ormai tra noi! Nei prossimi anni verrà raggiunto un minimo considerevole di radiazione solare; nel decennio 2020-2030 possiamo ben aspettarci un’attività solare bassissima, con lunghi periodi segnati da una totale assenza di macchie sulla superficie solare. Il minimo dell’attuale ciclo solare 24 è atteso tra il 2019 ed il 2021. In tal contesto vi sarà in questo periodo un’escalation dell’attività sismica e vulcanica. La bassa radiazione solare determinerà poi una circolazione atmosferica prettamente anti-zonale, con pattern meteorologici ad evoluzione molto lenta (sviluppo di anomale masse d’aria fredda, aumento delle alluvioni a causa di perturbazioni estremamente lente e persistenti, gravi siccità, di conseguenza incendi che devasteranno intere zone, incremento delle grandinate dovuto ad un elevato gradiente termico fra alte e basse latitudini). L’ingente entrata di raggi cosmici in atmosfera produrrà una maggiore formazione di nubi ed un aumento delle precipitazioni.
    A riguardo, proprio nell’ultima settimana le cronache meteo sono sempre più presenti anche nelle fonti d’informazione. Caldo estremo con incendi in Siberia e inondazioni massicce in molte altre aree del pianeta sono ormai all’ordine del giorno. Tarda stagione, o se preferite neve estiva, con temperature fredde in molti altri luoghi. Ogni giorno, una nuova eruzione vulcanica e un deciso aumento dell’attività sismica è presente! Enormi perdite di raccolti e in alcuni casi le colture non verranno più rimpiazzate, quindi si potrebbero avere risultati irrisori nei raccolti, enormi sciami di locuste che mangiano tutto ciò che è loro possibile, senza dimenticare le malattie infettive! Tutto sta accadendo ora, mentre l’America è totalmente distratta e preoccupata da una piaga politicamente motivata, ma non solo l’America!

    L’influenza umana, al confronto, è banale e difficile persino da rilevare.
    Nessuna delle predizioni apocalittiche dell’allarmismo climatico si è verificata. Non una!
    La tanto decantata emergenza climatica non ha quindi basi scientifiche su cui poggiarsi.

    fonte: www.attivitasolare.com/
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    “Mai vista così tanta neve nel mese di luglio ”, questo si legge nel titolo del sito web norvegese nrk/no

    Non abbiamo mai avuto tante nevicate, afferma Knut Kinne, direttore tecnico della compagnia energetica BKK.

    Con dieci metri (più di 32 piedi) di neve compatta, avrebbe potuto non sciogliersi in estate e in autunno se non l’avessimo rimossa, afferma il consulente per le comunicazioni Jarle Hodne di BKK.

    È così che nascono i ghiacciai! Quando la neve non si scioglie in estate e in autunno.


    https://www.nrk.no/vestland/frykter-flom-i...gder-1.15081735

    fonte: www.attivitasolare.com/
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    Ci troviamo in estate ma nonostante ciò l'ammontare di ghiaccio nel circolo polare artico e soprattutto in Groenlandia è in aumento, addirittura sopra la media trentennale di riferimento. L'estate 2020 è tra quelle più fredde degli ultimi anni.

    SMB_combine_SM_day_EN_20200710
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    L’ultima volta che il CO2 è stato a livelli simili le temperature erano più calde da 3 a 4 ° C e i livelli del mare erano più alti di 20 metri

    Il livello di CO2 nell’atmosfera si avvicina a un livello probabilmente mai sperimentato da un ominoide. Fotografia: Dmitry Rukhlenko – Foto di viaggio / Alamy Stock Photo
    La quantità di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre si avvicina a un livello mai visto in 15 milioni di anni e forse mai sperimentato in precedenza da un ominoide, secondo gli autori di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature.

    A tassi di aumento pre-lockdown, entro cinque anni il CO2 atmosferico passerà a 427 parti per milione, che è stato il probabile picco del periodo di riscaldamento a metà del Pliocene 3,3 milioni di anni fa, quando le temperature erano più calde da 3 a 4 ° C e il livello del mare era di 20 metri più alto di oggi.

    Ma sembra che ora dobbiamo andare molto più indietro per vedere cosa ci aspetta.

    Intorno al 2025, è probabile che la Terra si trovi in condizioni di CO2 mai sperimentate dal Medio Miocene Climatic Optimum 15 milioni di anni fa, nel periodo in cui si pensa i nostri antenati si siano discostati dagli oranghi per diventare riconoscibilmente ominoidi.

    Per il documento pubblicato sulla rivista Nature Scientific Reports, un team di ricercatori dell’Università di Southampton ha costruito un nuovo record ad alta risoluzione di CO2 durante il Pliocene utilizzando i dati derivati ​​dai livelli di boro in piccoli fossili delle dimensioni di una testa di spillo raccolto dai sedimenti oceanici profondi del Mar dei Caraibi.

    Ciò ha confermato le tendenze precedentemente osservate nei nuclei di ghiaccio, ma ha anche permesso una stima più precisa della presenza di CO2 in quell’epoca geologica, quando i livelli di radiazione solare erano gli stessi di oggi.

    “Un risultato sorprendente che abbiamo riscontrato è che la parte più calda del Pliocene conteneva nell’atmosfera tra 380 e 420 parti per milione di CO2”, ha affermato uno dei coautori Thomas Chalk. “Questo è simile al valore odierno di circa 415 parti per milione, dimostrando che siamo già a livelli che in passato erano associati a temperatura e livello del mare significativamente più alti di oggi.”

    “Attualmente, i nostri livelli di CO2 stanno aumentando a circa 2,5 ppm all’anno, il che significa che entro il 2025 avremo superato qualsiasi quota vista negli ultimi 3,3 milioni di anni.”

    Gli autori hanno affermato che lo studio del passato ha fornito una guida a ciò che probabilmente accadrà in futuro mentre la Terra risponde all’accumulo di gas a effetto serra degli ultimi due secoli di emissioni industriali.

    “Le calotte glaciali oggi non hanno avuto la possibilità di recuperare il ritardo con la forzatura di CO2. Stiamo attraversando il Pliocene e ci stiamo dirigendo verso un futuro simile al Miocene”, ha riferito un altro degli autori, Gavin Foster, professore di geochimica isotopica all’Università di Southampton. “Ora dobbiamo andare indietro nel tempo per trovare situazioni rilevanti”.

    Durante il Medio Miocene, le calotte glaciali si restrinsero ulteriormente e il livello del mare era molto più alto del Pliocene. Foster ha riferito che questo è avvenuto molto prima che qualcosa di riconoscibilmente umano si fosse evoluto sulla Terra.

    Il costante aumento delle temperature nell’era attuale è stato evidenziato giovedì da una nuova collaborazione internazionale coordinata dall’Organizzazione meteorologica mondiale e guidata dal Met Office del Regno Unito. Nella prima di quella che sarà una previsione del clima quinquennale aggiornata annualmente ogni anno, gli scienziati hanno notato che esiste una probabilità del 20% che il mondo raggiunga temporaneamente 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali prima del 2025.

    “Questo studio mostra – con un alto livello di competenza scientifica – l’enorme sfida che ci attende per raggiungere l’accordo di Parigi sull’obiettivo del cambiamento climatico di mantenere un aumento della temperatura globale in questo secolo ben al di sotto dei 2 ° C rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitare la temperatura aumentare ulteriormente a 1,5 ° C”, ha dichiarato il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas.

    fonte: www.attivitasolare.com/
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    In questo topic potete parlare, scrivere, domandare qualunque cosa riguardate il magico mondo dei Forum!

    -------------UN PO' DI STORIA E GENERALITA' ------------------

    Il termine "forum", nell'ambito dell'informatica e del Web 2.0, è utilizzato in italiano per indicare l'insieme delle sezioni di discussione in una piattaforma informatica, o una singola sezione, oppure lo stesso software utilizzato per fornire questa struttura (detto anche "board"). Rappresenta un esempio tipico del Web 2.0 o Web dinamico.

    Una comunità virtuale si sviluppa spesso intorno ai forum, nel quale scrivono utenti abituali con interessi comuni. I forum vengono utilizzati anche come strumento di assistenza online e all'interno di aziende per mettere in comunicazione i dipendenti e permettere loro di reperire informazioni.

    Ci si riferisce comunemente ai forum anche con termini e locuzioni in lingua inglese come: board, message board, bulletin board oppure "gruppi di discussione", "bacheche" e altri.

    Molti forum richiedono la registrazione (signup) dell'utente prima di poter inviare messaggi e in alcuni casi anche per poterli leggere; successivamente, per poter inviare messaggi (e, a volte, anche per leggerli per intero) occorre comunque eseguire il login. Diversamente dalla chat, che è uno strumento di comunicazione sincrono, ovvero nel quale la comunicazione avviene nello stesso momento, il forum è asincrono, in quanto la scrittura e la risposta può avvenire in momenti diversi.

    Struttura del forum
    Il forum si presenta tipicamente articolato[1] con una certa struttura gerarchica (i termini possono cambiare, e spesso sono in inglese, specie se lo è la lingua del software che supporta il forum, per scelta in sede di configurazione oppure perché non esiste la versione in una certa lingua). La terminologia prevede:

    1) pagina principale (home page) => è la porta d'ingresso del forum, il livello più generale; la parte centrale si presenta classicamente come un macro elenco suddiviso, anche graficamente, nell'articolazione che segue;
    2) area (a volte, in italiano, anche "stanza") => macro ripartizione tematica;
    3) sezione/sottosezione => categoria di discussioni che afferisce ad un'area tematica; può essere suddivisa (cioè una sezione può essere scomposta in sottosezioni, in modo da agevolare la ricerca e la comprensione);
    4) discussione (o thread) => argomento aperto relativo ad una certa sezione/sottosezione; chi apre una discussione, all'interno di una sezione/sottosezione, è anche l'utente che posta il primo messaggio (perciò stabilisce il titolo del thread nonché la sua appartenenza ad una certa sezione/sottosezione). Questo primo intervento della discussione si chiama topic;
    5) messaggio (o post ) => singolo intervento relativo ad una discussione come commento (risposta, presa di posizione, ecc.) al topic. Il succedersi dei post, insieme al topic iniziale, forma la discussione.
    Quasi sempre, i livelli sino alla sottosezione sono stabiliti dall'amministratore del forum. Questo non significa che gli utenti non possano proporre di aprire una sezione/sottosezione. Succede spesso che l'amministratore decida di spostare da una sezione/sottosezione ad un'altra una discussione, in quanto la decisione iniziale dell'utente era errata. Oppure di unire (accorpare, accodare) una discussione ad un altro già aperto in quanto l'oggetto trattato era il medesimo, magari con un titolo diverso.

    Per configurazione stabilita dall'amministratore oppure perché è una caratteristica del software, in alcuni casi i livelli 2, 3 e 4 possono anche essere raggruppati in uno solo (in pratica, il forum si presenta con un elenco di argomenti non raggruppati, ciascuno con i suoi post).

    In genere sul forum valgono regole di buon comportamento per gli utenti (netiquette) codificate all'interno di opportuni regolamenti esposti al pubblico sul cui rispetto vigilano costantemente i moderatori.

    Linguaggio
    All'interno di un forum vengono spesso utilizzati anglicismi e forestierismi.

    Ban (sospensione dell'account di un utente, ad esempio per violazioni perduranti delle regole, che può essere temporanea o definitiva), traducibile in "interdizione".
    Bannare (punire un utente con il ban), traducibile in "bandire" o "interdire".
    Cracker (il lato oscuro del fenomeno hacking), traducibile in "pirata informatico".
    Cross-posting (inserire lo stesso messaggio in più sezioni dello stesso forum).
    Emoticon (le faccine che compaiono nei messaggi per trasmettere l'umore dell'autore).
    Flame (discussione troppo accesa che può degenerare in insulti e offese personali).
    Flood (invio ripetuto di messaggi di solito inutili e fastidiosi).
    Geek (l'appassionato della tecnologia e della conoscenza in generale).
    Hacker (il tecnico esperto di tecnologia), spesso tradotto o inteso erroneamente come "pirata informatico".
    Lurkare (l'azione di leggere i messaggi senza intervenire nelle discussioni).
    Lurker o Leecher (l'utente che lurka).
    Netiquette (regole di buon comportamento), traducibile in "norme di comportamento" o "etichetta".
    Newbie (utente inesperto), traducibile in "principiante", sovente tradotto ironicamente in "niubbo".
    Nickname (il nome utente), traducibile in "alias", "soprannome", "pseudonimo", "nome utente".
    Off-topic (indica un messaggio non pertinente all'argomento trattato in una determinata discussione, oppure una sezione per l'inserimento di messaggi non pertinenti ai temi trattati nel forum), spesso abbreviato in "OT" è traducibile in "fuori argomento", "fuori tema".
    Policy, l'insieme di leggi e procedure che i partecipanti accettano di applicare.
    PM (messaggio privato, sta per Private Message), traducibile in "MP" o "messaggio privato".
    Post, traducibile in "messaggio".
    Postare, traducibile in "pubblicare", "scrivere", un messaggio.
    Post padding (riempire pagine e pagine di messaggi inutili).
    Quotare (rispondere citando), italianizzazione dell'inglese to quote (citare) ma usato spesso col significato italiano.
    Reply, traducibile in "rispondere" o "replicare".
    Spam (messaggio o messaggi di pubblicità indesiderata, anche non di carattere commerciale, come link a siti personali, pubblicato senza autorizzazione degli amministratori; oppure discussione tra due o più utenti di argomenti totalmente estranei al tema).
    Spammare, detto di utenti che inseriscono spam
    Splittare (dividere un topic in due o più topic), traducibile in "dividere".
    Thread a volte abbreviato in "3d", traducibile in "discussione".
    Thread hijacking, rispondere ad una discussione inducendola a cambiare argomento.
    Topic (sinonimo di thread; più raramente argomento), traducibile in "discussione".
    Troll (un individuo molestatore che discute sempre coi toni accesi in una logica di gioco a somma zero con il solo obiettivo di fomentare gli animi per creare un clima di intimidazione e sfiducia).
    Warn (avvertimento imposto da chi ha i poteri nel forum, atto a segnalare violazioni del regolamento, in genere ha il suo indicatore di livello per ogni Utente posto sotto l'avatar), traducibile in "avvertimento".
    Figure dei forum
    Alcune figure sono generalmente sempre presenti all'interno di un forum:

    I fondatori (o founder);
    Gli amministratori (o admin);
    I supermoderatori (o supermod);
    I moderatori (o mod);
    Gli utenti (o users);
    Gli ospiti (o guests):
    Altri utenti (in base al rango o ad altro).
    Amministratori
    Gli amministratori sono i gestori di un forum e possiedono la facoltà di modificare, cancellare o spostare qualsiasi messaggio. Solitamente possono anche chiudere il forum, modificarlo, apportare cambiamenti al software, espellere, cancellare o creare utenti. Possiedono inoltre tutte le funzionalità dei moderatori.

    Supermoderatori
    I supermoderatori aiutano il lavoro degli amministratori, dai quali sono stati scelti, ma rispetto ai quali hanno meno poteri. Il loro scopo è generalmente quello di coordinare l'attività dei moderatori e di assisterli. Possiedono inoltre tutte le funzionalità e svolgono tutti i compiti dei moderatori.

    Moderatori
    I moderatori aiutano il lavoro degli amministratori, dai quali sono stati scelti, ma rispetto ai quali hanno meno poteri. Il loro scopo è generalmente quello di mantenere un'atmosfera tranquilla e pacifica nell'area che gli è stata attribuita, evitando che le discussioni degenerino, chiudendo/cancellando quelle contrarie al regolamento, spostando discussioni in aree più consone e facendo rispettare le varie regole. Il moderatore può essere anche un esperto dell'argomento di cui tratta il forum, e può avere la funzione di risolvere dubbi di utenti meno esperti.

    Utenti
    Gli utenti sono la tipologia più comune. Di norma, l'utente è un soggetto, registrato al forum che si presenta al pubblico tipicamente sotto un nickname o un qualsiasi altro nome e che può pubblicare messaggi. I suoi privilegi sono inferiori a quelli dell'amministratore e del moderatore, e di solito gli permettono di: aprire nuove discussioni e pubblicare messaggi, più di usufruire di altre funzionalità accessorie (scegliere una firma personalizzata, inserire una userbar, caricare un avatar). In alcuni casi è permessa la modifica dei propri messaggi dopo la pubblicazione e la loro cancellazione. Molto spesso le modifiche e le cancellazioni possono essere ripristinate da un membro addetto alla moderazione, ad esempio se l'utente le ha utilizzate in maniera scorretta nei confronti degli altri utenti.

    Ospiti
    Gli ospiti, infine, sono quegli utenti che navigano nel forum senza aver effettuato la registrazione. Anche agli ospiti talvolta è permessa la pubblicazione di messaggi, ma più raramente, anche per contrastare fenomeni di spam, flooding, cross-posting. A volte alcune sezioni del forum possono essere precluse agli ospiti per visionare le quali occorre registrarsi. Gli ospiti generalmente non possono accedere a funzionalità aggiuntive come la scelta di un avatar, di una firma personalizzata, e così via.

    Altri
    Sovente all'interno di un forum l'amministratore attribuisce cariche o ranghi particolari a determinati utenti. Sia per stimolare la partecipazione, sia per premiare la frequentazione assidua. Spesso il rango dell'utente (o rank in inglese), è determinato automaticamente a seconda del numero di messaggi pubblicati.

    In altri casi è l'utente stesso a potersi attribuire una sorta di "titolo".

    Software
    Pacchetti software per la creazione e gestione di forum sono ampiamente disponibili in Rete (CMS), alcuni gratuitamente, altri a pagamento. I linguaggi di programmazione più utilizzati sono come PHP, ASP, Perl e Java, afferenti al paradigma di programmazione Web dinamica (Web dinamico), e i contenuti vengono solitamente memorizzati in file di testo o più frequentemente in database.

    I più utilizzati tra i software gratuiti sono MyBulletinBoard, phpBB, FluxBB e Simple Machines Forum, mentre tra quelli a pagamento vi sono vBulletin e Invision Power Board (che fino alla versione 1.3 era disponibile gratuitamente).

    Infine, per chi non dispone delle competenze o dei mezzi necessari all'installazione di un software su un server, esistono anche alcuni forum in outsourcing o la possibilità di utilizzare sistemi come Osiris che consente la creazione di forum decentralizzati e distribuiti tra i vari nodi.

    Esistono, inoltre, servizi di alloggiamento (hosting) forum gratuiti, come ForumFree, FreeForumZone, Altervista.

    Alcune piattaforme di forum
    Simple Machine Forum
    forum in PHP, gratuito basato su PHP e MySQL.
    FluxBB
    forum basato su PHP e SQL.
    ExBB
    forum scritto in PHP che memorizza i dati in file di testo (flat file).
    Invision Power Board
    forum (a pagamento) della Invision Power Service.
    MyBulletinBoard
    forum scritto in PHP.
    Osiris
    forum basato su tecnologia P2P che garantisce anonimato e resistenza ai guasti.
    phpBB
    forum scritto in PHP, permette di memorizzare i dati in vari tipi di database.
    PunBB
    forum scritto in PHP.
    vBulletin
    forum (a pagamento) scritto in PHP, che memorizza i dati in database MySQL.
    Xenforo
    Forum a pagamento scritto in PHP e JavaScript, memorizza i dati in MySql
6572 replies since 20/8/2004
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