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Posts written by Tursiops

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    Fonte: Umberto Bianchi

    Urlano, piangono, strillano, come non mai, le ochette del Campidoglio, poste a
    guardia del “politically correct”. Un gruppo di “belve nazi-fasciste” ha osato prender
    d’assalto il tempio dei diritti dei lavoratori. Ma sì, parliamo di quel munifico
    sindacato che non ha esitato schierarsi dalla parte dei Signori del Vapore,
    approvando e spalleggiando quell’infame e liberticida provvedimento, che obbliga i
    lavoratori tutti all’esibizione di un pass sanitario per campare.
    Ma procediamo per ordine. Pietra dello scandalo, a proposito degli incidenti di
    Sabato 12, la presenza del Movimento Forza Nuova durante gli eventi che hanno
    culminato con l’assalto alla sede della Cgil. Andrebbe, anzitutto, rimarcato il fatto
    che quel giorno, Piazza del Popolo era strapiena di gente di tutti i colori e tutte le
    risme, provenienti da mezza Italia. Un popolo variegato, di tutte le estrazioni ed
    ideologia politica, unito da un trasversale senso di malessere nei riguardi di governi
    e provvedimenti che vanno via via facendosi sempre più opprimenti e liberticidi, nei
    riguardi dei diritti dei cittadini.
    Tra i vari oratori succedutisi sul palco, anche Giuliano Castellino, leader di Forza
    Nuova il quale, tre ore e passa prima degli eventi in oggetto, annunciava
    tranquillamente l’intento di voler andare ad “ASSEDIARE”, badate bene e NON
    “ASSALTARE” la sede del sindacato. Ovverosia, manifestava un normalissimo e più
    che lecito intento, di effettuare un “sit in” davanti alla Cgil. A questo punto però, le
    nostre Autorità preposte all’ordine pubblico, anziché far sfoggio di esibizioni
    muscolari in piazza e qui e lì impedire il libero accesso alla gente normale, avrebbero
    dovuto procedere a contattare gli organizzatori della manifestazione, per stabilire
    preventivamente un percorso ben monitorato, piazzando un nutrito numero di unità
    di forze dell’ordine, a difesa sia della sede del sindacato, che di tutti gli obiettivi
    istituzionalmente “sensibili”.
    Ma nulla di tutto, ciò è stato fatto. Anzi. A difesa del sindacato, come si può vedere
    dalle immagini girate, solo uno sparuto gruppetto di agenti della Digos,
    successivamente sopraffatti da uno strabordante numero di assalitori. Ed anche qui,
    bisognerebbe guardare gli eventi con un occhio più obiettivo. Quello che doveva
    essere un normalissimo e lecito sit in, si è presto trasformato in un vero e proprio
    assalto perché, chi scrive, ritiene che la situazione sia sfuggita di mano agli stessi
    organizzatori, incapaci di tener testa al montare della furia della folla.
    A tal proposito, andrebbe sempre ricordato che, nel nostrano panorama politico,
    Forza Nuova costituisce un gruppo minoritario, che tale è rimasto anche durante la
    manifestazione di sabato. Tant’è che, tra gli assalitori della sede sindacale, figurava
    anche il responsabile della trasversale “Io apro”. Il problema è che, una
    organizzazione di natura minoritaria, non sempre è in grado di tener testa ad un
    repentino ed impetuoso succedersi di eventi, causati da folle umorali ed inferocite.
    Tutto questo, senza nulla togliere, all’inutile e dannosa stupidità di questo tipo di
    gesti, quanto mai illegali e controproducenti sul piano degli effetti politici.
    Tant’è che, Lor Signori, hanno preso la palla al balzo, per prospettare più restrizioni
    allo svolgimento di manifestazioni ed esercitare una maggior repressioni nei riguardi
    della libera espressione di opinioni, attraverso un clima intimidatorio. Resta il fatto
    che, quanto accaduto, è il preoccupante sintomo di un malessere generalizzato, che
    va estendendosi ad un sempre maggior numero di strati della popolazione. Se, nel
    resto del mondo, a parte qualche rimarchevole eccezione ( vedi l’Australia, sic!), si
    cerca di attenuare alla ben’e meglio certe misure coercitive, in Italia, si va nel senso
    opposto.
    Il nostro è divenuto, a tutti gli effetti, il laboratorio per effettuare una serie di
    mostruosi esperimenti di ingegneria socio politica. Non per nulla, l’Italia è stato,
    dopo la Cina, il primo paese ad esser investito dall’onda pandemica ed il primo ad
    adottare misure repressive senza precedenti. Una vera e propria dittatura
    “sanitaria” che, con la scusa di una malattia, ha potuto terrorizzare, reprimere ed
    impoverire i propri cittadini, in omaggio al modello di controllo socio politico cinese,
    che fa da apripista alla realizzazione di un vero e proprio resettaggio globale. Il tutto
    in favore dello sproporzionato arricchimento ed aumento di potere delle oligarchie
    finanziarie globali, a discapito della maggioranza delle popolazioni. A questo punto
    “sic stantibus rebus”, rimane la via di una presa di coscienza dura e totale, che deve
    tradursi in azioni incisive sul piano di una politica istituzionale. Non si può e non si
    deve permettere a chi ha per dolo o per manifesta incapacità, permesso la morte di
    130.000 e passa italiani, represso le fondamentali libertà dei cittadini, impoverito la
    popolazione, di cavarsela così, a buon mercato.
    Questa gente deve finire davanti alla giustizia, altro che storie. E per questo non
    bisogna farsi trascinare da quanto mai controproducenti richiami alla violenza. Tutto
    questo va accompagnato ad una variegata azione di Class action, denunce, blocco
    delle attività lavorative ed alfine una proposta di referendum per la definitiva
    abrogazione di stato d’emergenza e coercizioni varie, che dovrebbe assurgere a vera
    e propria plebiscitaria, azione di democrazia diretta, per rendere giustizia al nostro
    popolo, umiliato, sbeffeggiato, offeso come non mai, dall’arroganza e dalla malafede
    di classi politiche politiche vendute ed incompetenti.
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    Fonte: Il giornale del Ribelle

    Via via i tasselli sembrano comporsi nel mosaico di una possibile "pianodemia". I fattori di spiegazione in particolare interessanti da considerare mi sembrano questi: Profitto, Controllo Sociale, Transumanesimo. (Ci sarebbe in aggiunta l'aspetto internazionale della vicenda, di cui finora è emerso poco ma che meriterebbe indagini.)

    Profitto - Niente di nuovo. In una forma di civiltà in cui i rapporti sociali sono determinati sostanzialmente dal denaro, in cui il denaro oltre che permettere la sopravvivenza realizza il Potere, è chiaro che l'ottenimento di denaro si pone come il primo scopo dei soggetti sociali; fino al limite dell'assenza di qualunque scrupolo. In un film di Charles Chaplin, credo "Il monello", Charlot, che di lavoro fa il vetraio, gira con un ragazzino di strada a rompere vetrine, per potersi offrire poi come riparatore. Chi di lavoro produce medicinali cosa potrebbe allora fare? Far ammalare la gente, si potrebbe anche ipotizzare. O magari, fare in modo che i governi degli Stati dichiarino per legge malati i propri cittadini… La chiave di lettura del profitto è in generale senz'altro veritiera; ma, io direi, solo ad un certo livello di considerazione della realtà. Per la grandissima maggioranza dei soggetti sociali la disponibilità di denaro si realizza in effetti acquisendolo da altri soggetti sociali. Una ristretta classe sociale, quella effettivamente di Potere, realizza invece disponibilità di denaro inventandolo dal nulla tramite le banche (essendo ormai la moneta del tutto immateriale, virtuale). Per questi il problema non è di avere denaro dagli altri, ma di fare in modo che gli altri abbiano sempre bisogno del denaro che loro inventano. A questo fine va bene tutto ciò che agli appartenenti alla classe subordinata fa spendere denaro e averne bisogno di altro; va molto bene se questo bisogno ha un'apparenza molto forte essendo legato alla salute; va ottimamente se gli Stati si indebitano, e con ciò è garantito un bisogno di denaro per gli appartenenti alla classe subordinata anche nel futuro.

    Controllo Sociale - Mediante il denaro, mediante il bisogno di denaro da parte di una classe sociale subordinata, si è da molto tempo realizzato nella Civiltà dell'Occidente un controllo sociale, ovvero la conduzione di un Potere. Il Potere è sostanzialmente la possibilità di disporre delle vite altrui, sia per vantaggi pratici sia per una perversa gratificazione in sé. Dalla propria posizione di Potere, l'oligarchia dominante nella Civiltà Occidentale si assicura la disponibilità di camerieri, cuochi, autisti, lustrascarpe… Oltre al piacere demoniaco (e quindi illusorio) del proprio rilievo, del proprio dominio… Il denaro come principale strumento di Potere, tuttavia, viene forse ora considerato come non più ottimale. Forse viene considerato piuttosto logoro. Ci sono problemi tecnico-finanziari consistenti. Il mito che il sistema sociale fondato sul denaro possa dare la possibilità a tutti di benessere, di miglioramento sociale, comincia a perdere colpi. D'altra parte, la Tecnica sembra essere giunta a possibilità immense. La Tecnica è sostanzialmente nelle mani della classe dominante. Si può ritenere che la Tecnica voglia essere il nuovo strumento di controllo sociale e di Potere.

    Transumanesimo - La Tecnica enormemente sviluppatasi arriva alla possibilità di alterare sostanzialmente l'essere umano. Partita dall'essere umano, la Tecnica ritorna infine su di lui. Si può pensare che il controllo sociale "dall'esterno", mediante modalità e dispositivi tecnici di gestione e vincolo dei comportamenti sociali e personali, sia una fase considerata temporanea. Il sogno del Potere e della sua Tecnica, probabilmente, è di implementare e sancire la propria supremazia nella costituzione stessa degli esseri umani.

    Da parte mia ritengo peraltro i progetti di Controllo Sociale e di Transumanesimo progetti già destinati al fallimento. Sono fallimentari, in prospettiva, anche a prescindere dal fatto che vengano contrastati; sono fallimentari già di per sé. L'aumento di complessità della Tecnica col proposito di aumentare il controllo sulla realtà, se può riuscire riguardo aspetti particolari, porta invece in termini generali ad un aumento del caos. Guardando all'ultima fase della Civiltà Occidentale credo ne abbiamo conferma. Tutta la realtà ha una struttura articolata, non è costituita solamente dalla razionalità. Quindi risulterà sempre sfuggente alla Tecnica, che invece viene costituita solo mediante la razionalità.

    Opposizione contingente e opposizione assoluta a questa deriva - Se la caratteristica del Profitto (Potere del Denaro) è quella che viene dalla storia della Civiltà Occidentale, e quella del Transumanesimo vorrebbe essere la caratterizzazione futura, il Controllo Sociale mediante la Tecnica è ciò che caratterizza la fase in corso. Le vicende della "pandemia" nel 2020-21 sembrano essere state usate per spingere decisamente su questo fattore. Questa spinta sembra però aver provocato reazioni consistenti. Si può anche ipotizzare che avvenga un certo riequilibrio della situazione. Cosa senz'altro confortante, ma con certi aspetti che vanno a mio parere considerati bene. Sembra di vedere che le nuove forme di controllo sociale, le restrizioni di libertà, suscitino un'opposizione consistente e significativa soprattutto quando si prospettano sull'àmbito del lavoro. Sembra di vedere un grande desiderio (per certi versi, ovviamente, anche comprensibile) di poter ritornare pienamente alle proprie mansioni e attività, al proprio stipendio e ai propri guadagni. Si potrebbe rilevare come si stia realizzando una curiosa inversione. L'oligarchia sembra voler prendere a cuore la salvaguardia dell'ambiente naturale, mentre gli oppositori protestano che i timori sono fasulli, che li si lasci produrre in pace. E a questo punto credo bisognerebbe fare attenzione. L'alterazione - grave, forse drammatica - dell'ambiente naturale c'è. Viene da un paio di secoli di Civiltà Industriale. Il fatto ancora più curioso, magari, è che proprio coloro i quali hanno provocato il disastro, adesso vorrebbero dirci che il modo per uscirne è seguire le loro direttive riguardo la limitazione delle nostre libertà fondamentali. Ritengo anche io, peraltro, che in questo momento condurre un'opposizione - contingente - significhi ripristinare certe cose sussistenti prima di questa "emergenza". Penso sia invece illusorio ritenere che tornando al proprio "lavoro", al funzionamento dell'Economia e alla libertà di utilizzare i propri guadagni monetari, si realizzi la sconfitta dell'oligarchia di Potere e ci si metta su di una strada positiva. È proprio il disfacimento di quel sistema economico, sociale, culturale, antropologico, a produrre le crisi, le emergenze, i tentativi autoritari. Se, una volta che sia riuscita l'opposizione contingente, non si sapranno utilizzare gli spazi lasciati dalla dissoluzione di questa civiltà per costruire delle alterità di fatto, culturali, sociali, economiche, spirituali, umane - cioè un'opposizione assoluta - le prossime crisi ed emergenze (autentiche o create ad arte) saranno già lì pronte a coinvolgerci.



    Opposizione assoluta
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    Ciao Mirko, dalla foto parrebbe un lombrico. Hai notato per caso una concomitanza tra presenza di questi vermi e il maltempo? Leggendo altre situazioni simili, si ipotizza possano essere appunto lombrichi che abbiano risalito i tubi per via di piccolissime fessure o crepe presenti nei tubi sottoterra.
    Ti lascio due link in inglese. Tienici comunque aggiornati se ti va.
    Grazie

    https://www.allaboutworms.com/long-worm-fo...ellus-earthworm

    https://www.allaboutworms.com/worm-in-toil...om-readers-body
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    A molte persone sarà capitato di incontrare, sia nelle nostre aree verdi urbane che in pieno Parco Agricolo Sud Milano, animali come fagiani, tartarughe dalle orecchie rosse, conigli selvatici, o piante come ailanti, robinie, etc.

    Forse però non tutti sanno che queste specie sia animali che vegetali sono “aliene” o più precisamente alloctone.

    Si definisce alloctona una specie introdotta in un nuovo areale geografico, differente da quello di origine, per cause naturali (migrazioni, terremoti, ricerca di nuove risorse trofiche), accidentali (attività di trasporto e commercio, scarico dell’acqua di zavorra delle navi) o artificiali (allevamenti di pellicce, attività venatoria, motivi ornamentali, etc.).

    Spesso si sente parlare solo in modo estremamente negativo delle specie alloctone e solo in pochi conoscono il reale fenomeno nel suo complesso. Qualunque organismo che viene inserito in una diversa biocenosi può non sopravvivere, può trovare una nicchia adatta ed inserirsi in modo equilibrato nell’ambiente oppure può trovare condizioni molto favorevoli alla sua espansione trasformando la biocenosi locale ed instaurando un nuovo equilibrio. In questo ultimo caso la popolazione insediatasi può creare alcuni danni alle popolazioni autoctone come il pericolo di estinzione e la competizione per le risorse trofiche.

    L’introduzione di specie animali e vegetali alloctone è però anche alla base della biodiversità e dell’agroecosistema attuale. Basti pensare infatti alle specie vegetali esotiche (mais, riso, soia, patate, pomodori, tabacco, etc.) che sono coltivate da secoli e che costituiscono – e talora caratterizzano – i nostri ambienti.

    Qui di seguito sono elencate alcune delle principali specie che risiedono sul territorio di Buccinasco che è possibile osservare sia nelle aree verdi e zone umide urbane e suburbane che nelle vicine zone agresti e boschive.

    La Nutria (Myocastor coypus) ovvero il castorino, è stato importato dal Sud America per la sua pelliccia ma dopo il fallimento di questo business gli allevatori e i piccoli imprenditori liberarono intenzionalmente questi animali per evitare i costi di abbattimento e smaltimento degli esemplari. Oggi è specie naturalizzata e non cacciabile ai termini della legge nazionale 157/92. Studi recenti hanno dimostrato come questi animali siano generalmente in grado di vivere in armonia con la biocenosi locale.

    Il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) estintosi dopo l’ultima glaciazione da molte regioni dell’Europa, con la sola eccezione della Spagna, è stato da qui importato e allevato fin dai tempi dei Romani. Il Silvilago o minilepre (Sylvilagus floridanus), originario del Centro e Sud America, è stato importato in Italia esclusivamente per fini venatori.

    Il Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), originario dell’America, è stato introdotto anche in Italia per scopi alimentari ma alcuni esemplari fuggirono dagli allevamenti. Ora costituisce una minaccia per alcuni ecosistemi.

    Il Tarlo asiatico o cerambice dalle lunghe antenne (Anoplophora chinensis), originario dell’Asia orientale, è stato importato in Europa attraverso piante (soprattutto aceri) già colpite da questo ospite.

    La Carpa (Cyprinus carpio), proveniente dall’Asia, è stata importata dai romani i quali l’allevarono per scopo alimentare. Ora la si trova in moltissimi corsi d’acqua italiani.

    La Tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) è stata importata dagli Stati Uniti in numero consistente ed è stata venduta (anche tutt’ora) come animale da compagnia. Moltissimi individui morirono durante il trasporto e quelli sopravvissuti riuscirono ad adattarsi abbastanza bene ai nostri ambienti ma entrarono in competizione con le tartarughe nostrane, già in pericolo di estinzione per altri motivi.

    La Robinia pseudoacacia (Robinia pseudoacacia) è stata importata dal Nord America a causa del suo legno pregiato e di alcune caratteristiche quali la resistenza agli incendi e il consolidamento dei terreni. Purtroppo però questa pianta a causa del suo apparato radicale abbastanza profondo tende a competere e “soffocare” piante autoctone come le querce.

    Il Fagiano (Phasianus colchicus) è un uccello di origine asiatica e la sua importazione risale al periodo degli antichi greci.

    L’ Ailanto (Ailanthus altissima) o pianta del Paradiso è stata importata dalla Cina assieme ad un lepidottero per la produzione della seta ma questo investimento non andò a buon fine. Come la Robinia anche l’Ailanto a causa del suo largo apparato radicale tende a competere e soffocare le piante autoctone.

    L’ Ambrosia (Ambrosia artemisiifolia) è una pianta erbacea considerata infestante ed è originaria del Nord America. A causa del suo lungo periodo di fioritura e della sua capacità di produrre molto polline, l’Ambrosia può rappresentare un pericolo, sotto certi aspetti, per la salute pubblica, soprattutto per quanto riguarda l’allergia ai suoi pollini.

    Queste informazioni dimostrano quanto complesso sia il fenomeno degli alloctoni. Non bisogna soffermarsi su un solo aspetto della questione ma occorre osservare i vari ecosistemi nel loro complesso.

    E’ molto importante quindi prevenire, al fine di evitare, l’introduzione volontaria o accidentale di ulteriori specie alloctone nonché valorizzare e salvaguardare la fauna autoctona, approfondendo gli studi sugli equilibri naturali e la biodiversità.
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    A chiunque, soprattutto negli ultimi anni, sarà capitato di osservare anche vicino a casa un uccello di medie dimensioni, dai colori che possono apparire spenti e con un canto non del tutto eccezionale. Stiamo parlando del Corvus coronae cornix ovvero della Cornacchia Grigia.
    Molti di noi non hanno mai prestato attenzione verso questo passeriforme, vuoi per la sua apparenza non così leggiadra e vistosa come può essere quella di una cinciallegra, vuoi anche per la sua reputazione.
    Nonostante sia considerato specie invasiva, tanto da essere stato soggetto a controllo demografico, questo corvide presenta delle caratteristiche e peculiarità molto interessanti.
    La cornacchia grigia è un uccello passeriforme (quindi “parente” del pettirosso, dei passeri, dei merli e di altri uccelli canori) appartenente alla famiglia dei Corvidi e al genere Corvus. È diffusa in tutta l’Europa centro-meridionale, in Asia e in Africa settentrionale.

    Secondo alcuni zoologi, la cornacchia grigia è una sottospecie della cornacchia nera (Corvus coronae) mentre secondo altri autori è una specie a sé stante (Corvus cornix).
    In entrambi i casi, le caratteristiche morfologiche, anatomiche e comportamentali sono pressoché simili.
    Il piumaggio si presenta nero, con riflessi azzurri e porpora, sul capo e sul collo mentre il resto del corpo è grigio con sfumature nere sul petto, sulle ali e sulla coda. Anche in questo caso si possono notare gli stessi riflessi del capo.
    In primavera il maschio e la femmina si adoperano per costruire il loro nido che viene però rinnovato ogni anno. I nidi precedenti così abbandonati possono fungere da riparo per altri uccelli come falchi e gufi. Solitamente il loro nido è situato sulla parte alta degli alberi, preferibilmente di conifere, pioppi, platani.
    Durante l’inverno, in cui gli alberi perdono le foglie, è facile osservare l’intrico di rametti che forma la coppa del nido. La femmina depone in media 5 uova blu–verdastre con macchie più scure e si occupa della cova con pazienza e costanza mentre il maschio le porta il cibo.
    I pulcini vengono alla luce dopo 3 settimane circa e lasceranno per la prima volta il nido intorno al 32° giorno di vita.
    Le cornacchie sono una specie monogama, vale a dire che le coppie rimangono insieme per tutta la vita. Sono considerati uccelli generalmente solitari ma si possono riunire in gruppi laddove le fonti di cibo abbondano.
    Le cornacchie presentano un’alimentazione onnivora, si nutrono cioè sia di sostanze animali (insetti, piccoli uccelli e roditori, lucertole, rane e pesci, carcasse di altri animali) che vegetali (cereali, leguminose e altre piante sia selvatiche che coltivate). Nel primo caso contribuiscono anche al controllo numerico di insetti e piccoli roditori mentre i danni arrecati all’agricoltura, secondo studi ornitologici, avvengono solo in determinati contesti e generalmente sono limitati a zone specifiche.
    A Buccinasco la cornacchia grigia la possiamo trovare un po’ ovunque soprattutto nelle campagne del Parco Agricolo Sud Milano e in ambito urbano soprattutto dove vi sono parchi e giardini. Questi ambienti sono infatti quelli prediletti dai corvi in quanto costituiti da paesaggi coltivati e alberature non troppo fitte. Non sono amati invece i boschi. Ma cosa spinge molti uccelli a vivere nelle città? Le ragioni principali sono date dalla sicurezza che la città offre a questi animali in quanto nei centri abitati è vietato sparare, dalla temperatura che è notevolmente più alta che in campagna a causa delle attività antropiche e dalla disponibilità di cibo che la città stessa offre come ad esempio i rifiuti prodotti dal nostro stile di vita.
    Nonostante l’apparenza, la voce gracchiante e le credenze – che, nell’antichità, indicavano la cornacchia come cattivo presagio o compagna di streghe – possano indurre molti di noi a non considerare abbastanza questo uccello, in realtà la sua spiccata intelligenza, la complessa struttura sociale e l’adattabilità all’ambiente umano lo rendono un formidabile opportunista e queste sono alcune delle ragioni del suo successo.
    Secondo studi recenti, la consistenza numerica della popolazione di cornacchia grigia non giustifica interventi di conservazione della specie. Le azioni di contenimento attuate per prevenire alcuni danni agricoli sono risultate non facili e con risultati modesti.
    E’ importante non fermarsi mai alle apparenze, la natura esprime il suo fascino in molti modi e ogni volta che incontriamo questi uccelli, osserviamoli e rispettiamoli per quello che sono realmente ovvero abitanti come noi di questo unico e meraviglioso pianeta. In fondo, anche il loro gracchiare fa parte dei suoni e colori del nostro ambiente contribuendo oltremodo nella salvaguardia della biodiversità e nell’equilibrio dell’ecosistema.
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    Il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarckii), conosciuto anche come gambero killer, è una specie originaria del sud degli Stati Uniti e, nel 1973, è stata introdotta anche in Asia ed Europa meridionale e centrale, rappresentando la specie alloctona più diffusa in Italia. Nel Po’, la specie è apparsa nel 1989 in seguito alla fuga da un vicino stabilimento di acquacoltura sperimentale, a causa di misure di sicurezza non idonee. Attualmente è diffuso soprattutto nelle regioni centro-settentrionali dell’Italia peninsulare.

    E’ un gambero d’acqua dolce molto adattabile alla vita di fiumi e laghi nonostante prediliga acque calde e fondi melmosi dove, scavando buche profonde, può sopravvivere in periodi sfavorevoli, particolarmente siccitosi o durante inverni rigidi. Si può trovare anche in acque povere di ossigeno, in cui può sopravvivere respirando con le branchie fuori dall’acqua; questa capacità di restare fuori dall’acqua, anche per ore, gli dà la possibilità di colonizzare diversi ambienti.

    Si possono osservare tane di gambero ai bordi di fossati per l’irrigazione, dove rendono cedevole il terreno, ma anche a diversi metri di distanza in prossimità delle colture.

    La tana è costruita scavando profonde gallerie sotterranee, fino a 2 m (eccezionalmente 5m), comunicanti tra loro dotate di un diametro di apertura da 4-5 cm fino ad una decina di centimetri. La tana costituisce un valido rifugio durante la muta, la riproduzione e per difendersi dai possibili predatori. Alcuni segnali della sua presenza sono dati dalla diminuzione della vegetazione (macrofite acquatiche), dei macroinvertebrati e dall’intorbidamento delle acque, causato sia dal continuo lavoro di scavo per le tane, sia dalla maggiore densità del fitoplancton, dovuta all’eutrofizzazione provocata dai gamberi.

    Questi gamberi si nutrono fondamentalmente di vegetali e detriti organici ma sono considerati una specie onnivora perché sanno sfruttare molte risorse organiche. Sono ghiotti di girini e di piccoli anfibi, ivi compresi i sempre più minacciati tritoni, di piccoli pesci e di avannotti.

    Godendo di un’eccezionale adattabilità, sia dal punto di vista nutrizionale che dell’habitat, questo gambero è considerato “dannoso” per gli ecosistemi con cui viene a contatto. Infatti il suo insediamento nei nostri ambienti ha inciso sulla possibilità di sopravvivenza dei gamberi autoctoni, meno resistenti e adattabili a situazioni avverse. Il gambero indigeno è considerato un importantissimo bioindicatore, in quanto la sua presenza in un determinato territorio ne garantisce la salubrità delle acque, mentre il gambero della Louisiana è in grado di sopportare basse concentrazioni di agenti inquinanti. A differenza delle specie europee, non è soggetto alla “peste del gambero”, una patologia micotica, ma ne è addirittura portatore sano.

    I predatori del gambero rosso in Italia non sono molti ma fortunatamente alcuni uccelli hanno imparato ad apprezzare questo animale come alimento. Tra i principali nemici si annoverano Ardeidae (aironi), tarabusi, cormorani e lucci. Non sono invece segnalati specifici nemici naturali a livello di parassiti o batteri. Le anguille sono predatrici efficienti di forme giovanili del gambero della Louisiana.

    Un’altra caratteristica di questo crostaceo, che contribuisce a spiegarne la vasta diffusione, è l’elevata fecondità: le femmine depongono 300-500 uova che trattengono a livello addominale fino allo stadio di larva, grazie a delle appendici che nel maschio sono ridotte.

    P. clarkii può arrivare a 4 anni, ma in natura raramente supera i 12-18 mesi. Lo sviluppo dei piccoli dipende molto dalla temperatura; esso avviene in 2-3 settimane a 22°C mentre è praticamente fermo al di sotto dei 10°C.

    Nel territorio di Buccinasco, soprattutto nelle campagne del Parco Agricolo Sud Milano, è possibile constatare l’elevata presenza di questo gambero a causa della sua vasta attività di scavo.

    Si parla tanto delle nutrie quando in realtà ci sono animali come il gambero rosso della Louisiana che arrecano danni ancora più gravi agli argini. L’incremento della presenza, nei nostri territori, di specie alloctone è un fatto dovuto prevalentemente alle attività umane. L’informazione è uno dei metodi principali per prevenire il ripetersi di queste situazioni.
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    Recita una leggenda: “Una volta le lucciole erano tutte nere e non avevano il lumicino. Uscivano solo di giorno e volavano sulle spighe illuminate dal sole. “Qui c’è un tesoro più prezioso dell’oro” – disse un giorno il contadino mentre lavorava nel campo di grano. Una lucciola udì queste parole. Corse dalle compagne e disse loro: “Ho udito un uomo il quale diceva che nel suo campo c’è un favoloso tesoro!”.

    “Andiamo a cercarlo” – proposero le lucciole – e decisero di farlo di notte per non farsi notare dal contadino.

    “Ma come faremo a trovarlo al buio?”

    “Ognuno porterà una piccola lanterna” – disse la lucciola più anziana. E così quella notte, il campo fu invaso da tante lucciole con un lumicino addosso. Si misero a cercare di qua e di là, in ogni direzione.

    Cercano ancor oggi, con il loro lumicino. Non hanno compreso che il tesoro del contadino era il grano e che il grano è più prezioso dell’oro”.

    Durante le stagioni primaverili ed estive, passeggiando di sera tra i parchi e lungo le rogge del nostro territorio, si possono sorprendentemente scorgere dei luccichii tra la bassa vegetazione. Sembravano ormai un ricordo lontano ma le lucciole sono tornate ad illuminare le notti nelle campagne lombarde.

    A Buccinasco ci sono svariati punti di osservazione di questi insetti e precisamente lungo le rogge poste tra via Scarlatti e via Salieri. Nei pressi di quest’area è possibile fare tranquille passeggiate lungo il sentiero che porta al fontanile Battiloca in compagnia proprio di queste simpatiche luminarie naturali.

    La lucciola è un insetto appartenente all’ordine dei coleotteri e alla famiglia dei lampiridi (Lampyridae) comprendente circa 2000 specie.

    In Italia le specie più comuni sono Lampyris noctiluca, L. lusitanica (le cui femmine hanno aspetto larvale) e Luciola italica (con femmine dotate di elitre e ali ridotte).

    Questi insetti sono di piccole dimensioni, di colore scuro, non vivace, e presentano un esoscheletro sottile e flessibile. Una caratteristica particolare è data dal loro dimorfismo sessuale piuttosto spiccato. In lacune specie, mentre il maschio presenta ali ben sviluppate ed elitre che ricoprono l’addome, la femmina spesso è priva di ali e con elitre ridotte. In taluni casi le femmine conservano una struttura da larva ad eccezione dell’apparato riproduttore.

    Caratteristici dei lampiridi sono gli organi luminosi che sono posti all’estremità dell’addome ed emanano la caratteristica luce da cui prendono il nome.

    Mediante tali segnali questi insetti comunicano tra loro la propria presenza e la direzione del volo. In tal modo tra il maschio e la femmina si creano dialoghi di luce assai affascinanti e magici.

    Sia gli esemplari adulti che le larve sono in grado di emettere luci. Tale fenomeno prende il nome di bioluminescenza.

    La bioluminescenza è l’emissione di luce causata da particolari reazioni chimiche che avvengono in determinate porzioni del corpo di alcuni insetti e altri animali.

    Nelle lucciole tale fenomeno svolge la funzione di richiamo sessuale. L’accoppiamento difatti ha luogo quando la femmina risponde sincronizzando la propria segnalazione luminosa a quella del proprio maschio.

    Il lampeggio è di varia durata a seconda della specie.

    La femmina depone 70-100 uova nel periodo estivo mentre in autunno le larve fanno già la loro comparsa, pronte subito per dedicarsi alla ricerca di cibo. Lo stadio larvale si protrae per circa due anni mentre la vita dell’adulto è piuttosto breve (pochi giorni o al più qualche settimana) ed è volta soprattutto alla riproduzione. Allo stadio adulto la lucciola si nutre poco e vive solo delle scorte energetiche accumulate durante la fase larvale o tutt’al più succhiando sostanze vegetali.

    La piccola larva di lucciola è una predatrice formidabile e le sue prede preferite sono costituite da lumache anche quindici volte più grandi di lei riuscendo, grazie al veleno che inietta, a portare alla paralisi la vittima prescelta.

    Da uno studio svolto dal WWF risulta che nei primi anni Sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, sono cominciate a sparire le lucciole. In alcune aree agricole tale decremento è stato provocato anche dall’utilizzo di fitofarmaci e il passaggio ad un’agricoltura di tipo biologico ha favorito il loro ripopolamento.

    La presenza delle lucciole nelle nostre aree verdi è un fattore assai positivo in quanto sono considerate dei buoni indicatori relativi allo stato di salute dell’ambiente in cui si insediano.
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    Buccinasco è uno dei Comuni della Provincia di Milano con la più alta presenza di fontanili attivi.

    E’ opportuno in questa sede fornire una panoramica storica e naturalistica sulle origini dei fontanili e sulle loro peculiarità.

    La Pianura Padana si divide in due fasce principali: l’Alta pianura e la Bassa pianura. Queste differiscono l’una dall’altra per le caratteristiche geologiche dei propri suoli. Difatti, il terreno che costituisce l’Alta pianura è molto permeabile risultando di difficile irrigazione; quello della Bassa pianura invece assume una composizione prevalentemente argillosa, più fine, compatta e quindi più impermeabile. L’irrigazione risulta essere così più abbondante.

    Il confine tra l’Alta e la Bassa pianura è caratterizzato dalla fascia delle risorgive. L’acqua piovana che cade sulle colline dell’Alta pianura penetra in profondità fino ad incontrare uno strato di argille (impermeabile) tipico della Bassa pianura. Qui l’acqua affiora dolcemente ad una temperatura che si mantiene costante nell’arco di tutto l’anno.

    Mentre la risorgiva è un fenomeno naturale, il fontanile rappresenta, in alcuni luoghi, il prodotto dell’intervento umano che ha modificato una risorgiva o ne ha “creata” una tramite opere di scavo per scopi irrigui, sfruttando le acque di prima falda. I primi interventi di questo genere risalgono ai secoli XI – XII.

    Un fontanile è tipicamente formato da una testa, ovvero il “laghetto” dove si trovano le sorgenti, e da un’asta che consiste nell’alveo in cui viene incanalata l’acqua estratta.

    I fontanili costituiscono un habitat molto particolare caratterizzato dalla contemporanea presenza di un ambiente acquatico e agroforestale. Essendo una zona umida risulta essere ricca di cospicue varietà vegetazionali e animali.

    La flora presente nei fontanili e nei loro paraggi dipende dalle dimensioni e profondità degli stessi, dai sedimenti del fondo e dalla motilità dell’acqua. Ultimamente, in molti casi, possiamo assistere ad una colonizzazione di questi ambienti da parte di specie (sia animali che vegetali) alloctone giunte qui per lo più per cause antropiche. Un esempio su tutti è la presenza in molti fontanili nostrani della Robinia e dell’Ailanto a scapito delle nostre specie autoctone come Querce e Pioppi.

    La fauna tipica di questi luoghi è composta da numerosissime specie di gasteropodi, artropodi, crostacei, organismi bentonici (meiofauna e macroinvertebrati), pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.

    Purtroppo la modifica chimica e fisica delle acque e della struttura di questi corpi idrici è causa dell’alterazione e dell’impoverimento delle comunità acquatiche, le quali diventano più monotone comportando un calo drastico della biodiversità. Questo è un forte indicatore dello stato di “salute” dei fontanili.

    Sul territorio di Buccinasco sono distribuiti diversi fontanili che, fortunatamente, sono per buona parte ancora attivi.

    Ne cito solo alcuni, a mio avviso, tra i più conosciuti e importanti.

    Il fontanile Battiloca: assomiglia ad un piccolo bosco ove, camminandoci all’interno durante la bella stagione, è possibile respirare un’atmosfera quasi magica in grado di farci dimenticare che a pochi chilometri da noi vi è la grande metropoli “Milano”. Qui si trovano diverse specie di avifauna e micromammiferi.

    Il fontanile Mortisia: caratterizzato dalla presenza di un piccolo ma importante “isolotto” nel bel mezzo della testa del fontanile. Durante la primavera e l’estate questo si trasforma in una riserva di nidi per diverse specie di uccelli. Oltre all’avifauna qui vivono castorini, ricci, tartarughe, pesci, etc.

    Il fontanile Brianzona: protetto da una fascia boscata caratterizzata da non poche specie arboree autoctone, è un vero e proprio rifugio naturale di molti passeriformi e piciformi (picchi).

    Il fontanile Bazzanella: sito in Buccinasco Castello, è stato ristrutturato e recuperato recentemente e si trova in pieno contesto agricolo. In questo fontanile sono stati osservati esemplari di tritone e risulta essere un buon punto di riferimento per alcuni ardeidi (ciconiformi).
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    Nei primi anni 2000 Bill Gates ha iniziato a trasferire i suoi affari dal mondo dei software (monopolizzato dalla sua Microsoft), al settore farmaceutico con particolare attenzione ai vaccini e alle campagne di prevenzione sanitaria dell’OMS. In breve tempo ha acquisito i pacchetti azionari delle più grandi industrie farmaceutiche ed è divenuto il primo finanziatore privato dell’OMS che per i 3/4% del suo budget è interamente sostenuto da Big Pharma.

    Dopo avere assunto un ruolo di primo piano nella guida dell’OMS (ogni finanziamento concesso all’ente è subordinato allo svolgimento di un suo obiettivo) ed essere entrato in pompa magna nel mercato farmaceutico, lo spettro delle pandemie globali ha iniziato a presentarsi con particolare frequenza (l’aviaria nel 2003, la suina nel 2009, il Covid19 nel 2019).

    Il 26 gennaio del 2010, l’OMS è stata invitata al Consiglio d’Europa di Strasburgo per rispondere alla mozione “Le false pandemie, una minaccia per la salute”. Il primo a sottoscrivere il documento era stato il medico tedesco Wolfgang Wodarg (presidente dell’Assemblea parlamentare del Comitato sanitario del Consiglio d’Europa) che espresse il suo atto di accusa contro l’OMS nei seguenti termini:

    “Negli ultimi anni il mondo è stato terrorizzato quattro volte, l’epidemia di Sars, la mucca pazza, l’influenza aviaria e infine la suina, ma oggi sappiamo che queste paure erano ingiustificate. In nome del popolo europeo dobbiamo porci delle domande. Milioni di persone sono state vaccinate inutilmente, com’è possibile che l’OMS sia arrivata a promuovere una iniziativa così sciocca e costosa? Prima l’aviaria, ora la suina. Per l’OMS è una tragica perdita di credibilità”.

    Anche la Commissione Sanità giunse ad accusare espressamente l’OMS di avere creato una “falsa pandemia” che aveva trasformato una comune influenza in un business miliardario, diffondendo paura nella popolazione e nei governi di tutto il mondo che, per prepararsi e difendersi da quella che sembrava una imminente emergenza sanitaria senza precedenti, hanno speso un patrimonio: “Il Consiglio d’Europa vuole sapere se l’OMS si è fatta condizionare dall’industria farmaceutica, che grazie alla pandemia ha registrato incassi record. Ma gli scenari pandemici annunciati non si sono avverati. Una bufala gigantesca o un errore di valutazione?”.

    Allarme Livello 6
    In seguito a queste denunce, venne appurato che gli esperti del più autorevole ente sanitario del mondo avevano fatto innalzare l’allarme dell’OMS fino al livello 6 (il massimo possibile) su commissione dei produttori dei vaccini. Ciononostante, non venne aperta nessuna inchiesta penale e il caso fu rapidamente insabbiato per non compromettere la credibilità dell’OMS insieme alla reputazione e ai lucrosi affari miliardari della potente industria farmaceutica.

    I mass media, i virologi e i governi di tutto l’occidente che fino a quel momento avevano creato una psicosi collettiva nella popolazione terrorizzandola 24 ore al giorno con dichiarazioni shock sull’imminente morte di decine di milioni di persone a causa della pandemia suina H1N1, lasciarono cadere nel vuoto la notizia di questo gravissimo episodio di corruzione. Il giorno dopo, come se niente fosse, i virologi scomparvero dai salotti televisivi e i grandi canali d’informazione iniziarono a parlare d’altro mentre le istituzioni governative di tutto il mondo si eclissarono senza prendere alcun provvedimento che potesse evitare il ripetersi di quanto accaduto.

    Esattamente dieci anni dopo, nel dicembre 2019, è scoppiato l’ennesimo allarme sanitario mondiale per un nuovo virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus responsabili della comune influenza e la storia della pandemia suina sembra ripetersi seguendo il medesimo copione.

    I primi dubbi
    Il primo focolaio dell’infezione è stato individuato in Cina nel mercato del pesce della città di Wuhan e secondo la teoria più accreditata a livello ufficiale, sarebbe giunto all’uomo dai serpenti o dai pipistrelli attraverso un salto di specie detto zoonosi.

    Ciononostante, sono emersi subito dei dubbi sulla vera origine del SARS-CoV-2, perché nel 2014, proprio nella città di Wuhan, è stata terminata la costruzione di un bio-laboratorio di livello 4 (autorizzato a maneggiare i virus più letali per l’uomo) specializzato nella creazione di virus “chimera” (agenti infettivi ottenuti attraverso raffinate tecniche di ingegneria genetica) dei pipistrelli da rendere patogeni per l’uomo.

    Il nuovo centro biotecnologico “cinese” è costato ben 44 milioni di dollari ed è stato realizzato grazie a collaborazioni internazionali che hanno visto la partecipazione degli scienziati francesi e americani del Galveston National Laboratory dell’Università del Texas (la cui sperimentazione è finanziata dal NIAID, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti), dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, di altre agenzie federali e dell’industria biofarmaceutica.

    Gli scienziati cinesi, oltre ad avere svolto i loro corsi di preparazione presso un laboratorio di Lione di livello 4, sono sempre rimasti in stretti rapporti di collaborazione con i ricercatori statunitensi e dell’OMS che, secondo quanto rivelato dal prof. Francis Boyle, docente di diritto presso l’Università dell’Illinois (nel 1989 ha redatto il Biological Weapons Act, la legge sull’antiterrorismo per le armi biologiche degli Stati Uniti), erano a conoscenza della fuoriuscita del virus dal laboratorio di Wuhan.

    Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, in una lettera inviata all’ONU il 9 marzo 2020, ha dichiarato a sua volta, che il SARS-CoV-2 è stato creato dall’uomo. Alla stessa conclusione sono giunti anche il Nobel Montagnier, il prof. Joseph Tritto e molti altri luminari di fama mondiale oscurati dai media.

    I ricercatori del prestigioso Nature hanno invece escluso che potesse provenire dai serpenti mentre i biologi cinesi della South China University of Technology hanno rigettato anche l’ipotesi sul passaggio di specie dai pipistrelli. Le più autorevoli riviste scientifiche del mondo come Science e Lancet hanno espresso molti dubbi persino sulla teoria della propagazione del virus dal mercato del pesce di Wuhan e Robert Redfield, il direttore del Center for Disease Control (CDC) degli Stati Uniti, il 9 marzo 2020 ha ammesso pubblicamente che alcuni dei decessi dei cittadini americani avvenuti prima dello scoppio dell’epidemia in Cina classificati come morti per l’influenza stagionale, in realtà sono risultati positivi al Covid-19 durante un esame post-mortem.

    Gli Stati Uniti hanno accusato la Cina e viceversa, ma i principali “imputati” di questa vicenda non sono gli Stati che non avevano nulla da guadagnare da una pandemia, bensì l’agglomerato finanziario e farmaceutico che ha sempre agito per interessi privati senza alcun riguardo per le nazioni.

    Simulazione di pandemia
    A meno di due mesi di distanza dalla scoperta ufficiale del primo caso di SARS-CoV-2, il Johns Hopkins Center for Health Security in collaborazione con il World Economic Forum e la Fondazione Bill & Melinda Gates (patron dei produttori dei vaccini) ha presentato a New York “l’Event 201 Pandemie Exercise” in cui è stata simulata una pandemia da coronavirus diffusasi in tutto il mondo per mostrare gli enormi costi economici e di vite umane legati alle infezioni dei virus e promuovere la somministrazione dei vaccini (al summit hanno partecipato 15 leader di multinazionali, dei governi e della sanità pubblica).

    Il grave allarme internazionale per il Covid-19 ha poi fatto decollare il valore delle azioni delle aziende farmaceutiche coinvolte nella ricerca di un farmaco e il 25 febbraio, la società “Moderna” (tra i suoi principali partner finanziatori figura la Bill & Melinda Gates) ha annunciato di avere sviluppato il primo vaccino pronto a essere testato sull’uomo. A fine novembre 2019 inoltre, l’hedge fund “Bridgewater” (uno dei fondi investimenti più grande del mondo), aveva scommesso 1,5 miliardi di dollari sul crollo delle borse per il mese di marzo 2020 (poi verificatosi puntualmente) contro ogni previsione economica degli esperti.

    L’insieme di questi fatti ha rafforzato il sospetto che qualcuno di molto influente sapesse in anticipo cosa stava per accadere e ulteriori indagini sembrano confermare questa ipotesi. Lo stato di pandemia ha consentito alle autorità governative di tutto il mondo di militarizzare l’emergenza sanitaria (posti di blocco, droni, elicotteri, tracciamento dei cittadini, coprifuoco, zone rosse invalicabili, distanziamenti, mascherine, soldati per le strade e censura di qualsiasi opinione contraria) e di adottare le eccezionali misure restrittive delle libertà personali “consigliate” dall’OMS, che è arrivata a “raccomandare” le vaccinazioni obbligatorie come unica condizione per tornare alla normalità.

    L’insieme di tali provvedimenti ha fatto colare a picco l’intera economia reale globale e i beneficiari di questa situazione sono stati esclusivamente l’élite finanziaria che concede prestiti agli Stati, sempre più indebitati dalla crisi, e il cartello farmaceutico che produce e vende i vaccini.

    Nel post-coronavirus niente sarà più come prima e dalle macerie economico-sociali lasciate dal Covid-19, è già possibile intravedere un vero e proprio colpo di Stato dell’élite finanziaria globale, che attraverso la dittatura sanitaria intende realizzare il Nuovo Ordine Mondiale del “Great Reset”.

    Data di Pubblicazione: 24 marzo 2021

    www.ilgiardinodeilibri.it/
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    I retroscena di un evento epocale che ha trasformato radicalmente lo scenario internazionale e la vita di tutti noi. L’indagine più accurata e completa, con il maggior numero di prove e testimonianze mai raccolte finora.

    In questo suo libro Marco Pizzuti non si limita a indagare sui dubbi sollevati dalla versione ufficiale dell’epidemia, ma osa fare una previsione sul suo scopo finale.

    Il 18 ottobre 2019, la Bill and Melinda Gates Foundation mostra una simulazione sulla diffusione di una pandemia da coronavirus durante l’Event 201 di New York per promuovere la fusione della sanità pubblica con l’industria privata, implementare la ricerca sui vaccini e orientare le istituzioni verso le vaccinazioni di massa. Poche settimane dopo, la pandemia da coronavirus inizia a diffondersi per davvero.

    Alcuni fatti però hanno suscitato dubbi e sospetti difficili da liquidare come semplici coincidenze. Nel 2015, per esempio, Bill Gates aveva predetto che il mondo avrebbe dovuto affrontare una nuova pandemia dalla quale si sarebbe salvato solo grazie ai vaccini.

    Esistono inoltre le prove per dimostrare come i governi e i media siano stati "orientati" a favore dei lockdown, delle vaccinazioni di massa e di uno smisurato debito pubblico dal quale i cittadini saranno messi in ginocchio e molte imprese saranno costrette a fallire.

    A poco più di un anno dall’inizio della pandemia, il gran numero di prove, testimonianze, indizi e molte delle incredibili coincidenze raccolte in questa indagine accurata consentono una ricostruzione degli eventi completamente diversa da quella diffusa dai mezzi di comunicazione di massa.

    "Pandemie Non Autorizzate" è custode di un’ipotesi politicamente molto scorretta in cui le pandemie diventano un’arma in mano all’élite finanziaria e farmaceutica per accumulare enormi profitti, imporre una dittatura sanitaria globale e costringere gli Stati a cedere ogni forma di sovranità con il falso pretesto della salute pubblica.

    “Molti di noi si stanno chiedendo quando le cose ritorneranno alla normalità. La risposta in breve è: MAI”.
    Klaus Schwab

    Tra i temi trattati:

    Il grande bluff della "comunità scientifica” come garanzia di oggettività
    L’inquietante testimonianza di una insider
    Il denaro del Recovery Fund per controllare i cittadini
    Una sperimentazione troppo breve e pericolosa
    Il terrorismo mediatico sulle due principali testate giornalistiche italiane
    Da cosa è composto il virus e come è stato creato
    La Questione della mutazione del virus
    La verità sui tamponi e sulle mascherine
    La censura mediatica sulle cure alternative
    Le pressioni della finanza per imporre i lockdown
    L'mRNA è un trattamento genico
    Il "Great Reset”
    Medici e avvocati di tutto il mondo contro la dittatura sanitaria.

    Capitolo I
    L'ILLUSIONE DELLA SANITÀ PUBBLICA

    Il grande bluff della "comunità scientifica" come garanzia di oggettività
    La verità sulla ricerca universitaria
    Le associazioni e le società dei medici
    Una fetta della torta per tutti
    Soldi anche alle ASL, ai medici degli ospedali, alle università e all'ISS
    Gli esperti
    Conflitto d'interessi nei vertici della sanità pubblica e nel comitato tecnico-scientifico
    Previsioni catastrofiche errate
    La formazione dei medici e l'organizzazione della sanità pubblica affidata a Big Pharma

    Capitolo II
    IL VERGOGNOSO BUSINESS DEI VACCINI

    Vaccini, autismo e le vere bufale
    Andrew Wakefield, truffatore o martire?
    L'ipotesi proibita
    La missione di Brian Deer, distruggere Wakefield
    Le vere motivazioni di The Lancet e la persecuzione giudiziaria
    Gli studi sui danni da vaccino non mancano, ma si finge che non esistano
    Tre governi per una ministra bugiarda
    L'ordine dei medici e i reati di opinione
    La gigantesca truffa del vaccino influenzale e l'interferenza virale
    L'inquietante testimonianza di una insider

    Capitolo III
    VIVIAMO IN UNA OLIGARCHIA

    Chi controlla la moneta è il vero padrone del mondo
    Banca d'Italia docet
    Dietro la maschera dell'ente pubblico
    Senza media indipendenti non può esserci democrazia
    Anche gli intellettuali pro establishment protestano
    Dalla testimonianza di Aaron Russo all'ID2020
    L'FDA si prepara ad autorizzare il microchip per la popolazione
    Il denaro del Recovery Fund per controllare i cittadini

    Capitolo IV
    BILL GATES E IL VERO VOLTO DEL FILANTROCAPITALISMO

    Il rampollo di un facoltoso lignaggio
    George Soros, un altro buon esempio del filantrocapitalismo
    La metamorfosi
    ID2020 e l'Alleanza per l'identità digitale
    Il brevetto n. 060606 e altre tecnologie per il controllo di massa
    Il capitalismo creativo dal 2008 a oggi
    Una sperimentazione troppo breve e pericolosa
    Bill Gates: I danneggiati da vaccino? Li paga lo Stato
    Il Covid-19 e la nuova pandemia

    Capitolo V
    DALLE ALTRE PANDEMIE AL COVID-19

    Il ruolo dei media
    Il terrorismo mediatico sulle due principali testate giornalistiche italiane
    Nessun rapporto tra la realtà e la sua trasposizione mediatica
    Come si crea una psicosi
    Titoli forti per spettacolarizzare la notizia e impressionare il pubblico
    Immagini scelte con la cura della sceneggiatura per un film
    La magica sparizione del virus A/H1N1

    Capitolo VI
    L'IPOTESI PIÙ REALISTICA SULL'ORIGINE DEL VIRUS

    Il legittimo sospetto
    Il prof. Joseph Tritto smonta la ricostruzione ufficiale
    La nuova generazione di scienziati affaristi
    Intervista al dott. Rashid Buttar
    La reticenza della Cina e i ritardi dell'OMS
    Da cosa è composto il virus e come è stato creato
    Anche altri illustri scienziati confermano la tesi dell'origine artificiale
    Il caso Judy Mikovits
    La versione dei fatti del dott. Shiva Ayyadurai
    L'opinione di un Nobel
    Se il virus muta nelle sequenze genomiche chiave, qualsiasi vaccino sarà inutile
    Le mutazioni comportano l'indebolimento del virus

    Capitolo VII
    IL VIRUS DEL PANICO

    Autopsie ostacolate e statistiche gonfiate
    Suicidi, psicosi e tracollo economico
    La testimonianza di un medico italiano in Svezia
    Cinque colossali bufale mainstream in sole due settimane
    Il capovolgimento della realtà e dell'interpretazione dei dati
    Il collasso della sanità pubblica
    La condizione dei positivi asintomatici spiegata dal presidente della Società dei Virologi
    Ciak si gira: la "seconda ondata" di bufale
    Il problema dei falsi positivi
    Estratto dello studio del dott. Stefano Scoglio sui tamponi Covid-19
    La questione della mutazione del virus
    La questione dei cicli (runs) della RT-PCR
    La questione della cross-reattività, o mancanza di specificità
    La verità dalle autopsie
    Alcuni episodi esilaranti

    Capitolo VIII
    LA VERITÀ SULLE MASCHERINE

    Il dott. Alberto Donzelli
    La dottoressa Margareta Griesz-Brisson
    Il dott. Russell Blaylock
    Il dott. Dan Erickson e altri medici
    L'analisi del nanopatologo Stefano Montanari
    Altri studi
    Lo studio danese "peer-reviewed" rifiutato dalle riviste

    Capitolo IX
    LE CURE PROIBITE

    Adenosina e Ivermectina
    La terapia cortisonica
    Ozono e fake news di Stato
    L'ossigeno-ozonoterapia
    Il siero iperimmune
    Clorochina: i medici la vogliono e le loro associazioni la vietano
    Lo studio spazzatura di The Lancet e del New Engiand Journat of Medicine contro la clorochina
    Negare l'idrossiclorochina per protrarre l'emergenza?
    La terapia a base di adenosina
    La lattoferrina e la vitamina D

    Capitolo X
    IL NUOVO ORDINE MONDIALE È ADESSO

    La dittatura dolce
    Il giro di vite su censura e discredito
    La Fabian Society e il lupo travestito d'agnello
    L'attuale situazione prevista da Gunther Anders
    Le riflessioni di Giorgio Agamben
    Le pressioni della finanza per imporre i lockdown
    Non si muove foglia che l'élite non voglia
    Informazione preconfezionata
    Habemus Vaccinum!
    La lunga fedina civile e penale di Big Pharma
    Gli intrecci societari
    Il grande bluff del vaccino pubblico italiano
    Non chiamatelo vaccino: è trattamento genico
    I rischi del vaccino anti-Covid secondo la dottoressa Bolgan e la genetista Henrion-Caude
    Minacce a chi manifesta dubbi sull'efficacia e la sicurezza del vaccino
    Effetti collaterali e nuovo virus mutato
    Colpo di Stato mondiale
    Il "Grande Reset"
    Le dichiarazioni di Monsignor Viganò
    Anche Radio Maria al fianco di Viganò
    La famiglia Kennedy ancora in prima linea contro il deep state
    L'era post pandemica secondo Bill Gates e la sentenza del tribunale peruviano

    Appendice

    Medici e avvocati di tutto il mondo contro la dittatura sanitaria

    Il "Piano di chiarezza scientifica"
    La denuncia della Commissione d'inchiesta extraparlamentare tedesca
    Un team di prestigiosi avvocati internazionali contro lo strapotere delle lobby
    Medici e operatori sanitari belgi chiedono l'apertura di una inchiesta contro l'OMS
    Il documento di denuncia di medici e docenti di tutto il mondo
    Note

    Marco Pizzuti è famosissimo soprattutto per i suoi libri: Esperimenti scientifici non autorizzati, Scoperte Archeologiche non autorizzate, Scoperte Scientifiche non autorizzate, Scoperte mediche non autorizzate e tantissimi altri.

    È nato a Roma nel 1971, si è laureato in Legge ed è un famoso scrittore, conferenziere ed ex ufficiale dell'esercito.
    Lavora per una nota società di servizi presso le più prestigiose istituzioni dello Stato (Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Consiglio di Stato).
    Attualmente si occupa di sperimentazione scientifica e collabora a livello didattico con il Museo dell'Energia del Ministero delle Attività Produttive.
    Ospite frequente di diverse emittenti radio in qualità di esperto di controinformazione e opinionista, ha tenuto decine di conferenze in tutta Italia, effettuando anche esperimenti in pubblico di trasmissione di energia senza fili con la tecnologia Tesla, che hanno suscitato grande interesse.
    Scrive inoltre articoli per numerose riviste del settore e da anni conduce appassionate ricerche indipendenti.

    L’intento principale di Marco Pizzuti è quello di raccontare come è cambiata e chi ha gestito l’evoluzione del mondo nel corso dei secoli, quali sono state le reali scoperte, più o meno segrete, chi sono stati i personaggi più influenti nelle scelte principali che hanno determinato il destino dell’umanità.
    Egli sostiene che c’è sempre stato un potere economico, gestito da diverse lobby, che ha influenzato ad esempio la diffusione delle notizie.
    Tra i casi più eclatanti ed esemplificativi in tal senso, vi è quello di Nikola Tesla.
    Come si legge in molti testi, e come viene spesso sottolineato nei libri di Marco Pizzuti, infatti, questo noto scienziato scoprì le onde radio, ma non venne preso in considerazione dai suoi contemporanei, né tantomeno dai posteri.
    Molti attribuiscono questa scoperta a Guglielmo Marconi, ma in realtà oggi sappiamo che Marconi giunse più tardi alle medesime conclusioni.
    Tesla inoltre aveva anche scoperto l’energia della corrente alternata, ma qualcuno (forse meno bravo, ma certamente molto più furbo) riuscì a fare fortuna grazie alle sue intuizioni, prendendosene i meriti: il conosciutissimo Edison.

    Partendo da questa approccio e dalla voglia di dare il giusto peso alla realtà dei fatti, Marco Pizzuti continua ad approfondire sempre nuovi temi per far conoscere al mondo le verità che ci sono state occultate dagli interessi economici dei tanti, potenti governanti.
    Dai suoi testi è possibile apprendere che la storia insegnata a scuola è ricca di omissioni e censure, per non parlare delle notizie distorte e raccontate a seconda degli interessi di parte. Del resto è cosa nota che la storia, da sempre, viene scritta dai vincitori!

    Pizzuti ha molte rivelazioni da comunicare persino sulla presenza di vita extraterrestre e di UFO (o alieni) che vengono a visitare la nostra Terra.
    I governi hanno cercato di nascondere al mondo numerosi documenti che dimostrano la veridicità di questa ipotesi. La secretazione di una vasta area degli Stati Uniti, conosciuta al mondo come Area 51, ne è una prova palese.
    Inoltre queste teorie sono suffragate dai recenti progressi tecnologici che hanno consentito la scoperta di pianeti e galassie capaci di accogliere forme di vita alternative alla nostra.

    Edited by Tursiops - 7/10/2021, 12:13
  11. .
    Riprendiamo questa interessante discussione Vintage :woot:

    IL FORUMBIO NEL DICEMBRE 2007

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    IL FORUMBIO NEL NOVEMBRE 2008

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    IL FORUMBIO NELL'APRILE 2009

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    Il Tritone è un anfibio appartenente all’ordine degli urodeli e alla famiglia dei salamandridi.

    Il Tritone crestato (Triturus carnifex) è diffuso in Europa e in Asia ed è il più grosso Triturus che abita le nostre regioni, giungendo ad una lunghezza di circa 13 centimetri coda compresa. Presenta il tipico aspetto salamandroideo che si rivela tale soprattutto nel capo, di forma stretta e allungata, muso convesso e occhi piccoli. Il tronco risulta essere piuttosto robusto, di forma sub-cilindrica e la coda è compressa sui lati.

    Molto delicati sono gli arti, muniti di quattro dita quelli anteriori e di cinque dita quelli posteriori. In entrambi i casi le dita non sono palmate.

    Il corpo è rivestito da una pelle cosparsa di verruche e di numerose ghiandole la cui colorazione varia a seconda della specie, della stagione, dell’habitat e del sesso. Generalmente essa è verdastra nella parte superiore del corpo e giallo-arancione con macchie scure nella parte inferiore.

    I Tritoni presentano dimorfismo sessuale, ciò significa che è possibile distinguere il maschio dalla femmina grazie alla presenza di caratteri morfologici distintivi. Questi ultimi divengono più accentuati nella stagione riproduttiva. I maschi presentano sul dorso una lunga cresta dentellata che li fa assomigliare a piccoli draghi. Le femmine invece non presentano alcuna cresta ma al suo posto si può notare la presenza di un solco ben distinto.

    L’epoca della riproduzione nelle nostre regioni inizia con il mese di marzo. In questo periodo i Tritoni assumono una caratteristica livrea nuziale che è molto più vistosa nel maschio difatti in quest’ultimo la cresta si sviluppa ulteriormente in altezza e ampiezza. Le femmine invece assumono tinte più forti della livrea.

    Durante il corteggiamento i Tritoni divengono protagonisti di cerimonie davvero spettacolari.

    La femmina depone all’incirca 300 uova di forma ovale sugli steli e le foglie delle piante acquatiche. La successiva incubazione è affidata alla temperatura ambientale. Le larve di Tritone crestato presentano delle piccole branchie ai lati del capo che andranno poi perse con la maturazione che avviene a circa 5 mesi dalla nascita. La dieta dei Tritoni varia a seconda che si tratti di larve o di adulti. Nel primo caso le prede sono costituite da piccoli invertebrati acquatici mentre gli esemplari adulti si cibano di vari invertebrati terrestri (molluschi, anellidi, insetti) e acquatici (odonati, larve di zanzare) e di uova e larve di altri anfibi.

    I principali predatori dei Tritoni sono gli ofidi (serpenti) del genere Natrix, tartarughe acquatiche, uccelli palustri e alcuni pesci.

    A Buccinasco possiamo osservare questi splendidi anfibi presso alcuni fontanili e nelle pozze stagnanti presenti nel Parco Agricolo Sud Milano.

    Purtroppo il Tritone crestato – ma anche le altre specie – è in costante diminuzione in molti areali ed è molto importante salvaguardare questo animale conservando il suo ambiente naturale. Le cause principali del suo declino vanno ricercate nell’inquinamento delle acque, nell’introduzione di specie alloctone come pesci (persici e trote), tartarughe americane, gamberi rossi della Lousiana e dall’alterazione chimica, strutturale e vegetazionale dei corpi idrici. I Tritoni sono anfibi molto sensibili ai cambiamenti del loro habitat e sono pertanto buoni indicatori biologici sullo stato di salute dei corpi idrici in cui vivono.

    Questo animaletto, forse sconosciuto ai più, gode in realtà di una fama più che meritata fin dai tempi della letteratura mitologica. Possiamo trovare riferimenti a riguardo nel Libro Primo de “Le Metamorfosi” di Ovidio e in alcuni versi di Gabriele D’Annunzio sulla “Fontana del Tritone” del 1600 di Gian Lorenzo Bernini.Il Tritone è protetto legalmente dall’allegato II della Convenzione di Berna e dalle leggi regionali riguardanti la tutela della piccola fauna.

    La salvaguardia del Tritone, ma non solo, permetterà a chi verrà dopo di noi di vivere e ammirare questi piccoli ma immensi tesori naturali.
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    Buccinasco è un Comune dell’hinterland milanese in cui una buona parte del suo territorio è costituito dal PASM (Parco Agricolo Sud Milano). E’ un vero polmone verde, unico nel suo genere ed ha un valore inestimabile per tutti noi. All’interno del PASM sono presenti vari “paesaggi” che vanno dai campi agricoli coltivati ai parchi urbani, dalle rogge ai fontanili, dai laghetti ai piccoli boschi etc. In ognuno di questi areali trovano il loro habitat un elevato numero di specie animali e vegetali. Dalle mie osservazioni personali ho potuto constatare la presenza di un elevato numero di specie diverse e vorrei in questa sede esporne alcune che si possono avvistare e riconoscere.

    La Biodiversità è la varietà di tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta Terra, legati l’un l’altro da diverse interazioni e tutti indispensabili. Tale biodiversità viene misurata in termini di geni, di specie, di popolazioni e di ecosistemi. Grazie alla biodiversità la natura è in grado di offrirci risorse importantissime come cibo, acqua ed energia ma anche valori estetici, ricreativi e spirituali. E’ grazie ad essa che la vita può continuare ad esistere sul nostro pianeta.

    Buccinasco presenta molte zone ricche di biodiversità e quindi in grado di ospitare moltissime varietà di fauna e flora. Una delle caratteristiche che permette al nostro Comune di possedere questo valore inestimabile è la presenza di molti corpi idrici come cave, rogge e soprattutto fontanili, ma anche di fasce boscate. Queste aree risultano essere di grande importanza per la sosta e lo stanziamento di molti animali e piante. In particolare, le fasce boscate ricoprono diverse e importanti funzioni tra cui quelle di tipo produttivo atte alla produzione di materiale come legname, piante officinali, frutti e funghi. Funzioni ecologiche che consentono un miglioramento qualitativo dell’acqua e di conseguenza permettono l’arricchimento della zoocenosi che svolge un ruolo anche nella difesa biologica delle colture agricole. Altri vantaggi di tipo ecologico di queste fasce boscate riguardano la funzione che l’apparato radicale della vegetazione riparia svolge nei confronti degli argini proteggendoli dalle erosioni e di conseguenza i costi di manutenzione dei corsi d’acqua diminuiscono.

    Proprio nel nostro Comune vi è la presenza di corridoi ecologici utilizzati da una vasta gamma di specie animali e vegetali.

    Alcuni esempi di fauna che è possibile incontrare passeggiando per il PASM di Buccinasco sono: UCCELLI – cicogne, aironi bianchi, aironi cenerini, nitticore, germani reali, merli, usignoli, cornacchie, poiane, pettirossi, cinciallegre, ballerine bianche, martin pescatore, cardellini, rondini, oche cignoidi, gallinelle d’acqua, folaghe, svassi, gabbiani, passeri europei, piccioni, tortore, fagiani, averle piccole e molti altri. Presso i corpi idrici è più facile avvistare ciconiformi intenti a pescare, mentre tra i rami degli alberi si nascondono moltissimi esemplari di passeriformi.

    L’avifauna è molto presente presso il nostro territorio e svolge diversi ruoli nella conservazione e nell’equilibrio degli ecosistemi planiziali. RETTILI – lucertole muraiole, che ci osservano dai muri e dai tronchi degli alberi, ramarri, bisce, testuggini. ANFIBI – rane, raganelle, rospi, tritoni. Questi ultimi sono molto importanti anche come indicatori biologici. MAMMIFERI: gatti, bovini, conigli selvatici, mustelidi, castorini, talpe, arvicole e altri roditori. INSETTI: diverse specie di farfalle, lumache, chiocciole, libellule, ragni e tantissimi altri ordini che costituiscono il così detto microcosmo. Tra i VEGETALI oltre alle specie ad uso agricolo si annoverano diversi esemplari di conifere e latifoglie come cipressi, pini, farnie, querce, aceri, betulle, biancospini, pioppi e tanti altri. Tutti gli esemplari di fauna e flora sono fondamentali per la vita sulla Terra in quanto ognuno di loro è interdipendente dagli altri e ciascuno riveste un preciso ruolo nella sopravvivenza di ogni ecosistema.

    Esistono molte ragioni per salvaguardare la biodiversità in quanto la perdita di specie o varietà è causa di danni ecologici, culturali ed economici.

    Nel 1992 a Nairobi, in Kenya, è stata adottata la Convenzione sulla Diversità Biologica atta proprio alla tutela della Biodiversità.
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    Il Coypu (Myocastor coypus), soprannominato Nutria e comunemente chiamato “castorino” è difatti un castoro sudamericano in quanto è una specie originaria di Brasile, Argentina, Perù e altre zone del Sud America. Appartiene all’ordine dei Roditori e più precisamente alla famiglia monofiletica Myocastoridae. E’ di fondamentale importanza non confondere la Nutria con topi o ratti in quanto sono specie completamente diverse sotto gli aspetti biologici, etologici e morfo-funzionali.
    Fu importata in Italia per la produzione di pelliccia (il “famoso” castorino) ma siccome intorno agli anni Ottanta la richiesta di queste pellicce diminuì sempre più, quasi tutte le aziende furono costrette alla chiusura e, onde evitare i costi di abbattimento di questi poveri animali, molti individui furono liberati e così colonizzarono diversi ambienti naturali.

    La Nutria è un mammifero roditore dalle dimensioni modeste. Gli esemplari adulti possono raggiungere mediamente i 60 cm di lunghezza, coda esclusa, e un peso di circa 10 chili. Presenta una lunga coda cilindrica, rivestita con pochissimi peli, che usa come timone, ed è lunga tanto quanto l’intero corpo. Il colore del mantello è generalmente bruno scuro ma non è raro osservare esemplari grigi o con varie tonalità di marrone. Possiede orecchie piccole, lunghi e numerosi baffi bianchi o argentei. La dentatura consiste di 8 molari e 2 incisivi per arcata. Questi ultimi in particolare sono molto forti e rivestiti da uno smalto dal tipico colore arancione.

    Le zampe sono pentadattili e quelle posteriori sono palmate, con il quinto dito libero, in quanto la Nutria è un animale prevalentemente acquatico. A riprova di ciò infatti le femmine presentano le mammelle in posizione latero-dorsale e questo è dato dal fatto che la prole viene allevata in acqua. Altre caratteristiche che fanno della Nutria un animale fortemente semiacquatico sono l’ottima abilità nel nuoto e la posizione degli organi di senso (vista, udito e olfatto) sullo stesso piano. Sotto l’aspetto ecologico la Nutria, in base alle ricerche effettuate e alle mie osservazioni personali, non crea preoccupazioni per quanto riguarda l’interazione con le altre specie autoctone e che condividono lo stesso habitat.

    La dieta della Nutria è prettamente vegetariana e si basa su piante acquatiche, varie erbe, radici, tuberi e frutti. Generalmente tendono a nutrirsi della vegetazione presente in prossimità degli argini dei corsi d’acqua. Nel nostro territorio ad esempio è facile incontrare questo roditore in diverse rogge del Parco Agricolo Sud Milano e in alcuni fontanili di parchi urbani. Molte famiglie rimangono incuriosite da questo simpatico animale che rallegra con la sua presenza e i suoi simpatici comportamenti le passeggiate di anziani e bambini.

    Diamo ora uno sguardo alla sua etologia. Nonostante sia un animale prevalentemente crepuscolare non è raro trovarlo in pieno giorno nuotare nei corsi d’acqua o vicino a qualche campo per cibarsi di erbe e radici. Possiede un udito e un olfatto eccellenti ma una vista debole e ciò lo rende molto diffidente e timoroso. L’unica sua difesa è la fuga verso l’acqua dove è a suo agio e al riparo dai pericoli.

    Di indole molto docile, non è assolutamente aggressivo tanto che in America è anche considerato come animale da compagnia. Le femmine sono fertili durante tutto l’anno e possono avere 2.7 gravidanze l’anno in quanto la gestazione ha una durata di circa 130 giorni e i cuccioli vengono svezzati a 3-4 settimane dalla nascita. Il numero di cuccioli per gravidanza varia mediamente da 2 a 6. Le Nutrie sono in grado di autoregolarsi infatti se le risorse territoriali o alimentari sono scarse, le cucciolate diminuiscono drasticamente di numero.

    Le Nutrie, in particolare i cuccioli, sono prede di diversi animali tra cui lupi, faine, volpi, vari mustelidi, gatti selvatici, cani randagi, uccelli rapaci diurni e notturni e anche di ciconiformi. Anche pesci come lucci e siluri sono una seria minaccia per questo animale.

    La società delle Nutrie presenta inoltre una competizione territoriale molto forte, femmine e maschi cercano di difendere il proprio territorio scacciando gli intrusi anche se sono parte di uno stesso gruppo. Altri fattori che risultano pericolosi per la Nutria sono il freddo invernale (letale per i cuccioli e per i maschi erranti) e l’uomo sia direttamente che indirettamente.

    Analisi effettuate presso gli Istituti Zooprofilattici su carcasse di Nutria hanno evidenziato una bassissima frequenza di positività a forme di Leptospire o tutto al più paragonabile a quella normalmente riscontrabile in altri animali selvatici presenti nei medesimi territori.

    La Nutria non è un animale autoctono ma è stata in grado di adattarsi molto bene al nostro ecosistema. Essendo un animale ha tutti i diritti di vivere e i disagi che può causare in alcune situazioni sono decisamente minori in confronto a quelli che fa l’uomo quotidianamente nei riguardi della Natura.

    Oggi, in base alla Legge 157/92 sul prelievo venatorio, qualunque nucleo di animali che sia insediato stabilmente in un territorio è da ritenersi selvatico e quindi sottoposto a tale legge; il Myocastor coypus non compare tra le specie cacciabili.
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    Passeggiando in bicicletta per le campagne del Parco Agricolo Sud Milano, volgendo lo sguardo sui fili o sugli alberi, è possibile scorgere la presenza di un uccello molto particolare. A prima vista potrebbe sembrare un comune passero ma un occhio allenato e attento noterebbe che la colorazione delle piume è particolare.
    Si tratta dell’Averla piccola (Lanius collurio), un passeriforme appartenente alla famiglia Laniidae e al genere Lanius.
    E’ l’unica Averla europea con il dorso castano, senza bianco sulle ali. Presenta un caratteristico becco robusto e uncinato che ricorda quello di un rapace.
    Gli individui di questa specie sono lunghi circa 18 cm e dimostrano un dimorfismo sessuale (caratteristiche esterne differenti tra il maschio e la femmina). Mentre il maschio presenta la testa grigia con una fascia nera all’altezza degli occhi, il dorso castano e il ventre molto chiaro, la femmina e i giovani hanno una colorazione meno contrastata, tendente al bruno-rossastro.
    Il volo è ondulato per brevi tratti ma abbastanza rettilineo su lunghi percorsi.
    Una caratteristica abituale di questo passeriforme è quella di posarsi sulla sommità di cespugli, alberi, pali e sui fili per ispezionare attentamente il territorio circostante.

    Essendo di indole fiera e solitaria, l’Averla piccola predilige come areale le campagne cespugliose, incolte, i margini dei boschi, i frutteti e le zone montane sassose e ricche di cespugli sparsi.
    Il cibo è costituito prevalentemente da invertebrati (insetti) ma anche da piccoli nidiacei, arvicole, piccoli rettili (lucertole), anfibi (rane), lombrichi e ragni ma non disdegna resti in decomposizione.
    Le prede vengono catturate secondo diverse modalità: calando rapidamente sugli scarafaggi e altri invertebrati che si trovano sul terreno, oppure inseguendo gli insetti in volo. Spesso infilza le sue prede sulle spine e queste costituiranno la sua riserva di cibo per le stagioni più difficili.
    La stagione riproduttiva si apre con l’arrivo primaverile dei maschi, che scelgono il loro territorio in attesa delle femmine, per le quali si esibiscono in vere e proprie danze nuziali, accompagnate da offerte di cibo.
    Durante l’estate, lungo la vegetazione delle rogge presenti tra Buccinasco Castello e Gudo Gambaredo, ho avuto modo di osservare proprio questo rituale di corteggiamento ed è stata un’esperienza davvero entusiasmante. Tale avvistamento rappresenta un dato molto importante in quanto indica che nel nostro Comune l’Averla piccola risulta essere una specie nidificante.
    Nidifica dalla fine di maggio a giugno in un nido fatto di steli, erbe, muschi e imbottito internamente di materiale più fine, il tutto ubicato a poca altezza dal suolo preferibilmente in cespugli fitti e spesso spinosi (come rovi e biancospini).
    La femmina depone 5-6 uova molto variabili, giallastre, crema, verdastre e punteggiate di scuro di solito all’estremità più ottusa. Queste vengono covate dalla femmina per 14-15 giorni e i piccoli nati rimarranno nel nido per circa 2 settimane e dipenderanno dai genitori per almeno un mese.
    L’Averla è una specie migratrice e sverna nell’Africa orientale e meridionale. Risulta essere anche nidificante in luoghi adatti di pianura, collina e montagna (fono a 1800 metri) del nostro Paese.
    La specie e’ protetta dalla Convenzione di Berna (allegato 2) ed è inclusa nell’allegato I della direttiva “Uccelli” 79/409/CEE.
    Tutte le averle sono in forte rarefazione essendo animali legati agli ambienti di siepe in forte contrazione e dei predatori in cima alla catena alimentare, quindi soggetti più di altri uccelli alla pressione legata all’uso di prodotti insetticidi. Questi ultimi infatti costituiscono una delle cause principali del loro declino, soprattutto in ambiente di pianura. Il taglio delle siepi e la diminuzione dei terreni incolti comporta un drastico calo della disponibilità di prede per questi esemplari.

    L’Averla piccola, essendo un uccello insettivoro e carnivoro e quindi un predatore, ricopre un ruolo fondamentale per la salvaguardia dell’ecosistema. Questo uccello infatti aiuta a mantenere costante il numero di prede presenti in un determinato habitat. La sua presenza oltre ad essere un indicatore di biodiversità risulta essere importante per mantenere in equilibrio diverse popolazioni di animali.
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